Giovanna di Castiglia (1479-1555) è passata alla storia come Giovanna la Pazza. Alla sua follia, però, in tanti oggi non credono affatto. Forse Giovanna era solo una donna troppo fragile, oppressa e schiacciata da un mondo che non lasciava scampo alle anime tenere come la sua. Ed è proprio dentro questo mondo e dentro quell’anima che ci conduce, con uno stile lineare e molto abbordabile, la scrittrice tedesca Alexa Hennig von Lange con “Indomabile. Il romanzo di Giovanna la Pazza”. Un romanzo storico, certo. Una storia al femminile, anche. Un racconto che accoglie anche una discreta componente psicologica grazie alla quale possiamo accostarci alle emozioni, agli impulsi, alle paure e ai turbamenti di una regina ma, soprattutto, possiamo percepire di Giovanna una dimensione molto umana, molto tangibile e molto attuale. Scrive correttamente l’autrice in postfazione: “Più che domandarsi se Giovanna fosse pazza, questo libro si chiede come sarebbe potuta non diventarlo“.
“Il romanzo di Giovanna la Pazza” inizia quando lei è già una giovane donna. Siamo nel 1503 e Giovanna viene rinchiusa da sua madre, Isabella la Cattolica (la sovrana che permise a Colombo di raggiungere le Americhe), presso la Mota, una fortezza che si trova a Medina del Campo. Giovanna ha solo 24 anni ma è già sposata da otto con Filippo il Bello e ha con sé il suo quarto figlio, il piccolissimo Ferdinando. Giovanna incarna da sempre un’anomalia: non vuole diventare regina perché sa che non è nata per quel ruolo; non vuole pregarsi né confessarsi e ciò, per una madre devotissima fino quasi all’ossessione, è inaccettabile; non tollera la brutale lotta agli eretici che Isabella conduce da sempre. “Nelle città, tra urla di dolore e di raccapriccio, migliaia di eretici erano stati bruciati sul rogo per molto meno, durante processi farsa ordinati da sua madre, la più credente di tutti i credenti. Come sarebbe stato possibile tenere in scacco il popolo se nemmeno la principessa ereditaria si sentiva in dovere di obbedire alle disposizioni della regina?“.
Giovanna vorrebbe tornare ad Anversa, dove c’è suo marito Filippo e gli altri tre figli: Eleonora, Carlo e Isabella. I conflitti di potere, al tempo, sono feroci, così come i tradimenti, le vendette, gli inganni e i voltafaccia. Anche nelle stesse famiglie. Il matrimonio di Giovanna e Filippo rientra tra le alleanze necessarie. Lei è andata in sposa, a soli 16 anni, a un uomo che non aveva mai nemmeno visto ma, stranamente, i due si erano piaciuti. Anche per questa ragione Giovanna è gelosissima e soffre nel sapere che, in sua assenza, Filippo si trastulla con tutte le cortigiane che vuole. Giovanna è una donna sicuramente singolare per il suo tempo: emotiva, irritabile, impulsiva, instabile, contraddittoria. Oggi vedremmo facilmente in lei i disturbi emotivi di chi è sempre stato costretto ad accettare ciò che non vuole. Vedremmo la sofferenza di una donna obbligata a soccombere, a essere controllata fino all’esasperazione, a dover subire senza avere alternative né voce in capitolo.
Mutare un destino già scritto non è semplice. Anzi, è impossibile. Giovanna osa credere in se stessa, osa sperare, osa immaginare un mondo senza la violenza, la cattiveria, l’opportunismo che, invece, nel suo mondo muovono ogni parola e ogni scelta. Degli affetti sinceri che sperava di vivere non le resta nulla, a parte quello per i propri figli. La storia non romanzata di Giovanna ci dice di una donna rinchiusa per circa 46 anni, vittima delle mire politiche e della instancabile sete di potere di tutti gli uomini che l’hanno circondata: il padre, il marito, il figlio. L’hanno bollata come “pazza” per evitare che governasse. Nella sua prigione, in un antico monastero di Tordesillas, è stata vessata e torturata perché voluta pazza. La sua “pazzia”, secondo quanto si percepisce leggendo “Indomabile”, è stata solo un doloroso e inutile tentativo di stare al mondo patendone ogni anomalia, ogni squilibro, ogni eccesso, ogni ipocrisia. “Quel mondo aveva dimostrato che esistevano soltanto il potere e la sottomissione. Che alcune persone maltrattavano le altre, riducendole in schiavitù e assoggettandole. Che certi individui completamente pazzi non provavano nemmeno un briciolo d’amore, eppure governavano l’umanità secondo regole malate. E che quegli individui erano sua madre e suo padre“.
Edizione esaminata e brevi note
Alexa Hennig von Lange è nata nel 1973 ed è cresciuta nella Regione di Hannover. Nel 1994, ha iniziato a lavorare come assistant editor per la serie televisiva “Die wahre Leben” e come modella per Benetton. Ha esordito nella narrativa nel 1997, diventando in breve tempo una delle autrici più lette in Germania. “Indomabile. Il romanzo di Giovanna la Pazza” è il suo primo libro pubblicato in Italia.
Alexa Hennig von Lange, “Indomabile. Il romanzo di Giovanna la Pazza“, Casa Editrice Nord, Milano, 2021. Traduzione di Roberta Zuppet. Titolo originale: “Die Wahnsinnige” (2020).
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