Centofanti Fabrizio, Trane Sabrina

La forma della felicità

Pubblicato il: 22 Luglio 2021

Per me, da ex-studente di Legge, autore di una tesi di laurea ampiamente incentrata sulla storia del diritto degli Stati Uniti, un libro dal titolo La forma della felicità è di per sé motivo d’interesse. Il diritto al perseguimento della felicità, infatti, ha rango costituzionale negli USA, essendo espressamente inserito nella Dichiarazione d’Indipendenza del 4 luglio 1776. E va inteso come il diritto alla piena realizzazione di sé, non tanto (anche se, di fatto spesso ha preso soprattutto questa piega) come affermazione sociale o economica, quanto come realizzazione del Sé, ovvero il più alto (e profondo) potenziale della persona – la sua vocazione.

Leggere questo breve ma denso saggio, in cui si fondono alla perfezione le voci di un sacerdote-scrittore di incredibile acutezza, Fabrizio Centofanti, e di una psicoterapeuta cognitiva, Sabrina Trane, è dunque estremamente significativo e, aggiungerei, cruciale in un tempo come il nostro, le cui sfide – e improprie limitazioni alle nostre libertà fondamentali – ci mettono spietatamente davanti ai tanti motivi per cui la paura, la sfiducia e altri fattori tossici ci portano a perdere il contatto con il pozzo di noi stessi.

Eppure, è proprio in questo pozzo, o se preferite in questa stanza interiore, che si annida la fondamentale risposta alla domanda del perché gli uomini e le donne, di oggi come di sempre, spesso rinuncino a essere felici. È qui dentro che, come gli autori ci spiegano con mano gentile ma ferma, quella radice di fondo dell’identità umana, il Sé, dove si annida il Dio-in-noi, ci chiama a guardare. Tutto questo, però, non visto in un’ottica esclusivamente individuale, ma sempre personale, perché là dove si dice “persona” si fa sempre riferimento a un soggetto portatore di idee, sogni e diritti che, per forza di cose, si proiettano sull’Altro. E proprio qui sta l’inghippo. Perché colui o colei che si relaziona all’altro senza coscienza di sé finisce per proiettargli addosso le proprie paure, frustrazioni ed emozioni disarmoniche in genere. E da un rapporto Io-Tu così squilibrato non può che nascere una società squilibrata e lesiva dei diritti delle persone, dove predominano i demoni della malsana ambizione, del guadagno sfrenato e del “successo” come mera affermazione dell’Ego.

Al contrario, la – sia pur a volte dolorosa – discesa nelle proprie contraddizioni interne, nei propri traumi e sogni rimossi, e la loro (jughiana) individuazione, può dare accesso al territorio libero di potenzialità in espansione che è il Sé, e da qui, quel “Te stesso” che, così come lo ami, ti porta spontaneamente ad amare il “Prossimo tuo”, secondo il comandamento nuovo di Cristo, può nascere la piena realizzazione della persona, che non è mai in sé autoconclusa, per quanto– punto altrettanto imprescindibile – non dipenda mai dagli altri.

Tutto l’arco di questo percorso di (ri)scoperta costituisce l’essenza de La forma della felicità, opera che mi sento di raccomandare vivamente per studio e meditazione a tanti sedicenti cultori del “bene comune”.

Edizione esaminata e brevi note

Fabrizio Centofanti, Sabrina Trane, La forma della felicità, Effatà, 2021, pp. 140

Fabrizio Centofanti, laureato in lettere moderne con una tesi su Italo Calvino. Sacerdote diocesano a Roma dal 1996, parroco dal 2005, opera al santuario della Madonna del Divino Amore nel campo della spiritualità e dell’approfondimento della Sacra Scrittura. Ha pubblicato romanzi e saggi per le case editrici Effatà, Clinamen e IPL. Con Sabrina Trane ha pubblicato il Piccolo manuale di spiritualità e il Piccolo manuale di santità (Palumbi). È fondatore, insieme con Franz Krauspenhaar, del blog collettivo La poesia e lo spirito, dove attualmente scrive. Le omelie sono raccolte nel blog Gesù per atei.

Sabrina Trane, psicologa e psicoterapeuta con specializzazione in psicoterapia cognitiva e master in psicologia vocazionale, conseguito presso la Pontificia Università Lateranense e ha esperienza nel campo della psicologia religiosa. Alla sua professione ha sempre unito un impegno nell’elaborazione di una visione cristiana della persona e nella ricerca del punto di contatto tra lo psichico e lo spirituale. Ha collaborato in esperienze di catechesi e di di supporto alla vita consacrata.