Campanelli Chiarastella

Tina Anselmi. La ragazza della Repubblica

Pubblicato il: 31 Maggio 2023

Fin dalle prime pagine del libro dedicato alla prima donna ministro della storia d’Italia possiamo cogliere la profonda ammirazione dell’autrice, Chiarastella Campanelli, non soltanto per le conquiste politiche di Tina Anselmi, ma proprio per il suo carattere, per il metodo fermo e limpido con cui ha lottato in un’arena politica di stampo fortemente maschilista e comunque, come sempre è stato, oppressa da compromessi al ribasso e tante ambiguità. Emerge una Tina Anselmi che semmai ha interpretato la politica anche come rinuncia all’intransigenza – si veda la vicenda della legge 194 – per costruire dei rapporti istituzionali basati su una reciproca tolleranza. Questa consapevolezza prende le mosse proprio dalla prima giovinezza della futura onorevole veneta; e di cui l’autrice dedica gran parte del romanzo biografico. È vero che sullo sfondo della narrazione leggiamo del fascismo, della Resistenza, del referendum del ‘46, della DC, del Caso Moro, fino alle vicende di Licio Gelli e della P2, ma su tutto emerge la sfera privata di Tina Anselmi, divisa tra affetti, tragedie personali – si pensi alla morte del fratello Piero e del suo primo ed unico fidanzato Nino – ed enormi responsabilità, prima come giovanissima partigiana e poi come figura di riferimento della DC. La storia di una donna che ha forgiato il suo carattere energico durante la seconda guerra mondiale e che in virtù di questo suo spirito combattivo, ma sempre rigoroso, legalitario, non disgiunto da una buona dose di ironia, è stata sempre gettata in prima linea da chi evidentemente questo suo coraggio non possedeva.

Coraggio espresso nell’affrontare battaglie, al tempo, difficilissime come la parità salariale delle donne; ma soprattutto nell’improntare la sua attività politica al rispetto della laicità dello Stato, fino a sacrificare le sue più intime convinzioni umane e religiose: “La legge 194 portava proprio la firma del Ministro Anselmi la quale, malgrado le tante pressioni vaticane ricevute e una personale difficoltà ad accettare quel provvedimento […] manteneva intatta la volontà di dialogo e apertura verso i movimenti femminili e femministi […]” (pp.201).

Oppure pensiamo a quando Nilde Iotti le propose l’incarico di presidente della Commissione d’inchiesta sulla P2: “Era come infilarsi in un ginepraio infinito, o meglio come il gioco della matrioska […] Come rifiuti in decomposizione, iniziavano a galleggiare alla superficie i pezzi marci che in quegli anni si erano annidati nei più svariati ambiti della vita nazionale (pp.217). Compito portato a termine malgrado le provocazioni di coloro che tentavano di screditarla, ma che alla fine evidenziò tutte le responsabilità, oppure, nel migliore dei casi, le remore di chi non era stato ufficialmente implicato nelle trame di Gelli: “Alzando gli occhi [ndr: al momento di riferire in Parlamento], si accorse che in aula c’erano poche presenze; ve ne furono ancor meno il giorno seguente […] Le sue parole erano trascinanti, non lasciavano dubbi: volevano scuotere le coscienze. ‘Non usciamo tutti perdenti da questa vicenda!’, quando finì di leggere l’ultima riga si alzarono gli applausi. Tina, con un rapido sguardo, contò i presenti: otto compagni di partito, sei comunisti e qualche indipendente di sinistra” (pp.224). Una presidenza scomodissima che, in qualche modo, le procurò un allontanamento dalla politica attiva visto che da lì a poco fu candidata in una circoscrizione diversa da quella che era sempre stata sua, in un “terreno incontrastato delle Leghe”.

Così Chiarastella Campanelli nei “ringraziamenti”: “Infine, un grazie ai luoghi della Castellana che mi hanno permesso di spaziare con l’immaginazione e fantasticare sui primi passi mossi dalla giovane Tina in quelle terre” (pp.241).

In realtà le fantasticherie della Campanelli – lo si capisce benissimo – rappresentano non certamente un “romanzo ispirato a…”; piuttosto una ragionevole parafrasi di situazioni del tutto reali. Peraltro uno degli aspetti più interessanti di questo romanzo biografico è proprio il fatto che le narrazioni si siano comunque basate su testimonianze di familiari e di chi conosceva personalmente Tina Anselmi. Ovvero la conferma come il lato privato e il lato pubblico di questa donna siano stati tra loro perfettamente coerenti, senza contraddizioni. Aspetto, di questi tempi, assolutamente fuori dal comune.

Edizione esaminata e brevi note

Chiarastella Campanelli, romana, è laureata in Scienze politiche. Ha conseguito un baccalaureato in lingua araba e islamistica. Dal 2008 è direttrice editoriale della casa editrice il Sirente, per cui ha curato due collane dedicate alla letteratura araba e migrante traducendo alcuni volumi. Nel 2021 ha pubblicato un romanzo per bambini “Il mistero di Pyrgi. Avventura tra gli Etruschi” (Dalia edizioni).

Chiarastella Campanelli, “Tina Anselmi. La ragazza della Repubblica”, Graphofeel edizioni (collana “Intuizioni”), Roma 2023, pp. 244.

Luca Menichetti. Lankenauta, maggio 2023