Di Sotto Nicoletta

Tra protesta e governo. Successi, trasformazioni e crisi della Lega Nord

Pubblicato il: 17 Marzo 2015

Probabilmente presto torneremo a vedere sugli scaffali delle librerie diversi titoli sulla Lega di Salvini; e del resto possiamo già leggere “Il nero e il verde” di Antonio Rapisarda. C’è da credere che saranno opere per lo più scritte da giornalisti, racconti di ordinarie bestialità, a volte mero gossip che poco potrà aggiungere ad una conoscenza approfondita del fenomeno leghista; oppure saranno inchieste sulla nascente alleanza verde-nera, che già Flavia Perina ha bollato come abdicazione degli antichi valori di destra; inchieste sui nuovi miti padani, dal furore anti U.E., alla liason con il Front National e con Putin; e non ultima la constatazione che Salvini, nelle vesti di quinta colonna del governo, farà campagna elettorale per sé e farà felice anche Renzi, ben lieto di accogliere gli elettori impauriti dall’aggressività e dalle sparate leghiste. Discorso parzialmente diverso con la lettura di monografie di stampo accademico, come appunto “Tra protesta e governo” di Nicoletta Di Sotto, uno studio uscito a metà 2014 per l’Editoriale Scientifica di Napoli. E’ vero che in pochi mesi la Lega di Salvini sembra aver cambiato passo, malgrado il declino politico e le recenti disavventure giudiziarie di Bossi e del suo cerchio magico; ma la sostanza di quanto proposto dalla ricercatrice di Roma Tre ci pare rimanga del tutto attuale, ed anzi confermi la peculiarità della Lega Nord quale partito forse definibile come “etnopopulista”.

La definizione pura e semplice di etnoregionalista in relazione ad un partito come la Lega difatti ha sempre suscitato molte riserve all’interno della letteratura perché “spesso la radice culturale viene costruita politicamente in mancanza di un’origine storico-culturale reale” (pag. 27). Nicoletta Di Sotto non lo evidenzia ma è chiaro che il pensiero del lettore non può che andare alle ampolline del dio Po’ e a tutto il cucuzzaro celtico e cattolico tradizionalista. Dopo aver affrontato in premessa l’inquadramento e la storia dei partiti etnoregionalisti italiani a confronto con i movimenti leghisti, citando classici come Rokkan, la ricerca, condotta con linguaggio comprensibile e un’esposizione schematica secondo tradizione accademica, giunge alla formulazione dell’ipotesi di base: la relazione tra la struttura delle opportunità politiche e il modello organizzativo del Carroccio rappresenta la fonte delle sue fortune elettorali e, al contempo, delle sue crisi. In altri termini viene privilegiata un’analisi multilivello, una prospettiva sistemica (struttura del partito e relazione con l’ambiente esterno) valorizzata da una comparazione temporale che comprende il trentennio 1984-2014, e soprattutto vengono indagati gli elementi organizzativi della Lega Nord “(legame con il territorio, con gli elettori, struttura federale del partito) considerando tale aspetto come una delle variabili esplicative (insieme alla struttura delle opportunità politiche) del successo leghista e, come rovescio della medaglia, della sua attuale crisi politica ed elettorale successivamente alle elezioni politiche del 2013” (pag. 29).

Tutte analisi che – ricordiamolo – sono datate di circa un anno e dovrebbero essere in parte aggiornate alle novità della segreteria Salvini. Di sicuro rimangono ferme le valutazioni riguardo il profilo politico della Lega Lombarda – Lega Nord: la sua capacità di trasformare la struttura delle opportunità politiche a favore della realizzazione del proprio programma; un partito che fa della variabile dinamica il suo punto di forza” (pag. 37). Peraltro viene analizzato anche l’altro aspetto peculiare della Lega, ovvero l’aver affiancato all’originaria frattura centro-periferia, la protesta cosiddetta populista; anche se probabilmente il concetto di populismo andrebbe riletto alla luce dei più recenti studi di Marco Tarchi. Analisi delle strategie che vengono ricondotte a “tre ondate”, delineando così i tre ambiti di vote, office, policy-seeking. E’ evidente che non possiamo leggere della quarta “ondata” imbastita in questi ultimi mesi da Salvini e dai suoi verde-nero, ma ci sarà tempo per analizzarne meglio gli esiti; proprio come scriveva la stessa Nicoletta Di Sotto nel 2014, quando ancora il segretario della Lega non aveva tutto questo riscontro mediatico ed ancora non si esibiva in ogni dove tra felpe ed ospitate televisive: “certo è che il partito si trova davanti ad un bivio: mantenere un livello di consensi pari al 3-3,5 % a livello nazionale e locale tale da garantirgli, almeno nei prossimi anni, una forma di sopravvivenza, oppure, affrontare la crisi attraverso un mutamento organizzativo che riveda azioni e fini del partito” (pag. 171). Difatti, almeno in merito alle azioni e ai fini, un cambiamento pare ci sia stato: in questi mesi Salvini – sondaggi alla mano – ha archiviato la Lega “antifascista” di Bossi, ha amplificato a dismisura lo spauracchio dei rom e degli stranieri, ha sparato sempre più forte contro l’Unione Europea e ha dato tutto il suo sostegno alla politica di Putin, proprio alla stregua di alcuni forzisti e dei grillini più ortodossi (quelli che pretendono la democrazia diretta in Italia ma poi esaltano la democratura russa). Messo in sordina il cleavage centro-periferia e, con un altro giro di valzer, mostrandosi invece come una sorta Lega nazionale in lotta contro i burocrati e i banchieri della UE,  il partito rifondato e “annerito” da Salvini potrebbe forse rispondere a quanto ipotizzato nelle conclusioni da Nicoletta Di Sotto: se è vero che “la scienza politica non si occupa del futuribile” è altresì lecito pensare che, come nei cicli economici, si possa assistere al ritorno di cleavages storici fino ad ora messi da parte, oppure, come ci sembra stia accadendo, assistere alla formazione di un nuovo sistema partitico dove gli “interessi dei partiti si muovono su tematiche nuove” (pag. 178).

Edizione esaminata e brevi note

Nicoletta Di Sotto, dottore di ricerca in Comparative and European Politics, collabora con il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Uni­versità di Roma Tre. Si occupa di politica comparata su questioni che riguardano i partiti etnoregionalisti, il nazionalismo, la statualità, l’in­tegrazione europea. In precedenza ha pubblicato il volume “Dalla periferia all’Europa. I partiti etnoregionalisti e l’Unione Europea” (So­veria Mannelli, 2009).

Nicoletta Di Sotto, “Tra protesta e governo. Successi, trasformazioni e crisi della Lega Nord”, Editoriale Scientifica (collana Crispel. Monografie), Napoli 2014, pag. XVIII-208.

Luca Menichetti. Lankelot, marzo 2015