Haynes Natalie

Il Canto Di Calliope

Pubblicato il: 12 Febbraio 2021

L’idea di questo libro è sicuramente adatta ai nostri tempi: prendere una storia nota a tutti e cambiarne il punto di vista. In questo caso si tratta della caduta di Troia, ma dal punto di vista delle donne. L’Iliade ha molti personaggi femminili che però sono relegati a ruoli abbastanza secondari e per carità, non si può certo incolpare il povero Omero di non aver predetto di qualche millennio la parità dei sessi. Quello che possiamo fare però è ripensare questi personaggi, proprio come ha fatto l’autrice, Nathalie Haynes, nota classicista.

Si parla quindi di donne, la prima è Calliope, la musa della poesia invocata nell’incipit dell’Iliade, quella del “Narrami o diva”. Proprio lei prende la parola all’inizio, alla fine e ogni tanto tra un capitolo e l’altro: si rivolge direttamente al poeta e in toni anche abbastanza salaci e poco pazienti, già ci fa capire che il focus del libro non saranno le gesta di grandi uomini e che la guerra non è fatta solo di eroi.

I capitoli che seguono affrontano ognuno il punto di vista di una o più protagoniste: abbiamo il gruppo di troiane prigioniere, tra loro Ecabe, moglie di Priamo, Cassandra la ragazza sacerdotessa di Apollo con il dono della preveggenza e Andromaca, moglie di Ettore. Abbiamo poi le greche tra cui Penelope, moglie di Odisseo e Clitennestra, moglie di Agamennone e chiaramente Elena, moglie di Menelao ma fuggita con Paride. Oltre a queste abbiamo anche Pentesilea, regina delle Amazzoni e perfino le divinità tra cui le più famose Era, Afrodite e Atena.

In alcuni casi abbiamo un solo capitolo, come per Pentesilea, Temi o Eris, in altri casi invece ci sono diversi capitoli che aiutano l’arco narrativo ad avanzare, come per le troiane, Calliope oppure Penelope. L’inizio chiaramente parte con la caduta di Troia, a cui seguono il saccheggio e poi il ritorno a casa dei vari protagonisti. Numerosi però sono i flashback ad eventi precedenti che però ci aiutano a capire meglio l’intera faccenda.

Tra questi capitoli, quelli dedicati a Penelope sono molto interessanti: assumono il formato di lettere che lei scrive a suo marito Odisseo e in cui narra quello che a sua volta ha sentito raccontare dai poeti sulle sue peripezie. Nelle prime pagine il tono è comprensivo e pacato, sa che Odisseo è partito per Troia controvoglia e solo perché ha dovuto, man mano che gli anni passano dopo la fine della guerra però la comprensione si assottiglia. Penelope comincia ad infastidirsi e il tono delle lettere cambia drasticamente.

Altro capitolo notevole è quello dedicato a Pentesilea, regina della Amazzoni che decide di unirsi ai Troiani per sconfiggere i greci e che quando arriva per la prima volta sul campo di battaglia lo descrive così: “Pentesilea si accorse che ormai i troiani erano un’accozzaglia di combattenti. Dov’erano gli eroi di cui aveva udito nel canto dei poeti? Ettore era morto certo, ma dov’erano Paride, Glauco, Enea? Si accigliò mentre passava in rassegna gli uomini, senza vederne nessuno che fosse alto o forte. I loro bicipiti erano meno possenti dei suoi. Dovevano pur esserci dei valorosi soldati tra loro, ma non erano i guerrieri che si era aspettata di trovare”.

Questo tema della demistificazione della guerra e dell’epicità ricorre in tutto il libro. La guerra la combattono gli uomini ma le conseguenze colpiscono tutti e alla fine non sono gli uomini ad essere ridotti in schiavitù e dati in premio ai vincitori. Proprio gli uomini sono spesso rappresentati come vere e proprie macchiette, uno su tutti Agamennone, iracondo e subdolo, disprezzato dai suoi uomini e troppo arrogante per capirlo, oppure Achille, guerriero leggendario ma con una profondità di pensiero estremamente limitata, o anche Odisseo, sicuramente intelligente ma rappresentato come viscido molto egoista.

Molto interessanti sono anche i capitoli dedicati alle divinità, che spesso si rivelano più umane degli stessi esseri umani nelle loro passioni e sentimenti. Proprio loro sono la vera causa scatenante della decennale guerra.

Un libro che intrattiene, scritto da una donna che ha chiaramente speso parecchio tempo ad analizzare molte fonti diverse per dare maggior spessore ai personaggi e che ci regala una versione della guerra di Troia al passo con i tempi ma non per questo meno appassionante o credibile.

Lo consiglio a tutti gli appassionati di mitologia greca e a tutti quelli che hanno fatto il Liceo Classico.

Edizione esaminata e brevi note

Natalie Haynes, è scrittrice e giornalista. Classicista di formazione, ha pubblicato romanzi tra cui The Amber Fury e The Children of Jocasta, oltre al saggio The Ancient Guide To Modern Life. È autrice e conduttrice della trasmissione Natalie Haynes Stands Up for the Classics per Bbc Radio 4. Nel 2015 ha ottenuto il Classical Association Prize come riconoscimento per il suo lavoro di divulgazione dei classici. Il canto di Calliope (A Thousand Ships) è stato finalista al prestigioso Women’s Prize for Fiction 2020 ed è stato segnalato tra i migliori libri del 2019 da The Times e The Guardian.

Natalie Haynes, “Il Canto Di Calliope”, traduzione di Monica Capuani, Sonzogno Editori, 2021, Venezia.