Romanello Alessandro

NOTIFICHE D’INESISTENZA

Pubblicato il: 30 Marzo 2023

Queste notifiche d’inesistenza ‒ in minuscolo (di copertina), poiché magari, almeno nelle intenzioni, alla stregua delle nugae catulliane ‒ sono, in verità, malinconici e introspettivi epigrammi improntati all’epicureismo, destinati solo in apparenza allo sfarinamento crepuscolare di certe lapidi, consumate dal tempo [«negli intermundia gessosi» (Kronos, p. 10)].

Ma procediamo con ordine.

Alessandro Romanello è, prima di tutto, poeta molto cólto, di imprescindibili origini piacentine, di famiglia laica e chitarrista blues. Ed è nondimeno seguace del precetto epicureo (appunto) del lathe biosas («vivi nascosto»).

Le sommarie informazioni, ricavate dalla bandella anteriore, risultano preziosissime per interpretare molti dei testi racchiusi in questa interessante silloge.

Certamente, il contesto geografico emiliano non è l’unico a emergere: si direbbe che la topografia, anche transcontinentale, rivesta un ruolo preminente nei testi di Romanello [«La Recoleta o il Père Lachaise» (Kronos); El Tropico Latino (p. 14: titolo ammiccante e ingannevole, trattandosi di ristorante messicano di Piacenza); «Variazioni microtonali a Varanasi» (A E. P., p. 15); «Muri rossi, ampie vetrate: / un sogno neo-Tudor vicino a Piacenza?» (S.T., p. 18); «Hanno tolto la statua di Lenin / dalla piazza di Ulan Bator» (S.T., p. 22) etc.].

Il laicismo gli conferisce, invece, quel disincanto rassegnato, eppure a tratti stranamente propositivo, che permea tutti i testi, anche quelli più sentimentali [«Capita tutto troppo in fretta, dice / lei. Io mi domando invece / se mai sia successo qualcosa» (S.T., p. 12); «Forse un dio lo può, idolo senz’occhi, / nello spoglio giardino del Barrio / dove ti pugnalano per una Nikon. / Io constato il fatto» (S.T., p. 21); «Eppure esisti, sul lago esiliato, / nelle visioni di Munch, / esisti, religio» (A una madonna, p. 46); «Il Godfather Theme scorta / Padre Pio, mentre lamine / rosa si calano dal cielo» (S.T., p. 54)].

Quanto al blues, è un sottofondo costante, etimologicamente parlando (ma non solo).

Preme anche puntualizzare come, grazie proprio al patrimonio intellettuale dell’autore, ogni citazione, ogni riferimento, ogni appiglio letterario è buttato là, tra i versi, senza troppi complimenti.

Ci sono preferenze chiaramente percepibili, questo sì, ma non tutti i referenti illustri sono in sovraesposizione. Però, quasi ogni componimento ha almeno un mentore, più o meno esplicitato: nel Tropico Latino, è il drammaturgo statunitense Eugene O’Neill («La pioggia si addice a Elettra»); in A E. P., sono William Burroughs (proletticamente preannunciato proprio dalle sinestetiche «conversazioni bluastre» del Tropico Latino) e il James Frazer del Ramo d’oro.

Poco oltre, in un testo senza titolo, è una montaliana (ma anche sbarbariana) «fatua lontananza» (p. 20). Altrove, sempre in un S.T., è addirittura un hapax dantesco [«quando parlo di te, parlo del Capitale / finanziario che s’insusa in te» (p. 56)]. E, nell’appendice (Parerga), c’è un manifesto rimando ai Parerga e paralipomena di Schopenhauer.

Quasi ungarettiano («La morte / si sconta / vivendo») l’assertivo «solo la morte dura» (S.T., p. 50); mentre di nuovo montaliano è lo «sparuto studente di cinema» che «studierà, forse, / un domani, nei teatri naturali dell’Oklahoma» (S.T., p. 66): esso riecheggia la «sparuta anguilla» de I limoni in un componimento, quello di Romanello, gremito di rimbalzi, in questo caso, ascrivibili al teatro (georgiano) e a Brecht.

Il tutto è oniricamente circonfuso d’insopportabili calure estive e di ridondanti venti di scirocco (S.T., p. 53; Epilogo, p. 59); di un «frinire ossessivo delle cicale / dall’orto botanico» (Roma, di luglio, p. 30): espediente climatologico per collocare l’àmbito lavorativo dell’autore (Accademia dei Lincei); e di convogli ferroviari (Frecciarossa, treni notturni, vecchi regionali, Eurostar) che attraversano lo Stivale, così come le pagine, solcando le pianure «tra arbusti e – chissà se mezzo seccate – pozzanghere» (S.T., p. 34)

Edizione esaminata e brevi note

Alessandro Romanello È nato a Piacenza nel 1967. Si è laureato in letteratura italiana a Bologna con Ezio Raimondi nel 1991. Autore di saggi e contributi sulla poesia italiana del Novecento, ha insegnato nelle scuole medie superiori. Dal 2005 è responsabile del settore moderno della Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dove si è occupato di cataloghi di mostre storico-documentarie sulla storia dell’Accademia e di studi su fondi librari e archivistici del Novecento. Questo è il suo primo libro di poesie.

Alessandro Romanello, Notifiche d’inesistenza, Roma, Gattomerlino Edizioni, 2019 (pagine 74; euro 10)