Nardini Stefania

L’ULTIMO TRENO DA KIEV

Pubblicato il: 8 Gennaio 2024

L’eco degli eventi della guerra in Ucraina, con le sue tragiche verità e le tante ipocrisie della sua narrazione (da ambo le parti), è ancora presente ma inizia – tristemente – a svanire, e lo stesso dovrebbe dirsi di tutta la storia dell’Est europeo dal crollo del Muro di Berlino a oggi. Eppure, quelle vicende, sommatorie di innumerevoli storie di povertà ed emarginazione, si sono rette su (e sono state il contraltare di) una continua e ben poco etica opera d’infiltrazione dell’Occidente capitalistico in territori già lungamente provati dalle dittature comuniste.

È questo lo scenario di fondo del romanzo di Stefania Nardini L’ultimo treno da Kiev, la cui protagonista, Irina, un’insegnante di letteratura rimasta senza lavoro, è costretta a lasciare la sua terra negli anni ’90 per partire per un lungo viaggio, diretta in Italia, dove un’organizzazione ucraina collegata ad agenti nostrani potrà trovarle un impiego sia pur irregolare, che le permetta di offrire un minimo sostegno alla propria famiglia.

Il libro era in realtà stato pubblicato nel 2001 per Pironti col titolo Matrioska, ma riesce oggi aggiornato per Les Flâneurs con un nuovo titolo fortemente evocativo non solo della temperie del paese di allora, ma – per associazione – anche della tragedia attuale dell’Ucraina.

La penna dell’autrice – frutto della sua grande esperienza di scrittrice e giornalista – è sempre schietta, pregnante e accorata, e descrive con maestria il graduale approssimarsi della partenza, con lo strazio della separazione dalla famiglia. Irina ha lasciato il marito e vive con i genitori e sua figlia, e ha anche un amico a cui è affezionata, ma tutto questo dovrà abbandonarlo per necessità, tuffandosi nell’ignoto di un interminabile tragitto in pullman. Tutto questo, per poi ritrovarsi nella realtà di un’Italia che, al primo impatto, si mostrerà ben diversa dalle immagini evocate dalle canzoni da lei amate. Quello gestito dall’agenzia si rivelerà infatti un racket della disperazione, che separa amicizie e legami per destinare le donne dell’Est, se giovani, alle discoteche, e se più in là con gli anni a lavori da badanti, da colf o da operaie in contesti malsani.

Irina ha la fortuna di essere scelta come domestica da una famiglia benestante che vive nella campagna toscana nei pressi di Montepulciano. Rosa, la padrona di casa, è una giornalista che si è presa una pausa dal suo lavoro, in cui non crede più tanto. In Irina, però, scopre una sorta di sorella, e si interessa alla sua vita e alla possibilità di aiutare sua figlia a ricongiungersi con lei – riaccendendo così la propria passione per le inchieste tese a portare a galla verità scomode.

Gli eventi, poi, prenderanno una piega che non posso anticipare. Dirò solo che a innescarli, come sempre, saranno le angosce scaturenti dalla fame di denaro – l’ombra più caratteristica sia dell’Ovest che dell’Est del mondo, e tanto per i poveri privi di tutto quanto per i ricchi mai sazi di ciò che possiedono.

Il maggior pregio di questo libro è quello di eliminare tutti i fronzoli estetizzanti che le cronache dei drammi spesso presentano. È intenso ma sempre asciutto, e proprio per questo vero. Ciò ne fa un’opera estremamente significativa per quest’epoca di menzogne imbellettate e di informazione (spesso) imbeccata da poteri transnazionali.

Edizione esaminata e brevi note

Stefania Nardini, giornalista e scrittrice, è autrice di Roma nascosta (Newton Compton, 1984); del romanzo Matrioska, storia di una cameriera clandestina che insegnava letteratura (Pironti, 2001), pubblicato anche in Ucraina nel 2009; del noir Gli scheletri di via Duomo (Pironti, 2008), ambientato a Napoli negli anni ’70. Per E/O ha pubblicato nel 2013 Alcazar, ultimo spettacolo (collana Sabot Age) e nel 2015 la nuova edizione di Jean-Claude Izzo. Storia di un marsigliese, edito da Perdisa Pop nel 2010 e riproposto in Francia dalle Editions des Federer nel 2020. Nel 2021, sempre per E/O, il suo ultimo romanzo, La combattente.

Stefania NardiniL’ultimo treno da Kiev, Les Flâneurs Edizioni, 2023, pp. 158