Anselmi Tina

La rocca del paradiso

Pubblicato il: 18 Giugno 2023

Leggendo le varie presentazioni e recensioni di “La rocca del paradiso” dove si scrive di “racconto illustrato per bambini” probabilmente l’unico appunto più ragionevole da fare è la mancanza di un “anche”. Sì perché la narrazione di Tina Anselmi, pur nella prospettiva di lei bambina, ci racconta di un carattere un po’ ribelle, tutt’altro che remissivo, che presto si trasformerà in impegno politico. Non sono un caso infatti le parole di Valentina Magrin, la nipote, nell’introduzione: “perché la crescita è cambiamento ma è anche continuità e quindi ognuno di noi, anche nelle scelte che fa o farà da adulto, porterà con sé il suo essere stato bambino […] in fondo, è stata una bambina come tutti voi, come tutti noi. Quella bambina un po’ monella, pochi anni più tardi, sarà in grado di trasformare le sue piccole ribellioni in impegno e lotta per la libertà di tutti” (pp.xiii). Come non è un caso che parte degli episodi di vita contenuti ne “La rocca del paradiso” siano stati riportati, pur con approccio romanzesco, nell’ultima biografia – ovviamente “per adulti” – “La ragazza della Repubblica” di Chiarastella Campanelli.

Il racconto, edito per la prima volta nel 1985, adesso giustamente ripubblicato da Sirente edizioni nonché arricchito dalle belle illustrazioni ad acquerello di Florinda Aratari, ci narra della bambina Tina Anselmi tra la natia Castelfranco Veneto e Narni, dove viveva la zia Teresa e soprattutto il suo luogo di villeggiatura, quello che, in tutta evidenza, rappresenta il titolo del libro: “Il viaggio fino a Narni era lunghissimo, perché si viaggiava in treno dodici ore, ma soprattutto perché immenso era il mio desiderio di arrivare, spiavo il paesaggio finché, oltre la galleria di Nera Montoro, appariva come per incanto la rocca, una specie di paradiso” (pp.25).

Narrazione indubbiamente con molti spunti che anche il lettore adulto può considerare spiritosi, e che nel contempo si sofferma su quei piccoli avvenimenti che possono emozionare un bambino; ma in realtà non è una narrazione fatta soltanto di giochi, di marachelle, di escursioni pericolose condotte da una Tina indubbiamente molto intraprendente. Se è vero che l’impostazione è un po’ fiabesca – e quindi dedicata ai bambini – non possiamo non ricordare che ne “La rocca del paradiso” possiamo cogliere tutte le premesse del carattere della Tina adulta. Non tanto nelle marachelle, alcune delle quali piuttosto pesanti, tipo aver somministrato del purgante a tutta la classe, oppure aver premeditato un fraintendimento ai danni di una potenziale coppia di docenti; semmai nel nascente senso di giustizia che la porterà, seppur giovanissima, a non piegarsi alle prepotenze degli adulti e di conseguenza a venir scusata di qualche intemperanza: “Mi aspettavo un rimprovero pur essendo convinta di aver ragione, ma dopo un attimo udii le parole dello zio, che ricordo ancora esattamente: La piccola ha ecceduto, ma il torto è della donna” (pp.44).

Epilogo prevedibile e necessario di un racconto di vita tra l’infanzia e la primissima adolescenza, è rappresentato da una sorta di post-fazione “Perché ho scelto questo mestiere”, ovvero quando Tina Anselmi chiarisce perché si è dedicata alla politica, “un mestiere che non si sceglie” (pp.51). Ancora una volta il ricordo di un’ingiustizia, questa volta davvero criminale: quando frequentava l’Istituto Magistrale fu costretta dai tedeschi e dai fascisti, a vedere i cadaveri dei partigiani poco prima giustiziati. Una ribellione che si è trasformata in un impegno politico, che ha portato l’Anselmi ad occuparsi, come lei stessa ricorda, dell’abbandono scolastico, degli innumerevoli problemi della sua Castelfranco Veneto, dello sfruttamento delle filandiere; per poi approdare ad importanti incarichi nazionali fino alla carica di ministro.

“La rocca del paradiso” rappresenta in tutto e per tutto la premessa ad una storia, che qualcuno potrebbe definire esemplare, di una donna in politica di una tempra ed onestà intellettuale tali di cui oggettivamente oggi non si trova più traccia.

Edizione esaminata e brevi note

Tina Anselmi, (Castelfranco Veneto, 1927-2016) nasce in una famiglia cattolica antifascista. Il suo impegno civile e politico, iniziato con la Resistenza, cui prende parte come staffetta partigiana, prosegue dopo la guerra nel sindacato e all’interno della Democrazia cristiana. Si laurea in Lettere all’Università Cattolica di Milano e diviene insegnante nella scuola elementare. Eletta alla Camera dei Deputati nel 1968 e riconfermata fino al 1992, nel 1976 è nominata ministro del Lavoro, prima donna in Italia a ricoprire tale incarico. Regge in seguito per due volte il ministero della Sanità, dal marzo 1978 all’agosto 1979, e compare fra gli autori della riforma che introdusse il Servizio sanitario nazionale. È poi nominata presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2 e della Commissione sulle conseguenze delle leggi razziali sulla comunità ebraica. Nel corso della sua carriera politica fa parte anche delle commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali. Si occupa molto dei problemi della famiglia e della donna: si deve a lei la legge sulle pari opportunità. Nel 2004 promuove la pubblicazione di un libro intitolato Tra città di Dio e città dell’uomo. Donne cattoliche nella Resistenza veneta (Istresco).

Florinda Aratari (Roma), si laurea in Lettere e Filosofia e si diploma alla scuola internazionale di Comix come illustratrice e grafica. Ha incominciato a disegnare storie quando era una bambina e ha continuato a farlo da grande sulle lavagne delle scuole e anche sulle tovaglie di carta dei ristoranti. Ha pubblicato Il terremoto degli animali (2002) Migranti e migranti (2004) e Imparo bene, imparo piano (2018).

Tina Anselmi, “La rocca del paradiso”, Il Sirente editore (collana “Intuizioni”), Fagnano Alto 2023, pp. 58. Illustrazioni di Florinda Aratari.

Luca Menichetti. Lankenauta, giugno 2023