“Il ratto delle Sabine”, un dipinto del Tintoretto. Sulla copertina de “La lunga attesa dell’angelo” c’è proprio un dettaglio di questo quadro. Non avevo mai letto la Mazzucco ed il titolo del libro, che pure è tratto da un verso della Plath, non mi ha intrigata. Però lei, quella donna dipinta col panneggio rosso che le avvolge i fianchi hanno afferrato sguardo e curiosità. Ho sbirciato la quarta di copertina ed ho trovato riferimenti al grande pittore veneziano: amo le vite tradotte in romanzo. L’ho comprato.
La voce narrante è proprio quella del grande pittore, ormai vecchio e prossimo alla morte. I suoi ultimi giorni di vita: ogni giorno di febbre diviene un capitolo per raccontarsi. E’ un dialogo suggestivo ed estremo tra l’artista e Dio quello che la Mazzucco ha voluto trasferire nelle sue pagine. Un dialogo che si trasforma in una combinazione tra biografia romanzata e confessione.
Jacomo Robusti, figlio di un tintore di stoffe da cui ha ereditato un soprannome divenuto nome d’arte, è vissuto nella Venezia rinascimentale e scintillante, trionfale e potente, ma anche corrotta, viziosa ed oscena, fatta di commerci e meretrici, di traditori ed arricchiti. Il nome e il peso di Tiziano l’hanno offuscato per molto, il suo pessimo carattere ha fatto il resto. Ha lavorato tantissimo Tintoretto, dipingendo centinaia di opere, imponendo la sua presenza anche senza che fosse richiesta. Infatti la fama è arrivata tardi e dopo estrema fatica.
Con “La lunga attesa dell’angelo” la Mazzucco ci permette anche di conoscere una figura ancora più singolare e straordinaria, quella della Tintoretta, ossia Marietta Robusti, primogenita di Jacomo, nata prima del matrimonio dell’uomo con la giovane Faustina. La leggenda, che è poi la versione scelta dalla scrittrice romana, vuole che Marietta sia figlia di una prostituta tedesca frequentata, e a suo modo amata, dal pittore. Tintoretto ha scelto di dare a questa prima figlia un’impronta del tutto anomala: la veste da ragazzo, le taglia i capelli e la avvicina al mestiere dell’arte pittorica.
Marietta diviene una piccola grande leggenda veneziana. Inquieta e sorprende, soprattutto i benpensanti, il fatto che sia stata allevata con un ragazzo, che sappia dipingere meravigliosamente e che sia indipendente, intelligente e determinata. Un esempio di vita femminile che in pochi conoscono e che ho ammirato intensamente.
La profondità del legame tra Jacomo e Marietta è descritta in maniera minuziosa, l’empatia esistente tra i due si tocca con mano così come i rimpianti del vecchio pittore che sono numerosi ed amarissimi. Il suo racconto è infatti disseminato di tanti “Avrei dovuto… ma non lo feci”. Il romanzo racconta l’amore viscerale tra Marietta e il Tintoretto, una passione e una simbiosi che potrebbero persino far pensare ad una sorta di insana morbosità. Marietta è la figlia più amata, quella diversa, quella a lui così simile eppure a tratti così imprevedibile e misteriosa.
Jacomo Robusti narra, pagina dopo pagina, i momenti salienti della sua carriera e del suo divenire celebre. L’arte si lega inevitabilmente alla vita, alla nascita e alla morte dei suoi figli e alle vicende storiche, militari, economiche e culturali che hanno coinvolto la Repubblica di Venezia.
“La lunga attesa dell’angelo” ha il potere di trasferire il lettore in un’altra epoca e in un altro spazio. La scrittura della Mazzucco è intensa ed avvolgente, oltre che molto accurata e ben articolata. Ho apprezzato notevolmente la figura di Marietta, un rarissimo caso di artista degna di ogni rispetto e considerazione, vissuta nella complessa età dell’Italia rinascimentale, tra inquisitori e moralisti di ogni sorta. Una donna emancipata e singolare, molto più libera delle donne del tempo e, proprio per questo, spesso giudicata male ed approssimativamente.
Mi piace pensare che Tintoretto padre e Tintoretta figlia abbiano avuto, nella realtà, la personalità e la coscienza che la Mazzucco descrive. La letteratura, probabilmente, ha il potere di sedurre ed incantare e sedurre molto più radicalmente di quanto possa fare la storia. Ed è giusto così.
Edizione esaminata e brevi note
Melania G. Mazzucco, ”La lunga attesa dell’angelo”, BUR Rizzoli, Milano, 2010.
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