
“Panorama” è un libro pieno di libri. Ma è anche l’apoteosi dell’arte della lettura perché, come mi è capitato di scrivere altrove, leggere è un’arte sottile e necessaria almeno quanto lo scrivere. Ottavio Tondi, il singolare protagonista del romanzo di Pincio, non nutre alcuna velleità scrittoria ed, infatti, non scrive nulla. Ottavio legge e riesce a fare della lettura la sua vita e il suo mestiere. Diviene persino un “lettore famoso” che si esibisce in pubblico seduto sul suo divano a leggere in silenzio. La lettura è tutto quello che lo interessa e lo fa esistere. Almeno fino all’incidente di ponte Sisto. Fino a quella tragica notte durante la quale, di ritorno da uno dei suoi incontri di sesso e letteratura con la bella Maddalena, Ottavio Tondi viene aggredito da un gruppetto di balordi in cui si imbatte mentre cammina leggendo “Bruges la morta“. L’incidente lo devasta e lo trasfigura. Ottavio non riesce più a leggere. Nel momento in cui riprende tra le mani il libro della notte di ponte Sisto sta male: “Fu assalito da un senso di nausea tale da obbligarlo a correre in bagno, dove vomitò l’anima. Ripresosi, ripeté il tentativo con risultato identico, se non peggiore. Al quarto tentativo, esausto, smise. Riprovò il giorno successivo, cambiò il libro ma gli esiti rimasero gli stessi. Dopo una settimana trascorsa a quel modo, Tondi capì che non avrebbe letto per il resto della sua vita“.
All’interno di Panorama Ottavio trova soprattutto Ligeia Tissot, una ragazza di una ventina d’anni più giovane di lui con la quale intrattiene un’intensa corrispondenza virtuale per quattro lunghi anni. Ottavio è attratto dal fascino e dal mistero che circondano Ligeia ed osserva con morbosa devozione il letto disfatto che la ragazza ha deciso di mostrare attraverso Panorama. Una contemplazione che l’uomo riversa nei Quaderni del letto, “un elenco giornaliero degli oggetti che la Tissot abbandonava tra lenzuola e coperte”. Il coinvolgimento di Ottavio è totale ed assoluto. “C’erano giorni in cui non soltanto Panorama ma l’intero internet gli sembrava un tutt’uno con la ragazza dei suoi pensieri. Scriveva soprattutto per le risposte di lei, perché Ligeia gli scrivesse a sua volta e lui potesse seguitare a leggerne le parole, immaginando il suono della sua voce“. Un “amore inespresso” nato nel virtuale e mai tramutato in realtà: Ottavio e Ligeia non si sono mai incontrati per una sorta di inerzia che conduce l’amore al dovuto appassimento.
I libri si disfanno per diventare quaderni. I quaderni si liquefanno per diventare parole di pixel. Le parole di pixel si perdono nella pancia senza fine del web. Qual è il destino di chi scrive? E quale quello di chi legge? Tommaso Pincio, con la vicenda d’amore e libri di Ottavio Tondi, fa riflettere anche su quel che è o quel che sta per diventare il mondo editoriale e letterario. La riflessione su quanto senso abbia continuare a pubblicare libri che nessuno vuole leggere si insinua tra le pagine di “Panorama” e fa pensare. Pincio scrive bene, anzi benissimo. Poter scavare dentro un romanzo e rintracciare strati diversi di contenuti e di richiami è un privilegio che pochi scrittori sanno offrire. Posso affermare che, almeno stavolta, sono felice di aver cambiato idea all’ultimo istante: questo libro vale molto più di quanto lo abbia pagato.17
Edizione esaminata e brevi note
Tommaso Pincio, “Panorama“, Enne Enne Editore, Milano, 2015.
Pagine Internet su Tommaso Pincio: Tommaso Pincio (sito uff.) / Rai Letteratura / Wikipedia / Tommaso Pincio (Facebook)
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