Brentani Alfonso

Per oggi non mi tolgo la vita

Pubblicato il: 30 Marzo 2016

“Penso a ciò che la vita ci chiede e ci dà, e mi vengono in mente gli obiettivi. L’amore, l’amicizia, l’ambizione, la riproduzione, la vita sociale e professionale, i sorrisi e le uscite notturne e diurne, gli interessi e l’arte, le passioni, le emozioni, i titoli e i profitti, gli affetti e gli abbracci e i dolori; e io di tutto ciò non voglio più nulla, voglio l’assoluta libertà di rifiutare tutto e di non combattere per ottenere tutto ciò, voglio l’onore delle armi per obiezione di coscienza alla vita. Voglio il diritto al patetismo: alla sconfitta e alla rinuncia, alla debolezza e al crollo” (pag. 15)

Alfonso Brentani (classe 1978), amante di letteratura, black metal e a quanto pare anche di alberi (“li adoro passerei tutte le ore a fissarli e abbracciarli”, pag. 30) come si legge in copertina, ha scritto un romanzo in onore e debitore del Male oscuro di Berto. Le pagine contengono con un crescendo nevrotico il flusso di coscienza di una mente insoddisfatta e instabile che cerca di capire come togliersi la vita e, allo stesso tempo, spiegare perché lo fa e per colpa di chi lo ha fatto (almeno in alcune circostanze). Laureato in filosofia, trentenne lavora come editor in una casa editrice e fa la spola (clichè che l’autore non amerebbe) tra il paesino nei pressi di Sassari in cui è nato e Nuoro, dove può dedicarsi al suicidio lontano dalla famiglia. Tutto inizia col presente, il “Fatto”, in cui l’io narrante ci spiega come intende suicidarsi (col gas della marmitta). Segue l’Antefatto, che mescola i flashback del passato a stralci di presente in cui l’autore scrive – e magari fa qualche pausa per cercare dei termini nel dizionario – la sua storia. Nell’Antefatto si torna al suo primo tentativo di morte, abbastanza tragicomico, dove si mette dapprima con una corda al collo e poi tenta di esalare il gas della stufa.

Le ansie e i pensieri di troppo però gli rendono difficile consegnarsi a una morte reale e il primo tentativo fallisce miseramente. Il secondo, dopo essersi rivolto a una costosissima psichiatra non troppo professionale e umana, lo induce a mescolare psicofarmaci a Jack Daniel’s, causandogli una lavanda gastrica e un gran bello spavento per i suoi amici. Dopo aver cambiato dottore e aver ripensato al senso della vita, nel capitolo iniziale (il Fatto), l’autore sale in macchina e, recidivo, ci prova un’altra volta.
La depressione, l’incapacità di relazionarsi con gli altri vengono raccontati con estremo realismo, seguendo ragionamenti spesso scalfiti (per non dire dilaniati) da parentesi del tutto insulse che contribuiscono ad aumentare il climax a un racconto ansiogeno già in partenza. Più inquietante è il ritorno dell’autore al paese mentre si lamenta di essere un misero “suicida da scrivania” (p. 63), che sta alla finestra a immaginare di sparare alla gente, che si rifiuta categoricamente di raccogliere la cacca del suo cane con la paletta e per questo disposto anche a litigare con le signore che lo colgono sul fatto; soprattutto interessante è la sua cameretta – che rispecchia evidentemente la sua formazione culturale di base – “in cui troneggiano tantissimi cd di musica pesante e tanti libri di autori suicidati disadattati depressi alcolisti drogati morti” (sempre p. 63). La cosa che più sorprende di questo autore sardo è il sano attaccamento alla tradizione letteraria italiana per cui spuntano nomi troppo ignorati dai suoi contemporanei; ecco quindi riferimenti espliciti a Guido Morselli, Luciano Bianciardi, Guido Piovene e, dando uno sguardo al passato più lontano, a Svevo, fino a Petrarca. C’è anche la Nothomb.
Il libro si conclude con stralci di diario contenenti riflessioni sui due farmaci sbagliati che hanno indotto l’io narrante al secondo suicidio e a casi reali, inerenti la pericolosità di una scelta sbagliata per quel che riguarda la cura del nostro organo più sensibile. Il cervello.
Si ride, ci si allarma, si colgono allusioni alla vita reale e alla sana letteratura nel libro di Brentani, Per oggi non mi tolgo la vita. Convinti di non aver perso del tempo e lieti di aver conosciuto un altro autore da aggiungere alla lista per la rinascita letteraria dell’isola.

Edizione esaminata e brevi note

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Alfonso Brentani, (1978) scrittore sardo.
Alfonso Brentani, “Per oggi non mi tolgo la vita”, Exòrma Edizioni, Roma, 2010. Disponibile anche in ebook dal 2014.
Approfondimento in reteExòrma

Luca Martello, gennaio 2011