Sono stati corretti i responsabili delle edizioni Gorilla Sapiens ad avvisarci di un “dizionario filosofico” senza dizionario, senza filosofia e a basso contenuto di Voltaire. Un po’ come quei formaggi spalmabili senza formaggio, senza latte e a basso contenuto di colesterolo. La differenza sostanziale è che gli spalmabili, a base di siero e additivi, sono delle porcherie nocive, mentre almeno il “Voltaire Light” male non fa; anzi. Magari il lettore non ne ricaverà quel “nutrimento dell’anima” che molti dicono di associare ai libri e alla filosofia, ma potrà leggere delle pagine dove i vari autori si sono sbizzarriti a rappresentare i tanti aspetti comici della realtà contemporanea. Insomma, per farla semplice: pagine schiettamente umoristiche che trovano un pretesto in alcuni brani del “Dizionario Filosofico”. Voltaire, quindi, risulta presente anche se in realtà ha poco a che fare con i raccontini allucinati di David Predosin e compagnia. Un pretesto, appunto, che ha voluto dire ripubblicare tredici lemmi dal Dizionario (tradotti a cura di Melania Perciballi e Carlo Sperduti) – Amicizia, Amor proprio, Bellezza, Catena degli eventi, Certo-Certezza, Entusiasmo, Favole, Gloria, Libertà, Metamorfosi-Metempsicosi, Necessario, Senso comune, Tolleranza – per poi farli seguire da uno o più racconti “in tema” di autori più o meno riconoscibili (pseudonimi permettendo). Ricordiamo: “Il filo dissoluto del destino” di A.P., “La materia più comune” di Alessandro Sesto, “Yogi-boy” di Davide Predosin, “Domino-Effekt” di Ludovico Polidattilo, “Sarpedone” di Alessandro Sesto, “Dubbio iconografico natalizio” di Jacopo D’Andrea, “L’ultimo giorno di prova” di Leonardo Zampi, “L’età preistorica – Parte I” di Marco Parlato, “L’irresistibile ascesa del cav. Pietro Bisigotti” di Stefano Cordoni, “Tedeschi suonano altri Tedeschi” di Walter Comoglio, “Su come si possa ragionare se si stava meglio quando si stava peggio” di Massimo Eternauta, “Il signor Kilowat e la palude” di Davide Predosin, “L’età preistorica – Parte II” di Marco Parlato, “Le briciole che servono” di Matteo Gallo. Questi nuovi autori del “Dizionario” – facile da intuire – non sono filosofi e tanto meno emuli di Voltaire, che pure scrisse la sua opera con stile polemico e sarcastico. Non sono presenti biografie di sorta ma abbiamo capito che alcuni di loro sono degli eccentrici blogger, forse alla prima o seconda pubblicazione cartacea, altri fanno parte della scuderia Gorilla Sapiens, come i già collaudati Predosin, Marco Parlato e Alessandro Sesto.
Il risultato di questa inattendibile riscrittura del Dizionario? Racconti e raccontini, a volte alla stregua di un’irriverente e surreale pagina di diario (“Il filo dissoluto del destino”), che possiamo considerare accumunati tutt’al più da parole come umorismo e bizzarro. Se la volontà era quella di divertire, le pagine del moderno “dizionario” riflettono – come scontato – diversi approcci alla comicità. Tanto per dire, Predosin che, col suo “Yogi-boy”, ci rappresenta in appena tre pagine dei personaggi che, a confronto, fanno di Zoolander un modello di sobrietà; la satira più tradizionale di Leonardo Zampi, che punta tutto a esasperare le vicissitudini di un impassibile e sfruttatissimo piazzista, alle prese con clienti aggressivi e satanisti; Alessandro Sesto che, dopo “Lascia stare il la maggiore”, ha confermato una particolare attitudine nel demolire i più consueti ragionamenti filosofici, culturali o pseudo culturali, con dosi massicce di sarcasmo. Ancora Walter Comoglio che, con i suoi “Tedeschi che suonano altri Tedeschi”, si è lanciato in un racconto – fiume, di un surrealismo quasi inquietante, sulle vicissitudini di un gruppo musicale molto ma molto alternativo, e ormai disciolto; in cui il “disciolto” quasi va preso alla lettera e in cui il narratore sembra voler imitare il contegno e la seriosità dei critici rock; malgrado episodi molto dubbi come l’ingloriosa fine di Pecorina, uno dei fondatori della band: “proprio il giorno dopo la Polizia Morale Tedesca fece irruzione nel garage di Gothemburg armata di rudimentali faretre e di un mandato di cattura che pendeva sulla testa di Enzo Pecorina per un vecchio caso di abusi sessuali su un suora missionaria e su altre creature ancora” (pp.136); salvo poi tornare libero e schiattare per una partita di cozze avariate. Oppure ancora Stefano Cordoni che, alla sua maniera, ci racconta “L’irresistibile ascesa del cav. Piero Bisigotti”, ovvero la scalata al successo di un bauscia nordista, con tutta la sua compagnia di troioni e di servi: una commedia tipica italiana che ricorda vezzi e vizi di noti industrialotti padani. Brevi esempi che ci conducono almeno a una conclusione: l’illuminismo di Voltaire non sembra aver particolarmente influenzato questi narratori del terzo millennio, ma c’è da pensare, proprio perché si tratta di un libro delle Edizioni Gorilla Sapiens, che pochi lettori se ne rammaricheranno.
Edizione esaminata e brevi note
Autori Vari, “Voltaire Light: il nuovo dizionario filosofico”, Gorilla Sapiens Edizioni (collana Caramella acida), Roma 2015, pag. 172.
Luca Menichetti. Lankelot, dicembre 2015
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