Szczepanski Theo

La grande crociata

Pubblicato il: 29 Giugno 2022

Ancora oggi non sappiamo se la cosiddetta Crociata dei fanciulli sia mai avvenuta, o quanto di vero ci sia nel racconto di fatti risalenti intorno al 1212: a conclusione della Prima Crociata, con la Terra Santa ancora scenario di sanguinosi conflitti, il dodicenne Stefano, pastore proveniente dal villaggio di Cloyes-sur-le-Loir, avrebbe ricevuto un’intimazione da Dio affinché raccogliesse intorno a sé dei fedeli per liberare il Sacro Sepolcro. Da questo semplice spunto sono nate – facilmente intuibile – innumerevoli versioni di quanto realmente avvenuto o della leggenda, in alcuni casi coinvolgendo addirittura il re di Francia, con tanto di serissime ricerche storiche che hanno pensato semmai a due movimenti di pellegrini guerrieri, più poveracci che “fanciulli”, provenienti da Francia e Germania; che poi avrebbero dato vita a tutta una serie di racconti favolistici.

Il brasiliano Theo Szczepanski, con il suo potentissimo graphic novel, nell’interpretare la Crociata dei fanciulli, si butta a capofitto in un racconto in cui i riferimenti storici non hanno una reale importanza ma in cui prevale, fin dall’inizio, un immaginario terrificante. Primo protagonista è proprio Stefano. Il pastore fanciullo si ritrova davanti a un dio a dir poco demoniaco che, per convincerlo alla crociata, squarta la sua pecora preferita e poi decapita i suoi genitori, promettendogli che soltanto obbedendo potrà rivedere suo padre e sua madre. Da quel momento un crescendo di situazioni deliranti, insieme a un esercito di giovani straccioni e ad altri personaggi dall’aspetto e dalle condotte inquietanti: il veggente Alard; Umfrey il monaco consigliere, diviso a metà, senza gambe; tre personaggi imponenti ed onnipresenti, scuri, nascosti da lunghi cappucci, spietati guerrieri e decapitatori. Un crescendo che non porterà realmente al Sacro Sepolcro ma in un tetro luogo sotterraneo senza alcuna caratteristica cristiana; in fondo coerente con lo spirito infernale che pare aver subito travolto Stefano e i suoi straccioni. “La grande crociata” è un cammino costellato di incontri con esseri umani moralmente abietti, con poveracci che hanno avuto la sventura di incrociare uno Stefano che procede spedito dall’innocenza alla dannazione, e soprattutto con entità soprannaturali, che nel nostro immaginario potrebbero apparire come mostri alieni o esseri devastati da terrificanti mutazioni genetiche. Incontri conclusi per lo più con un massacro, con un’esecuzione.

Tutto questo lungo percorso, forse vissuto realmente da Stefano o forse frutto di pura pazzia, viene tramutato da Theo Szczepanski con tavole per lo più coloratissime, costruite grazie a stili molteplici, dal ricordo di Bosch a richiami ancora una volta pittorici e più propriamente fumettistici.

Una “grande crociata” che colpisce nel segno dal lato visivo, artistico, ma che nel contempo potrà appassionare proprio per il suo effetto disorientante nel raccontare un mondo medievale fino ad ora mai visto, dove il fervore religioso diventa autentico delirio. In apparenza quindi una fede eccessiva che diventa la negazione di se stessa visto, anche senza essere fumettologi competenti, si coglie benissimo un’insistita rappresentazione di un rapporto malato tra uomo e la fede, e ancor di più tra uomini di fede. Si pensi quando Stefano, all’atto di reclamare le armi presso il monastero dell’ordine dei crepuscolarini, si trova di fronte il priore, un laidissimo vecchio discinto, appassionato di “cherubini”, che lo accoglie con parole che dicono tutto: “le fede cammina sempre al fianco della follia. Fossero tutti sani…la chiesa sarebbe da tempo preda della miseria”; oppure, quando per salvare Stefano gravemente ferito, Umfrey ricorre all’aiuto di Blicze, capo di una comunità di presumibili ex monaci convertiti all’ateismo, che, poco prima di essere massacrato con i suoi, discute col suo vecchio amico: “se è così importante un dio onnipotente potrebbe risolvere il problema da solo. Che bisogno c’è di terrorizzare un bambino e di fargli questo?”.

Contrasti tra ragione e fede, tra fede e fanatismo che rappresentano uno dei leit motiv, se non proprio il leit motiv principale di questo graphic novel “storico” che giustamente Tonio Troiani, nella sua colta postfazione, definisce come opera che ci stupisce proprio per la sua capacità di “acquistare sin dalle prime pagine una dimensione straniante e weird”.

Edizione esaminata e brevi note

Theo Szczepanski, è nato a Curitiba, Brasile, nel 1975. Come illustratore ha lavorato per giornali, riviste, libri didattici e romanzi. Come fumettista ha pubblicato strisce e storie brevi su riviste specializzate e quotidiani. Nel 2015 ha pubblicato la prima parte de La Grande Crociata in Brasile. Si è trasferito in Italia nel 2019 e attualmente abita e lavora a Cagliari.

Theo Szczepanski, “La grande crociata”, Neo edizioni (collana “Cromo”), Castel di Sangro 2022, pp. 200. Postfazione di Tonio Troiani

Luca Menichetti. Lankenauta, giugno 2022