Visca Lucia

Propaganda. L’origine della più potente loggia massonica

Pubblicato il: 7 Dicembre 2011

La bibliografia sulla P2 e sulla massoneria, deviata e non, è indubbiamente ampia, ricca di tomi approfonditi. Meno presente tra gli scaffali delle librerie semmai sono opere che, in attesa di ulteriori istant book che ci raccontino della P3, P4, Papa, Bisignani, Letta zio, sappiano offrirci una sintesi plausibile del malaffare e delle trame occulte connaturate alla nostra Italia gelatinosa. “Propaganda”, titolo che nasce da una semplice constatazione (“se è esistita la P2, se è vero che esistono le P3 e la P4, non può che esserci stata anche la P1”), non si propone come un compiuto libro di storia criminale: non ne ha le dimensioni e la stessa autrice, la giornalista Lucia Visca, mi pare abbia voluto chiarire il diverso ruolo dello storico e del cronista che si può permettere molti “forse”. Il libro è semmai il racconto di un intreccio tra affari e politica, presumibilmente costruito fin dall’età risorgimentale e giunto fino ai giorni nostri senza troppe variazioni su tema.

Bisogna dare atto a Lucia Visca che, in questo suo procedere a partire dall’impresa dei Mille, alla fondazione della loggia Propaganda – sulle ceneri della Universo – da parte di Giuseppe Mazzoni nel 1877, per passare poi allo scandalo della Banca Romana, non ha voluto indulgere in generalizzazioni o identificare il Regno e la Repubblica Italiana come grande complotto (ci ha risparmiato anche l’abusata espressione “poteri forti” che spesso sono trattati come sinonimo di poteri occulti o poteri marci): “Attenzione a non commettere un errore di valutazione. Non si creda che tutta la vicenda risorgimentale sia stata la copertura di una conventicola di affaristi annidata nel mistero delle logge massoniche e in combutta con le organizzazioni criminali. Certo è che alcuni metodi, fissati in quegli anni si sono poi riproposti fino all’oggi. Le reciproche convenienze di interessi tra organizzazioni criminali e settori marginali, a volte neanche tanto, dello Stato si è espressa in un susseguirsi di circostanze e scandali mai fino in fondo chiariti”. (pag. 21). Quindi vicende che ripropongono gattopardi e parallelismi tra passato e presente, nella quali massoni e non massoni, clericali ed anticlericali si ritrovano tutti dalla parte del profitto.

Tornando allo scandalo della Banca Romana a pag. 28 leggiamo: “Sul libro paga del Sor Bernardo, nomignolo di Tanlongo, c’erano massoni, ministeriali, Destra, Sinistra, futuri socialisti, nostalgici del Papa Re. Tutti concentrati in fin dei conti a mettere a segno il primo sacco edilizio di Roma”. Insomma lo scandalo della Banca Romana sembra essere il paradigma di quanto sarebbe avvenuto negli anni futuri, in riferimento alle informazioni offerte agli indagati di quanto accade nelle commissioni d’inchiesta e nei tribunali. Tutto questo passando per il Fascismo, dove i massoni continuavano comunque a lavorare in combutta tra loro, per la loggia Giustizia e Libertà con i suoi molti “si dice”, per Cefis, Mattei, Licio Gelli dalla giovinezza di doppiogiochista fascista ed antifascista, alla maturità di ben protetto burattinaio, alla placida vecchiaia come opinionista di Oden Tv; per giungere infine alle sanguisughe contemporanee che rispondono ai nomi di Milanese, Papa, Verdini ed altri gelatinosi.

Lucia Visca ricorda le indagini finite nel nulla su Alighiero Noschese ed il mistero ormai dimenticato di un bravissimo imitatore, mai identificato, che un alto ufficiale raccontò essere stato usato per operare depistaggi al tempo della cosiddetta strategia della tensione. Una vicenda misteriosa sicuramente, forse una bufala o forse no, che anticipa il capitolo dedicato a Fabrizio Cicchitto, tessera 945 della P2, oscillante tra il pentimento per la sua azzardata affiliazione e la minimizzazione riguardo la pericolosità della loggia di Gelli, sempre pronto a sbandierare, come consueta prassi forzista, la “strumentalizzazione” operata dalla sinistra e dai moralisti giacobini. Su Cicchitto, personaggio paradigmatico nella sua metamorfosi da esponente della sinistra PSI anticraxiana a fedele di Bettino e poi falco forzista dal 1999, magari troviamo ben pochi misteri, almeno se paragonati alla precedente vicenda di Noschese, ma altrettante se non più dosi di grottesco. La seconda metà del libro è rappresentata da documenti come la legge del 1925 di scioglimento delle Logge, “Il piano di rinascita democratica”, la legge Anselmi del 25 gennaio 1982 n. 17 ed infine l’intero elenco degli iscritti alla P2 come trovato in quel di Castiglion Fibocchi. Scorrendo tutti quei nomi – banale ricordarlo – a cominciare da Silvio Berlusconi e Luigi Bisignani, ed anche nel leggere il programma di “Propaganda 2”, appare evidente che di storia passata c’è poco davvero. E’ tutta cronaca contemporanea.

Edizione esaminata e brevi note

Lucia Visca, giornalista. Già collaboratrice di «Paese Sera», ha lavorato nelle redazioni di diversi quotidiani del Gruppo Espresso. Attualmente dirige le testate elettroniche «Atlante», «Technet» e «Geopolitica». Per Castelvecchi ha pubblicato Pasolini, una morte violenta.

 Lucia Visca, Propaganda. L’origine della più potente loggia massonica, Castelvecchi, Roma 2011, pag. 128

Luca Menichetti, per Lankelot, dicembre 2011