Categoria: cinema canadese

Dolan Xavier

Les Amours imaginaires

Ad un anno di distanza dall’interessantissima opera prima, J’ai tué ma mére, che ha imposto Xavier Dolan, appena diciannovenne, all’attenzione del cinema internazionale, il giovane regista canadese realizza il suo secondo lungometraggio, Les Amours imaginaires, soffermandosi questa volta sul tema dell’amore in gioventù e sulle sue irrazionali, ossessive e controverse dinamiche, sui motivi del cambiamento che questo sentimento produce nelle vite ancora non del tutto strutturate di ragazzi che sono alla ricerca di sé e del loro essere...CONTINUA...

Dolan Xavier

J’ai tué ma mére

L’enfant prodige dell’attuale panorama cinematografico internazionale, Xavier Dolan, esordì dietro la macchina da presa a soli 19 anni, nel 2009, con una pellicola dalle tematiche forti – svelate in parte già dall’emblematico titolo: J’ai tué ma mére (“Ho ucciso mia madre) – e dichiaratamente autobiografiche. Il complicato e ambivalente rapporto con la madre (ripreso con diverse modalità in Mommy) e l’omosessualità dichiarata e rivendicata saranno in effetti argomenti ricorrenti, se non addirittura centrali, anche in opere successive...CONTINUA...

Cronenberg David

La promessa dell’assassino (Eastern promises)

Dimenticatevi subito il titolo “all’italiana”, La promessa dell’assassino, davvero fuorviante, solita ottusità nostrana per invogliare alla visione gli spettatori di grana grossa. Dimenticatevi anche, ma non troppo, il Cronenberg disturbante e ipervisionario di Videodrome e La mosca, de Il Pasto Nudo e di Crash. Dimenticatevi di tante cose ma non scordatevi che l’ultimo Cronenberg è sempre Cronenberg, pur riaggiornato a temi e modalità espressive che si insinuano da differenti angolature sotto pelle rispetto...CONTINUA...

Cronenberg David

Il demone sotto la pelle

Con Il demone sotto la pelle, a metà dei Settanta, comincia a muoversi nel mondo del cinema un eccentrico regista canadese che da subito mostra, attraverso storie angosciose dalle immagini inquietanti, la sua visione tutt’altro che positiva del mondo in cui viviamo. Storie che, volutamente, non definiscono mai un confine netto tra realtà e fantasia - mondi più che mai da incubo -, non concedendo salvezza ai personaggi, non contemplando la possibilità di un riscatto o di una via di fuga. Stiamo ovviamente parlando di David Cronenberg e del suo mondo (di celluloide, non dimentichiamolo mai)...CONTINUA...