Morrison Toni

Sula

Pubblicato il: 22 Aprile 2015

“Sula” è il secondo romanzo di Toni Morrison. Risale al 1973 ed ho trovato questa prima edizione italiana, Frassinelli 1991, nel solito negozio romano di libri usati. Probabilmente, prima di me, nessuno ha mai sfogliato questa copia di “Sula”. La lettura è rapida e immediata perché Toni Morrison ha la capacità di attrarre ed inghiottire chiunque si avvicini alle sue storie senza lasciare spazio a nient’altro. La sua scrittura ha sempre qualcosa di possente, di magico. Non le serve spiegare ciò che non è spiegabile e io, da lettrice, non posso che attenermi alla plausibilità di quanto sfugge perché rientra in quel patto prodigioso che si instaura sempre tra chi scrive (e lo fa meravigliosamente come la Morrison) e chi legge. I suoi personaggi, qui come altrove, godono di un fascino inconsueto fatto di indefinibili inquietudini. Ogni “creatura” che vive tra le pagine dei romanzi di Toni Morrison, e “Sula” non fa eccezione, sembra un’entità portatrice di percezioni misteriose ed ombre inafferrabili. La sensazione è che tutto ciò che accade nel corso di un’esistenza abbia necessariamente una spiegazione più profonda, ancestrale ed indecifrabile di quanto sia possibile dire.

Prima di giungere a Sula, il personaggio che dà il titolo al romanzo, la Morrison ci immerge in atmosfere che solo lei, poiché nera, poiché donna, poiché scrittrice sa creare. Siamo a Medallion, in Ohio. La parte di città abitata dai neri si chiama Fondo anche se, in realtà, si trova in collina. I bianchi vivono nella parte più bassa. “… in quella città fluviale dell’Ohio, i bianchi vivevano sul fertile terreno della vallata e i neri popolavano le colline che la sovrastavano; la loro unica magra consolazione era di poter guardare ogni giorno i bianchi dall’alto“. Ed è proprio qui, nel Fondo di Medallion, che nasce la “Giornata Nazionale del Suicidio”. E’ il 1920 e Shadrack, un giovane nero appena tornato dalla Guerra con la mente devastata, decide che il terzo giorno di ogni nuovo anno sarà dedicato al suicidio. Un intento folle ma benefico il suo perché camminare per le strade del Fondo con un campanaccio e un cappio in mostra è il solo modo per restituire alla gente almeno la certezza della morte. Un dettaglio non irrilevante considerando tempi e contesto.

Ma a Medallion vive anche la famiglia di Eva Peace, una donna che ha allevato tre figli dopo essere stata abbandonata dal marito e dopo aver rinunciato per sempre ad una delle sue splendide gambe. E a Medallion c’è anche Helene Wright, la madre di Nellie. E’ solo qui, più o meno a metà dell’opera della Morrison, dopo aver conosciuto nel dettaglio le vicissitudini di Eva prima e di Helene poi, che intravediamo Sula. Sula è la nipote di Eva e, per qualche strana ragione, diventa fin da bambina la migliore amica di Nel. Le due condividono tutto, persino un segreto agghiacciante legato alla morte di un ragazzino annegato nel fiume, a pochi passi dalla capanna in cui vive quel pazzo di Shadrack. I capitoli di “Sula” sono dei salti nel tempo, dal 1919 al 1965. Nel si sposa e diventa madre, Sula sceglie di andare in città ed iscriversi al college per tornare al Fondo solo nel 1937, dopo un’assenza di dieci anni.

Sula è sola ma perfettamente libera e consapevole del potere della sua indipendenza. Va a letto con gli uomini perché le piace ma non sente di doversi legare a nessuno. Proprio come sua madre che era madre senza mariti. Una libertà che la spinge a prendersi anche Jude, il marito di Nellie. Uno dei tanti, per lei. L’unico al mondo, per Nellie. La città non è pronta ad accettare o perdonare tanta irrefrenabile leggerezza per cui, nell’arco di poco, tutti bollano Sula come una poco di buono. Uno dei passaggi più illuminanti del libro è il dialogo sferzante e rabbioso tra Sula e Nellie. Amiche ormai adulte, l’una tradita dall’altra. E’ qui che Sula, ormai malata, proclama la sua essenza:
«… la differenza è che loro muoiono come ceppi d’albero. Io invece vado giù come una sequoia. Io ho vissuto davvero in questo mondo.»
«Ah sì? Che cos’hai da mostrare per provarlo?»
«Mostrare? A chi? Ragazza, io ho la mia mente. E quello che c’è dentro. Il che equivale a dire, io ho me.»
«Sola, non è vero?»
«Sì, ma la mia solitudine è mia. La tua solitudine invece è di qualcun altro. Creata da qualcun altro e gestita da te. Non credi? Una solitudine di seconda mano.»

Sula incarna una pesante frattura delle convenzioni, una creatura diabolica tornata al Fondo dopo parecchi anni per seminare scandalo e vergogna. Sula è esattamente come una strega: tracce del maligno contraddistinguono la sua esistenza. Segni che tutti sembrano vedere, riconoscere e maledire. Le solite superstizioni accecanti e becere di chi non è all’altezza di capire. Sula, in verità, è solo una donna che vive per se stessa ma accettare che una donna possa vivere solo per sé (e quindi pensare e comportarsi come un uomo) è del tutto inaccettabile ed incomprensibile per una comunità come quella di Medallion in un tempo in cui le donne sono ancora relegate al classico ed univoco ruolo di mogli/madri e le persecuzioni razziali sono vive e vibranti.

Edizione esaminata e brevi note

Toni Morrison (vero nome Chloe Anthony Wofford) è nata il 18 febbraio 1931 a Lorain, una città dell’Ohio. I suoi genitori erano giunti lì dopo essere sfuggiti al razzismo del Sud più profondo. Toni studia presso la Howard University di Washington e si specializza in letteratura inglese alla Cornell University. Diventa docente universitaria e sposa Harold Morrison, da cui prende il cognome e da cui divorzia qualche anno più tardi. Dal 1964 al 1983 lavora presso l’editore Random House di New York e cura la pubblicazione di vari autori afroamericani. Il suo primo romanzo, “The bluest eye” è pubblicato nel 1970. A questo fanno seguito “Sula” (1973), “Song of Solomon” (1977), “Tar Baby” (1981) e “Beloved” (1987). Negli anni ’90 escono “Jazz” e “Paradise”. Nel 2003 viene pubblicato “Love”, nel 2008 “A mercy” e nel 2012 “Home”. Toni Morrison è anche autrice di diversi libri per bambini, di testi teatrali, di un libretto d’opera e di svariati saggi ed articoli. Ha vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1993 e il Premio Pulitzer per “Beloved” nel 1988.

Toni Morrison, “Sula”, Frassinelli, Milano, 1991. Traduzione di Antonio Bertolotti. Titolo originale “Sula” (1973).

Pagine Internet su Toni Morrison: Sito ufficiale / Wikipedia / Scheda Premio Nobel / Intervista RSI Rete Due / Enciclopedia delle Donne