Guène Faïza

Un uomo non piange mai

Pubblicato il: 17 Maggio 2017

Faïza Guène è nata in Francia da genitori immigrati dall’Algeria. Esattamente come Mourad Chennoun, il protagonista di “Un uomo non piange mai”. E’ quindi facile supporre che nella vita del personaggio Mourad ci sia parecchio della vita della persona Faïza. Un romanzo che scorre rapidamente, una lettura alla portata di chiunque. Il salto culturale che inevitabilmente si genera tra l’immigrato autentico e i suoi figli, nati e cresciuti in Europa, è alla base della storia. Il tema è trattato in maniera piuttosto ironica e disimpegnata, i conflitti tra la mentalità originaria dei genitori e quella acquisita dei figli si sviluppa attraverso dialoghi, battute e comici parallelismi. In sostanza tutto appare abbastanza leggero. Forse anche troppo, considerata la tematica.

La famiglia Chennoun sembra rispondere ai classici stereotipi della famiglia algerina: una madre ossessionante e morbosa che assilla e nutre i suoi figli in maniera esagerata, un padre calzolaio ed analfabeta che desidera che la sua prole possa ottenere quel che lui ha solo potuto sognare e tre figli dal temperamento estremamente differente. Ovviamente, in famiglia, non può mancare la “pecora nera” che, nello specifico, si chiama Dounia ed è la sorella maggiore, quella che non tollera le ingerenze materne, quella che rompe gli schemi della tradizione e che manda all’aria i progetti di matrimonio e maternità che l’aspettano da quando è nata. Dounia, più francese di certi francesi, taglia il cordone che la lega alla propria famiglia e a Mourad. Quando il “dramma” si consuma, Mourad ha solo sedici anni e vive l’allontanamento della sorella come una sorta di lutto. Il ritornello è sempre lo stesso: una figlia degenerata, poiché troppo occidentalizzata, va via da casa e per tutti diviene improvvisamente una figlia morta.

Si procede in assenza di Dounia con Mourad che cresce tra ansie e sensi di colpa ben nutriti da sua madre, trovando degli amici solo tra le pagine dei libri e la perfezione di Mina, l’altra sorella che, al contrario della primogenita degenerata e ormai morta, rispetta i canoni familiari di algerini di Francia: matrimonio, figli e pieno rispetto delle tradizioni. La voce narrante è sempre quella di Mourad che alla fine riesce a diventare insegnante di francese ottenendo una cattedra presso un istituto scolastico di Parigi, una professione che implica, necessariamente, il trasferimento da Nizza con conseguenti, e a suo modo divertenti, turbamenti di una madre che non riesce a separarsi dai propri figli, soprattutto se maschi.

C’è tanta leggerezza in “Un uomo non piange mai”. La scelta di Faïza Guène è chiara: raccontare le problematiche legate all’immigrazione e all’integrazione in maniera quasi spensierata. Le scenette familiari si susseguono occupando intere pagine di dialoghi che non consentono mai una riflessione profonda o delle considerazioni particolarmente intime. Tutto rimane grossolanamente in superficie e, proprio per questo, accessibile a qualsiasi lettore. Uno stile tenue che sfiora volutamente la comicità per arrivare a modulare note più emozionali e commoventi verso il finale.

Edizione esaminata e brevi note

Faïza Guène è nata a Babigny, in Francia, nel 1985 da genitori d’origine algerina. E’ cresciuta e vive a Pantin, una banlieue a nord-est di Parigi. Grazie al sostegno e all’incoraggiamento del suo professore di francese del liceo, Faïza pubblica il suo primo libro, “Kife Kife”, a soli 19 anni, nel 2004. Un romanzo “sociale” che vende diverse centinaia di migliaia di copie in Francia e viene tradotto in molte lingue. Successivamente pubblica altri libri: “Du rêve pour les oufs” (2006), “Les Gens du Balto” (2008) e “Un homme, ça ne pleure pas” (2014) tradotto e pubblicato in Italia da Il Sirente nel 2016 con il titolo di “Un uomo, non piange mai”. La Guène, divenuta portavoce del disagio dei “banlieusards”, è anche autrice di cortometraggi e documentari.

Faïza Guène, “Un uomo non piange mai“, Il Sirente, Fagnano Alto, 2017. Traduzione di Federica Pistono. Titolo originale “Un homme, ça ne pleure pas” (2014).

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