Fante John

Chiedi alla polvere

Pubblicato il: 6 Novembre 2006

Un romanzo di formazione largamente autobiografico, quest’opera di Fante del 1939. Uno scrittore che ha avuto pieno riconoscimento solo dopo la sua morte, purtroppo.

Protagonista è Arturo Bandini, giovane ventenne, figlio d’immigrati italiani, che è riuscito a pubblicare un racconto e adesso sogna di diventare un grande scrittore. Sogna, perché non sa se riuscirà ancora a scrivere e soprattutto a pubblicare, per ora è poverissimo, vivacchia in un alberghetto di infima categoria a Los Angeles, a volte scrive e poi straccia tutto, altre volte sprofonda nell’autocommiserazione e non riesce a fissare nessuna frase sulla carta.

Talvolta Arturo passa dalla prima alla terza persona, come rivolgendosi a un altro se stesso riflesso, parla tra sé e sé favoleggiando ricchezza e gloria letteraria e contemplando la foto del suo editore, come se fosse un idolo protettore, una divinità cui rivolgersi dotata del potere di farlo sopravvivere.

Tra episodi decisamente divertenti e simpatici, aperture liriche e ironie si snoda la vicenda di Arturo, che da ogni fatto sembra voler trarre ispirazione per l’inizio di un racconto, ma poi, nella maggior parte dei casi, non concretizza, si disperde vagolando con la fantasia, sempre in cerca dell’ispirazione giusta. “E me ne sto sdraiato, tutto contento, a seguire con lo sguardo le mie fantasie che si snodano sul soffitto”.

Distratto, spendaccione, con la testa sulle nuvole, anche lui dubita di se stesso, si definisce “uno sbandato, un emarginato dal consesso umano, né carne né pesce né niente”. È chiaramente un personaggio in ricerca.

Nell’esistenza un po’ sbalestrata di Arturo compare poi Camilla, una ragazza messicana, anche lei dunque appartenente a una minoranza e quindi “diversa” per definizione.

Con Camilla, Arturo intreccia una strana relazione, che lo porterà per un momento verso tutt’altre braccia, quelle di una donna matura. Vicende che causeranno una sorta di terremoto in Arturo, che si accompagnerà poi a un terremoto vero, quasi a dare maggior risalto al cambiamento.

E, poco per volta, dopo una specie di ritorno un po’ opportunistico alla tradizione religiosa, evidentemente tramandatagli dalla famiglia, Arturo trova la sua strada e scrive pagine e pagine.

La gioia dello scrivere è ineguagliabile “…ore di delizia, le pagine si accumulavano una sull’altra e ogni altro desiderio era spento. Mi sentivo come un fantasma che fluttuava sulla terra, ero in pace col mondo e straordinarie ondate di tenerezza mi sommergevano quando mi mescolavo alla folla per strada e parlavo con la gente”.

Nel suo percorso Arturo ha preso consapevolezza del suo essere (e voler essere) scrittore, pur tra mille dubbi e cadute.

L’esperienza con Camilla ha contribuito a mostrargli quel che lui non potrà essere (la scena del tiro a segno, dove Arturo si rivela assolutamente incapace di sparare, mostra che lui è adatto a fare altro, ha un compito differente).

Alla fine Camilla sarà perduta, inghiottita da quella polvere del deserto che fin dall’inizio pervade la città e Arturo, seppur triste per questa separazione, si avvierà a percorrere altre strade.

Un romanzo sull’arte (e sul suo farsi) e sulla vita: ogni spunto di vita può diventare idea per un racconto nella mente di Arturo, ma nel finale, quando l’arte ha iniziato ad affermarsi, la vita irrompe lacerante e un gesto di rabbia suggella un amore incompiuto.

Articolo apparso su lankelot.eu nel novembre 2006

Edizione esaminata e brevi note

John Fante (Denver, Colorado 1909- Los Angeles, California, 1983) scrittore americano di famiglia italiana emigrata negli USA. Frequenta scuole cattoliche e l’Università del Colorado senza completare gli studi. Nel 1930 si trasferisce a Los Angeles dove per mantenersi svolge ogni tipo di lavoro. Dopo alcuni racconti, nel 1938 esce il suo primo romanzo “Aspetta primavera, Bandini”, seguito da “Chiedi alla polvere” (1939) e “Dago Red” (1940).

Il buon successo di critica gli permette di lavorare a Hollywood come sceneggiatore per tutta la vita. Come narratore fu riscoperto solo nel 1982 con “Sogni di Bunker Hill”, con protagonista ancora Arturo Bandini.

John Fante, “Chiedi alla polvere”, La Biblioteca di Repubblica, Milano 2003. Traduzione di M.G.Castagnone.

Prima edizione: John Fante, “Ask the dust”, 1939.

Sito internet: http://www.johnfante.it/