Aste Fiorenza

Il montanaro. Conversazioni con Mario Martinelli

Pubblicato il: 7 Aprile 2010

“Ho smesso di cercare di dimostrare di essere qualche cosa di diverso da quello che sono. E è stato l’inizio del vero silenzio. Della vera pace interiore”. (p.15)

Il modo migliore per incontrare un montanaro è andare con lui per le sue montagne: è quel che ha fatto Fiorenza Aste con Mario Martinelli.

Ne è uscito questo libro-conversazione, nel quale alle riflessioni e ai ricordi di Mario fanno da contrappunto le osservazioni paesaggistiche di Fiorenza che, con spirito poetico, ci introduce nello scenario della Vallarsa dove vive Martinelli.

La valle e i suoi monti ci vengono presentati nelle diverse stagioni con i loro colori, la vegetazione, gli animali e le persone, si percepisce lo scorrere della vita e la figura di Martinelli, proprio come nella foto di copertina, è perfettamente contestualizzata nel suo ambiente, nei luoghi che ama e tra i quali si muove.

Fiorenza Aste presenta moltissimi dettagli e tiene ben desti tutti i cinque sensi, non ci sono solo i colori, ci sono il freddo e il caldo, i sapori e gli odori dei cibi nei rifugi, i suoni della valle e i silenzi.

L’idea di cammino si addice a Martinelli. Mentre conduce Fiorenza per boschi, sentieri e rifugi, racconta del suo percorso esistenziale a tratti accidentato.

Dopo aver viaggiato molto e aver vissuto le esperienze più varie, Martinelli si è stabilito a Obra, sua terra d’origine, dove ha ritrovato un nuovo equilibrio in solitudine e a contatto con la natura, ma è subentrata una grave malattia (la cirrosi epatica) che ha posto dei limiti, ha cambiato il suo modo di vivere. Per lunghi periodi anche camminare in montagna diventa troppo faticoso, molti cibi gli sono interdetti. Il trapianto darà nuova vita e altre prospettive a Mario.

Nel frattempo la meditazione l’ha portato all’accettazione della malattia e a uno sguardo nuovo sulla vita. Spesso, quasi ritenendoci immortali, siamo abituati a organizzare e a voler sapere ogni cosa, ma è un atteggiamento sbagliato, che Martinelli ha superato da tempo grazie alla meditazione.

Meditazione è: solitudine, silenzio, consapevolezza, ossia diventare testimoni di tutto ciò che accade.

“Osservare, in quiete, tutto il gioco instabile e tormentato che la nostra mente mette in atto momento per momento. Senza lasciarsi trascinare. Senza respingere, ma anche senza afferrare. E soprattutto senza giudicare”. (p.54)

È la lettura di Osho ad avviare Martinelli verso la meditazione e un rinnovato equilibrio.

“Attraverso la meditazione impari a vedere il miracolo di quello che ti circonda. Impari un altro modo di stare dentro la vita, pieno di gratitudine per questa realtà che non è mai uguale. Sempre nuova, momento per momento”. (p.57)

C’è poi la scrittura: agli inizi sono appunti e riflessioni su piccoli moleskine (suo mentore è stato Mauro Corona, che gli regalò il primo quaderno), in seguito arrivano i romanzi, che trovano un editore e iniziano a circolare. La scrittura nasce dal desiderio di condividere con altri quel che l’autore ha scoperto attraverso la stessa malattia, non vista come maledizione o sfortuna, ma accettata e riscattata quale occasione per ritrovare la preziosità della vita, per rinascere.

Numerose e varie le letture di Martinelli, in pittoresco disordine si va dalla Beat Generation ai classici russi, Joyce, Proust, Melville, Mann, Walser, Schnitzler, Simenon, Salinger e molti altri. In più gli autori di montagna: Eugen Guido Lammer, Julius Kugy, Emilio Comici, René Daumal, Carlo Pastorino, un testimone della prima guerra mondiale.

Le vicende del conflitto costituiscono infatti parte importantissima nella storia della valle. Questi monti furono teatro di terribili combattimenti, tanto che ancor oggi si trovano oggetti, schegge, residuati bellici. Martinelli ne ha raccolti molti e in lui è sempre viva la memoria di quei soldati che qui hanno combattuto e spesso sono morti. Numerosi sono sepolti nell’ossario del Pasubio.

Basilare il rapporto con la montagna, che per Martinelli non è vetta da conquistare, ma luogo in cui vivere, da amare e preservare dalle invasioni turistiche. La montagna è libertà, bellezza, silenzio. Se uccide è perché l’uomo sbaglia nel rapportarsi con lei, si sopravvaluta oppure rischia troppo, in ogni caso manca d’umiltà.

Certe considerazioni sul contatto diretto con la natura e sulla solitudine ricordano l’idea di naturalità cara a un altro scrittore-montanaro, Mauro Corona di Erto, cui è dedicato uno degli itinerari del libro.

Sentiero dopo sentiero Martinelli si racconta e si fa conoscere, si definisce un cercatore, uno che si è abbandonato tra le braccia della sua terra con fiducia e ha trasformato la paura in forza, accettando la realtà.

Distantissimo ormai da quella frenesia e dall’attivismo fine a se stesso tipico della vita cittadina, Martinelli ha ritrovato altri ritmi più armoniosi e tranquilli, ha imparato la preziosità della vita e la gratitudine per esserci, per esistere in questo tempo e in questo momento.

“La vita è un miracolo ogni giorno”. (p.89)

articolo apparso su lankelot.eu nell’aprile 2010

Edizione esaminata e brevi note

Fiorenza Aste (Rovereto?, 1961), scrittrice italiana. Vive a Rovereto, dove insegna in una scuola elementare. Ha fatto parte della redazione di “Storie” (Leconte Editore). Collabora come critica letteraria con diversi siti web. Cura il blog “Soglie e Flussi”.

Fiorenza Aste, “Il Montanaro. Conversazioni con Mario Martinelli”, Editrice La Grafica, Trento, 2009. Postfazioni di Geremia Gios e Bepi Magrin. In appendice, bibliografia completa di MM e delle opere citate. Pagine manoscritte e disegni tratti dai moleskine di Mario Martinelli.

Mario Martinelli (1962) scrittore e montanaro di Obra in Vallarsa.

Approfondimento in rete: Soglie e flussi / Mario Martinelli