Telese Luca

La marchesa, la villa e il cavaliere

Pubblicato il: 28 Giugno 2011

Dalla tragedia alla truffa. Questo poteva essere un titolo alternativo dell’ultimo libro di Luca Telese, dove la villa di Arcore, ovvero l’eredità Casati Stampa, è l’elemento che unisce due vicende tutt’altro che inedite: un omicidio – suicidio avvenuto a Roma il 30 agosto 1970 e la successiva acquisizione di villa San Martino nel patrimonio del giovane imprenditore Silvio Berlusconi. Acquisizione avvenuta in virtù dell’interessamento dell’avvocato Previti, al tempo “tutore” della nobile orfanella. Ma andiamo per ordine.

In quel giorno di fine agosto, in via Puccini a Roma, furono trovati tre corpi senza vita: quelli “di un viveur, di un’arrampicatrice sociale, e di un miliardario”. E’ l’epilogo di un rapporto perverso, quello tra Anna Fallarino e suo marito, il marchese Casati Stampa, costellato di giochi voyeristici, ammucchiate, scambi di coppia, maialate in ogni dove, finito forse per l’esasperazione della donna in cerca di normalità, forse per la presenza della nuova fiamma Massimo Minorenti, forse per ambedue le cose. Evidentemente la presenza di un inaspettato sentimento nel meccanismo ormai consolidato di perversioni fece deflagrare la situazione fino al tragico epilogo. Fu il primo scandalo sessuale, nell’Italia degli anni Settanta, documentato con  immagini osé: foto scattate dal marchese Camillo a sua moglie Anna durante i loro giochi voyeuristici. Una vicenda che però non si è fermata con quelle morti che tanto fecero la fortuna dei giornali di gossip e, grazie alle foto di Anna Fallarino, anche delle nascenti riviste per adulti. Quel clamore fa da perfetto pendant al silenzio che ha avvolto le sorti dell’eredità Casati Stampa ed in particolare di Villa San Martino. Il libro, edito da Aliberti, con tanto di immagini nature della marchesa, si presenta maniera piuttosto furba come a suggerire chissà quali rivelazioni inaudite. In realtà, se dell’omicidio da anni la stampa e l’editoria aveva dato conto con dovizia di particolari (pensiamo alle opere di Cerami, Augias e dello stesso Telese), anche in relazione alle manovre quanto mai opache messe in atto dall’avvocato Previti per far acquisire per poche palanche Villa San Martino al suo occulto amico Silvio Berlusconi, si era parlato e soprattutto si era scritto. Con una differenza non da poco. In relazione all’eredità ed al trattamento riservato alla giovane erede marchesa Casati Stampa, le inchieste non hanno mai avuto una particolare diffusione ed attenzione: da un lato chi si azzardava ad investigare finiva querelato (Telese ci ricorda le vicissitudini di Giovanni Ruggeri col suo “La grande truffa” edito per le edizioni Kaos nel 1998), dall’altro quella storia misteriosa e mai del tutto chiarita ha trovato spazio nei libri dedicati al Cavaliere, tipo nelle cronache di Marco Travaglio, ma sempre stretta tra tante altre marachelle che, vuoi per la stretta attualità, vuoi per i processi pendenti, potevano maggiormente colpire il lettore.

In realtà esiste un interesse storico e criminologico evidente, non soltanto per la particolarità di personaggi assimilabili ad un ibrido Wanna Marchi – Fantomas: la comprensione del meccanismo col quale fin dagli anni settanta il futuro utilizzatore finale, col suo amico Cesare Previti, si era lanciato alla conquista di “un posto al sole”; salvo poi avere qualche battuta d’arresto – ma solo parziale – a seguito delle sentenze SME e IMI-Sir. Il meccanismo aveva portato ad una “convenzione di compravendita” con la quale Annamaria Casati offriva in vendita ala Edilnord la proprietà di Arcore al prezzo di lire 750 milioni.  Senza però che fosse stabilito un termine per versare le caparre, versate peraltro sei anni più tardi (1980), quando il nostro Berlusconi aveva già preso possesso della villa fin dal 1974. Alla marchesina però non arriverà in tasca un centesimo in contanti ma un pacchetto di azioni di una società satellite del nascente impero berlusconiano: la Cantieri Riuniti Milanesi, il cui valore – secondo l’avvocato Previti, curatore del contratto preliminare – avrebbero avuto un valore di un miliardo e settecento milioni di vecchie lire.

Al momento però di convertire le azioni in denaro contante nessuno vuole comprarle. Si offrirà di ricomprarle soltanto la stessa Cantieri Riuniti con uno sconto del cinquanta per cento. Il valore autentico di Villa San Martino? Si può intuirlo “quando la Cariplo offrirà a Silvio Berlusconi e alla sua società, in cambio della garanzia di quel contratto un finanziamento di 7 miliardi e 300 milioni per l’immobiliare Idra, l’ultima azienda berlusconiana che si vede intestate le proprietà acquisite dalla Casati Stampa” (pag.104). Senza scendere troppo nello specifico si colgono quelle manovre societarie, degne di una matrioska, che invece con tanta precisione sono state descritte nel cult “L’odore dei soldi”: un marchio di fabbrica che in questa circostanza ha spolpato la giovanissima erede di una ricca ma sfortunata famiglia. Telese quindi non aggiunge niente di particolarmente nuovo rispetto a quanto pubblicato in precedenza; al più dettagli che si affiancano ed integrano il contenuto di un libro come “La marchesa Casati” di Mariateresa Fiumanò. In compenso la sua opera, per quanto costruita con una certa furbizia – ricordavo le foto al naturale della marchesa – si fa leggere molto bene, risultando scorrevole come un romanzo breve. Dopo aver raccontato dell’omicidio-suicidio, “La marchesa, la villa e il cavaliere” anche proseguendo con le gesta della coppia Berlusconi – Previti rimane un romanzo noir a tutti gli effetti.

Edizione esaminata e brevi note

Luca Telese (Cagliari 1970) giornalista del Fatto Quotidiano, conduttore di Tetris e di In onda su La7. Tra i suoi libri: Cuori neri (Sperling & Kupfer, 2006), sugli anni di piombo, e Qualcuno era comunista (Sperling & Kupfer, 2009), sulla fine del Pci e la storia della sinistra in Italia.

Luca Telese, La marchesa, la villa e il cavaliere. Una storia di sesso e potere da Arcore ad hardcore, Aliberti editore, Roma 2011, pp.170

Luca Menichetti, giugno 2011