“Sulle tracce di Sherlock Holmes”, che campeggia sulla copertina del romanzo, è un riferimento che meglio si adatta all’autrice Felicia Carparelli, a quanto pare grande appassionata del genere poliziesco classico, piuttosto che al suo “Omicidio in bilblioteca”. Ma a parte questa precisazione, il romanzo – diciamolo subito – si legge molto bene e senza quella difficoltà, tipica del cosiddetto giallo ad enigma, che a volte rischia di farti confondere i nomi dei protagonisti di una vicenda dove l’ingegnosità e la complessità della trama e del mistero rappresentano spesso un pregio dell’opera; e parimenti prevalgono sugli aspetti più propriamente letterari (non è un caso se, in ogni numero della collana storica mondadori, una pagina elencava tutti i personaggi principali del romanzo).
La biblioteca del titolo e dell’omicidio si trova in un’Università del Midwest, dove lavorano la giovane vedova Violetta Aristotle, di sangue greco e italiano, e la sua assistente Scarlett. Le due donne, all’indomani di un ricevimento, vedono il corpo senza vita di Hieronymus Wilde, personaggio in predicato di diventare direttore ad interim della biblioteca, amatissimo dalle donne per il suo fare da dongiovanni, ed altrettanto odiato per la sua smodata ambizione e per i suoi modi da arrampicatore sociale. Scarlett, dopo essere stata sedotta dall’uomo, ha anche lei motivi di rancore e, in maniera azzardata se non sospetta, manipola la scena del crimine e mette nei guai se stessa e l’incolpevole Violetta. Il detective della Polizia di Chicago Mick McGuire, giunto subito sul luogo, non tarda ad accorgersi che qualcosa non va, a cominciare dalle testimonianze delle due donne. Da qui parte un’indagine che vedrà tra i protagonisti principali proprio il massiccio poliziotto, subito concupito da Violetta, giovane e procace bibliotecaria da anni in astinenza sentimentale e sessuale. Una ragazza che dalla morte del marito non si è più tagliata i capelli ed ora si ritrova una lunghissima chioma nera, vestita con un look simil punk, come fosse una Morticia dedicata ai libri, piena di interessi (la cucina, l’opera) ereditati dal padre, un cuoco greco, e dalla madre, un ex cantante italiana. Le schermaglie tra il detective e la donna hanno come sfondo un ambiente di bibliotecari che non rispondono sicuramente ad una certa idea di antiquato e polveroso: tra adulteri, vendette, relazioni inconfessate, la biblioteca di Violetta si mostra semmai come un ricettacolo di serpenti, seppur descritti con alte dose di ironia. Ed è l’ironia probabilmente la caratteristica che più balza agli occhi del lettore.A fronte di un mistero che prende corpo soprattutto nelle ultime pagine, con l’inevitabile scoperta dell’insospettabile assassino, il resto del romanzo, di pagina in pagina, mette in campo situazioni piene d’ironia, o meglio di autoironia (ricordiamo che anche Felicia Carparelli è bibliotecaria), che giungendo fino a siparietti comici, riescono a sventare il rischio di un’opera tale da essere catalogata di diritto nel genere “chick lit”. Un romanzo che, pur puntando molto sulle schermaglie sessual-sentimentali dei due protagonisti, sarebbe ingeneroso mettere al pari delle “pollastrelle” di molti fortunati best-seller. Gli interessi letterari di Felicia Carparelli ci possono suggerire e ricordare semmai riferimenti più coerenti al genere poliziesco, come Miss Marple oppure Tommy e Tuppence di Agatha Cristhie, od ancora Nick e Nora Charles, i due protagonisti dell’Uomo ombra di Dashiell Hammett. Sono ovviamente riferimenti molto generici perché è difficile poi trovare un romanzo di genere poliziesco che, come “Omicidio in biblioteca”, ponga attenzione alla cucina e al cibo; tanto da proporre in appendice le ricette di alcune pietanze greche come i biscotti kourabidies, la zuppa avgolemono e il preparato di burro al miele.
Alla luce di questo romanzo ci si rende conto ancora una volta di come la Gargoyle si sia impegnata ad esplorare tutte le possibili variazioni sul tema del mistero e dell’insolito: dal satanismo, all’horror tutto politico, al vampirismo, fino a giungere ad un poliziesco, non privo di elementi “rosa”, e che si arricchisce pure di apprezzabili suggerimenti gastronomici. Insomma in questo caso non ci si sbaglierebbe ad augurare “buon appetito” invece di “buona lettura”.
Edizione esaminata e brevi note
Felicia Carparelli (1952), insegnante e bibliotecaria, organizza reading e modera un club del libro. Oltre a Omicidio in biblioteca è autrice di A Perfect Life in Hell e di The Mysterious Affair at Longbourn. Vive a Chigago.
Felicia Carparelli, “Omicidio in biblioteca”, Gargoyle, Roma 2012, pag. 224
Luca Menichetti. Lankelot, ottobre 2012
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