Ermini Flavio

Edeniche

Pubblicato il: 21 Luglio 2019

Questo libro di poesie di Flavio Ermini, “Edeniche”, pubblicato da Moretti & Vitali nel maggio del 2019, ha un sottotitolo eloquente: “Configurazioni del principio”. Perché tale poesia si pone proprio come investigazione in quei territori dove la parola si fonda e al tempo stesso sembra mancare come costrutto logico, rivelando la sua dimensione primordiale, “aurorale “ scrive l’autore.

Così leggendo queste poesie entriamo come in un sogno lucido, dove la parola si rivela l’enigma dentro cui il pensiero può germogliare e la tensione del ritorno all’indistinto originarsi.
Sono poesie che testimoniano di una ricerca interiore volta a recuperare il principio del pensiero, la “parola originaria”, ciò che sta prima della parola che banalmente usiamo per comunicare, la parola come rivelazione dell’unità che sostiene il molteplice, colta nel suo “darsi iniziale”, principio indistinto che regola la nostra caduta umana.

Siamo ben oltre la comunicazione, in quella “antiterra” dove si muovono le ombre del nostro primitivo pensare, dove conosciamo il mondo come contesa, come conflitto fra opposti nella dimensione dell’apparenza, mentre l’essere viene percepito come “il permanere che si trova a fondamento di tutto il divenire”. Questa è una poesia profondamente filosofica, dove risuonano i riferimenti a Heidegger, Rilke, Hölderlin, Wittgenstein e dove il pensiero poetante crea misteriose assonanze, mettendo in scena il brivido dell’impensato, la voragine dell’impensabile.
Qui l’atto poetico è inteso come testimonianza di un’ambiguità fondamentale del pensiero, che cessa di comunicarsi laddove si sottrae all’illusoria comprensione e si formula come indeterminatezza fondante del linguaggio stesso, sua aporia primigenia, prelogica, quasi preumana.

Il divino non è altro che una perpetua annunciazione del dolore, al quale cerchiamo di sfuggire traverso lo stordimento di una quotidianità linguisticamente alienata; gli umani, definiti ora i “consapevoli di morte”, ora gli “esuli”, sono chiamati a un cambiamento di prospettiva, dall’antropocentrismo che li determina a una visione in cui si può registrare “il movimento ondoso che precede la dimensione verbale”.

La condizione umana è quella dell’esilio da un Eden che forse è l’infanzia, se infante è etimologicamente ”colui che non parla”, attraverso la poesia noi possiamo recuperare un contatto con le nostre origini prelinguistiche, laddove risuonano puri il “momento precategoriale” e “il pullulare pregerarchico delle parole possibili”.
Il divenire è il regno della distruzione e dell’annientamento, in quello che si manifesta come “discontinuo andirivieni di creature/ invano impegnate a sottrarsi alla fine”, quella umana è dunque una condizione tragica, poiché “non dà scampo il tempo”.

Così se la vita umana è destinata all’erranza propria degli esiliati, questo errare “dà senso e forma al nostro esserci”, bisogna trovare un “rifugio contro le illusioni” anche se la nostra dimora è aleatoria, posta com’è alla periferia del vuoto, che sembra essere, per Flavio Ermini, il “vero fondamento”.
Il suo discorso è profondamente archetipico, vengono immaginati dei luoghi, “l’antro dei cieli”, “il castello in aria”, “il sacro recinto”, “la soglia mutata in pietra”, “il tempio delle terre” , “il giardino conteso”, “l’ingannevole deserto”, dove si muovono personaggi mitici, “i vecchissimi”, “gli amatissimi” “il padre”, “il figlio”, “ i custodi della terra”, “i divini”…

Così Flavio Ermini ci mostra una costellazione di pensieri interconnessi, per restituire alla parola poetica la sua dimensione oracolare, creando una poesia oggettiva dove non c’è più spazio per l’io, per far scaturire l’essere oltre le vicissitudini del divenire, gli imbrogli dell’apparenza, le illusioni generate dai simulacri di un verità che si allontana da noi tanto più cediamo alle fascinazioni del nostro egocentrismo.

Edizione esaminata e brevi note

Flavio Ermini (Verona, 1947) è poeta, narratore e saggista. Dirige dalla fondazione la rivista di poesia e ricerca letteraria ”Anterem”. Fra le sue pubblicazioni, le opere poetiche “Karlsár” (Anterem, 1998), “Poema n.10. Tra pensiero” (Empiria, 2001), “Il compito terreno dei mortali” (Mimesis, 2010). Fra i romanzi: “Ali del colore” (Anterem, 2007) “L’originaria contesa tra l’arco e la freccia” (Moretti & Vitali, 2009), “Il matrimonio del cielo con la terra” (Tracce – Cahiers d’Art, 2010). Fra i saggi: “Il moto apparente del sole” (Moretti & Vitali, 2006), “Essere il nemico” (Mimesis 2013) “Il giardino conteso” (Moretti & Vitali, 2016), “Della fine” (Formebrevi, 2016). Suoi testi sono stati tradotti in francese, inglese, spagnolo, slavo, russo. Vive a Verona, dove lavora in editoria.

Flavio Ermini, Edeniche – Configurazioni del principio, Moretti & Vitali, maggio 2019

Wikipedia
Anterem
Poesia 2.0

Lankenauta, Ettore Fobo, luglio 2019