Capriolo Paola

Mi ricordo

Pubblicato il: 2 Aprile 2015

“Mi ricordo” è un romanzo a due voci. Due donne si rincorrono, a capitoli alternati, attraverso le geometrie del tempo. Sonja è nel presente, Adela è nel passato. Sonja è una badante cinquantenne che accetta di assistere un uomo anziano su una sedia a rotelle, personaggio solitario e vagamente intrattabile che vive in quella che è stata la casa d’infanzia della donna “azzurra, con le bianche finestre all’inglese, con il bovindo proteso verso il giardino e verso la striscia plumbea del fiume“. Adela, invece, è una diciottenne dagli occhi verdi e dai capelli dorati che, negli anni Trenta, scrive lettere fitte di riflessioni e di delicati pensieri ad un poeta che ammira in maniera sconfinata. Sonja ed Adela, dunque, ci raccontano la loro esistenza senza lasciar immaginare, almeno all’inizio, che tra di esse possa esserci qualche legame.

Sonja ha perso i suoi genitori quando era molto piccola e quella casa, che il vecchio ha lasciato praticamente immutata negli anni, le riporta alla mente certi suoni, certi giochi, certe atmosfere che pareva aver sepolto dentro di sé per sempre. Prendersi cura dell’anziano è un’attività che Sonja conduce con molta serietà ed attenzione fin quasi ad attirarsi i rimproveri dell’uomo. Adela, dal suo tempo, ci restituisce immagini di quel “mondo di ieri” che il nazismo e una guerra hanno annientato nell’arco di pochi anni. Adela, come tante giovani borghesi del suo tempo, nutre i propri sogni a furia di poesia, di musica e di bellezza. Quella bellezza che ne L’idiota di Dostoevskij dovrebbe servire a salvare il mondo. E lei ci crede fermamente. “Sappiamo entrambi, come il principe Myškin, che il mondo può salvarlo soltanto la bellezza, non certo la rivoluzione o men che meno un nuovo regime politico“. Scrivere al “maestro” è per Adela un’esperienza che si muove fluttuando tra l’incanto e l’esaltazione. Lui le risponde e si rivolge a lei come alla “ninfa candida e gentile“, parole che colpiscono ed inebriano la giovane ammiratrice.

Eppure, nell’arco di poco tempo, nelle lettere di Adela comincia a serpeggiare amarezza e perplessità. La ragazza appartiene ad una famiglia ebraica e le leggi del Terzo Reich generano situazioni imbarazzanti e penose. I divieti divengono sempre più pressanti, così come gli obblighi e la diffidenza. Ci sarebbe un dottorino, allievo del padre medico, che sarebbe persino disposto a sposarla pur di proteggerla dalle persecuzioni razziali. Ovviamente Adela scrive al suo poeta spiegandogli che non potrà mai sposare un uomo che non ama perché “sarebbe come prostituirsi“. Nel presente, invece, Sonja continua a badare al vecchio che, a causa di un improvviso malessere, si ritrova a perdere completamente la lucidità. I ricordi dell’uomo si confondono insieme ai nomi che un tempo gli erano stati cari.

Le storie di Sonja ed Adela, dunque, procedono in parallelo e si incroceranno solo ad un certo punto del romanzo. La Capriolo sa creare, attraverso la sua scrittura attenta e ben calibrata, atmosfere capaci di lasciar percepire con precisione gli stati d’animo e le personalità di entrambe le protagoniste. La compostezza e la diffidenza che caratterizzano da sempre la vita di Sonja; l’eleganza, la sofferenza e il conseguente disincanto di Adela la quale sarà costretta ad imparare a sue spese che, forse, quella bellezza che tanto anelava non sarà in grado di salvare né lei, né il resto del mondo. I registri narrativi e i toni rispecchiano un percorso duplice ma perfettamente organico. Intanto si può imparare che una casa può svelare segreti o conservare memorie che gli uomini, essendo solo uomini, sono destinati a confondere o smarrire. E’ così che Sonja capirà di essere la portatrice di ricordi amarissimi ma profondi come la sua anima. E’ così che potrà tramutare un terribile e vigliacco “Ti so e ti dimentico” in un bellissimo ed amorevole “Ti so e ti ricordo”.

Edizione esaminata e brevi note

Paola Capriolo è nata nel 1962 a Milano, dove vive tuttora. Si è laureata in Filosofia ed ha pubblicato il suo primo romanzo, “La grande Eulalia”, nel 1988 per Feltrinelli. A questo primo libro, ne sono seguiti molti altri tra cui ricordiamo “Il nocchiero” (1989), “Il doppio regno” (1991), “Vissi d’amore” (1992), “Barbara” (1998), “Una luce nerissima” (2005), “Maria Callas” (2007), “Il pianista muto” (2009), “Caino” (2012), “L’ordine delle cose” (2013), “Mi ricordo” (2015). La Capriolo è anche traduttrice dal tedesco, saggista ed autrice di libri per ragazzi. Lavora per le pagine culturali de “Il Corriere della Sera.

Paola Capriolo, “Mi ricordo“, Giunti Editore, Milano, 2015.

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