La “Meditazione su Maria” del cardinale Walter Kasper è un breve testo di riflessione, chiaro, conciso e attento al dialogo tra le varie confessioni cristiane e le altre religioni, del resto l’autore è un insigne teologo, è stato collega di insegnamento universitario del papa emerito Benedetto XVI ed è presidente emerito del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.
La devozione mariana spesso è stata considerata nel cristianesimo in modo non equilibrato o per difetto o per eccesso. Personalmente penso a periodi in cui in ogni angolo d’Italia si scoprivano statue piangenti o sanguinanti della Madonna: si trattava ovviamente di fenomeni legati a creduloneria popolare e a furbastri che ne approfittavano, ma che erano indicativi di una ricerca del sacro che lì si sfogava. Penso a maggio, mese mariano, ai “fioretti”, al numero di capitelli mariani che ancora si vedono per le strade o in montagna, ai santuari dedicati a Maria, ai luoghi riconosciuti delle sue apparizioni come Lourdes o Fatima: nella devozione popolare Maria è molto presente e a volte le sono stati assegnati ruoli fin eccessivi. O al contrario in altri paesi e in altre chiese Maria ha avuto poca considerazione.
Naturalmente Kasper non si occupa di eventi devozionali popolari, casomai adatti a studi di antropologia, ma fa sempre riferimento alla Sacra Scrittura e a quello che ci racconta su Maria. Il ritorno alle fonti primarie è sempre fondamentale per capire.
Sei sono i capitoli che illustrano rapidamente altrettante caratteristiche di Maria: Maria icona del vangelo, Maria figlia di Sion, Maria obbediente alla parola, Maria madre di tutti i viventi, Maria nella fede cattolica, Maria prega per noi.
Al di là di tanta retorica mariana piuttosto dolciastra, le riflessioni del cardinale aiutano a collocare Maria al suo giusto posto di mediatrice tra Dio e gli uomini, mediatrice che non prende però il posto del figlio Gesù, ella è una perfetta realizzazione del vangelo, ma non è il vangelo stesso.
Maria inoltre congiunge Vecchio e Nuovo Testamento, è una donna ebrea – un’umile ragazza – attraverso la quale Dio manifesta la fedeltà al suo popolo.
Come spesso succede nella Bibbia Dio sceglie una donna debole, basti pensare a Sara, Hagar, Rachele e molte altre, donne infertili che concepiscono, donne senza potere che salvano il popolo. Quella che il cardinale ci propone è un’interpretazione tipologica di Maria, cioé un’interpretazione che comprende l’Antico Testamento alla luce del Nuovo e interpreta il Nuovo in base alle promesse dell’Antico. I testi si richiamano l’un l’altro e si completano a vicenda e Maria diviene così “tipo di ogni fedele e di ogni cristiano per il suo «fiat»”, è madre della Chiesa nel momento in cui Cristo, dalla croce, la affida al discepolo Giovanni ed è anche la nuova Eva.
L’evangelista Luca fa infatti risalire la genealogia di Gesù fino ad Adamo. Maria, chiamata ad essere madre del Salvatore, si trova nella successione di Eva. Come Eva ha contribuito a portare la morte all’umanità, così Maria contribuisce a dare la vita e diventa veramente sorella degli uomini, dei poveri, degli oppressi, degli afflitti, delle madri in lutto per i figli, ma anche di quanti vivono nella speranza e nella letizia.
“Maria non sta al margine della Bibbia, ma al centro. E questa testimonianza fondamentale è in un certo senso nascosta. Non si scopre con una lettura superficiale e distanziata. Spesso il cuore capisce le cose meglio della testa. Così è necessaria la meditazione spirituale per capire profondamente Maria”.
Infine Kasper dedica un capitolo a una rapida esposizione dei dogmi della chiesa su Maria. Il primo è quello fondamentale: Maria la Theotokos, la madre di Dio, cui si lega quello della sua verginità, ampiamente negato e rifiutato oggi per vari motivi.
Questi due dogmi principali sono patrimonio comune di tutte le chiese cristiane, più difficile invece è la situazione per gli altri due dogmi: l’Immacolata Concezione e l’Assunzione corporale di Maria nella gloria celeste.
A differenza degli altri sono recenti: l’Immacolata Concezione fu definita nel 1854 da papa Pio IX e l’Assunzione nel 1950 da papa Pio XII. Kasper spiega che le loro radici sono molto più antiche e affondano nella Sacra Scrittura.
Kasper espone in modo molto chiaro e sintetico quanto è stato affermato in questi dogmi.
In conclusione non pochi insegnamenti su Maria si possono trarre da queste pagine. È importante innanzi tutto collocarla nella Bibbia, vedere il suo ruolo.
“Maria non è mediatrice nello stesso senso di Cristo, che è l’unico mediatore tra Dio e gli uomini (cf.I Tm 2,5ss). Maria è mediatrice solo in forza e in partecipazione alla mediazione di Cristo”.
Infine per i cristiani, Maria è sicuramente un segno di speranza e infatti così conclude il cardinale: “Sono convinto che proprio oggi, in un tempo che ha perduto la speranza e si accontenta delle piccole cose e gioie di ogni giorno, abbiamo bisogno di una speranza che faccia coraggio, che dia pazienza e magnanimità, per le cose grandi e per i desideri più profondi della nostra anima. Senza speranza nessuno può vivere, nessun individuo, nessun popolo, neanche la Chiesa e nessuna comunità religiosa. Abbiamo bisogno di Maria come segno e strumento di questa speranza. «Santa Maria, prega per noi, adesso e nell’ora della nostra morte».
Edizione esaminata e brevi note
Walter Kasper (Heidenheim an der Brenz 1933), cardinale tedesco, è presidente emerito del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. È stato docente di teologia dogmatica presso l’università di Münster, professore ospite alla Catholic University of America a Washington e vescovo di Rottenburg-Stoccarda. Autore di numerose opere, per EDB ha pubblicato Chi crede non trema (due volumi 2012), Non ho perduto nessuno. Comunione, dialogo ecumenico, evangelizzazione (2015).
Walter Kasper, Meditazione su Maria, Bologna, Edizioni Dehoniane 2018, collana L’Ispiera.
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