Staffiero Davide

Dalle 9 Alle 6

Pubblicato il: 4 Settembre 2022

Il titolo di questo libro già rimanda ad una tematica di tipo lavorativo: in inglese infatti, quando si dice “a 9 to 5 job”, “un lavoro dalle 9 alle 5”, s’intende proprio il classico lavoro d’ufficio. In questo caso, l’orario si estende fino alle 6 forse per includere la pausa pranzo, una sottigliezza che forse serve a far presagire lo spirito aziendale che verrà descritto nelle pagine che seguiranno.

Il protagonista Alex Magni è un giovane di belle speranze che dalla sua parte ha l’età, il bell’aspetto, la cura di sé stesso, la sicurezza, l’intelligenza e numerosi titoli e premi di studio. Alex è cresciuto con l’etica del duro lavoro e del sacrificio, instillatagli dal padre, è un grande appassionato di film, come l’autore tra l’altro, ed in particolare di Rocky IV, di cui praticamente venera l’antagonista, il gigantesco e cattivissimo pugile sovietico Ivan Drago, quello del celebre “io ti spiezzo in due”.

Alex arriva quindi preparatissimo al suo colloquio di lavoro con questa grande azienda che opera nel settore finanziario. Sembra essere il lavoro dei suoi sogni, un’occasione che se colta, potrebbe farlo arrivare parecchio in alto. Alex però ha fatto male i conti: il colloquio prende una piega inaspettata, il responsabile delle risorse umane e suo futuro superiore, Joseph Kramer, non chiede delle sue esperienze e dei suoi studi e sembra invece più interessato a capire come Alex reagisce quando aggredito. Dopo circa quindici minuti, senza nessun preavviso, l’altra persona presente al colloquio, si fionda su Alex, il quale reagisce, ed essendo un assiduo frequentatore della palestra, riesce pure ad avere la meglio. Questo gli vale l’assunzione in prova.

Alex è ovviamente al settimo cielo ma scopre ben presto che l’azienda che l’ha assunto, e di cui non viene mai detto il nome, è un complesso e severo organismo di regole, scritte ma soprattutto non scritte che esige totale abnegazione e carichi di lavoro difficilmente sostenibili. Il confronto fisico si conferma essere la norma e Alex si ritrova in situazioni alla “Fight Club” dove vede spesso colleghi con fasciature, ematomi, suture e cicatrici varie, riportate durante riunioni o colloqui.

Giorno dopo giorno Alex si ritrova sempre più in difficoltà, il mentore che gli è stato assegnato, Maiorano, gli dà informazioni scarne e parziali, Kramer lo sminuisce in continuazione e sembra trarre piacere dall’ingannarlo o tendergli trappole che lo portano a fare figuracce con gli altri colleghi, addirittura Alex trova prove di sabotaggio da parte di altri colleghi nel suo computer. La competizione è veramente fuori controllo, le ore lavorative aumentano, fine settimana compresi, perché “ogni straordinario è benvenuto, ma non retribuito” e anche riguardo alle ferie la politica aziendale è abbastanza particolare: “Nel codice di condotta aziendale, il capitolo dedicato alle ferie era di una brevità lapalissiana: ciascun dipendente era libero di fare quello che gli pareva. Non esistevano limiti, né un minimo sindacale, né tantomeno un massimo. Tutto a discrezione del singolo. Ma anche se il privilegio di gestirsi in autonomia era concesso a chiunque, Alex non aveva mai sentito di qualcuno che ne avesse di fatto approfittato. In azienda non si parlava di vacanze punto e basta”.

Unica nota positiva per Alex, sembra il rapporto amichevole con “l’impiegato alfa”, Matteo Caccia. Lavoratore modello e in rapida ascesa nella gerarchia aziendale. La situazione si farà sempre più ingestibile per Alex, che si ritroverà ad andare contro ogni suo principio morale pur di restare a galla.

L’autore, Davide Staffiero, conferma in questo libro un suo stile narrativo molto particolare già messo in luce nel suo primo romanzo, “Il Programma”, recensito dal sottoscritto proprio qui su Lankenauta. In entrambi i romanzi si ha la sensazione che il protagonista affronti una graduale ma allo stesso tempo veloce discesa verso l’autodistruzione. Uno stile con parecchi riferimenti cinematografici e che racchiude in sé situazioni assurde ma allo stesso tempo credibili e che seguono un filo logico spesso inappuntabile, con conclusioni non certo a lieto fine ma che nel quadro complessivo della storia narrata, hanno senso. Il tutto circondato da un lieve velo d’ironia che rende gli scenari spesso drammatici più digeribili al lettore.

In conclusione, si tratta di una bella storia, non necessariamente una critica sociale, semplicemente un romanzo ben scritto, dai toni cupi e spesso anche inquietanti ma con personaggi ben costruiti e un ritmo che cattura. Lo consiglio a tutti i sostenitori del cosiddetto “smart working” e a coloro che invece, preferiscono l’ufficio.

Edizione esaminata e brevi note

Davide Staffiero, classe 1984, è nato e cresciuto in Svizzera. Inguaribile cinefilo e avido consumatore di serie tv, dopo un breve periodo come critico cinematografico si è trasferito in televisione, dove dal 2009 seleziona i film da proporre in palinsesto. Divora storie per passione e per lavoro, tanto che qualche volta gli viene voglia di scriverne una sua. Il suo romanzo d’esordio, “Il Programma”, è stato semifinalista al Premio John Fante e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Letterario Giovane Holden. “Dalle 9 alle 6” è il suo primo romanzo pubblicato con Edikit.

Davide Staffiero, “Dalle 9 alle 6”, Edikit Edizioni, Brescia 2022.