Stevenson Robert Louis, Barrie James Matthew

Mio carissimo amico

“Non vi ho mai scritto senza provare la sensazione che siate la mia unica famiglia al mondo, al di fuori dei legami che ho già. E mi sento addolorato quando finisco di scrivervi, è come dirvi addio per molto tempo […] Clape wa-wa’ (addio) gug gug (cari). J.M.Barrie” (pp.94). Purtroppo da lì a poco l’addio epistolare di James Matthew Barrie a Robert Louis Stevenson, risalente all’11 ottobre 1894, si rivelò un addio definitivo visto che il celebre autore di “L'isola del tesoro” morì meno di due mesi dopo. Parole che testimoniano un rapporto di amicizia tra due grandi scrittori, ambedue di origine scozzese, che, malgrado l’immensa stima reciproca, non riuscirono mai ad incontrarsi. Mancato incontro...CONTINUA...

Wenders Wim

Perfect days

È tutto piccolo e immenso nell’ultimo film di Wim Wenders, a partire dal formato in quattro terzi, che in alcuni momenti si restringe addirittura alle misure dell’inquadratura da cellulare, fino ad arrivare all’immagine dello specchietto che il protagonista, Hirayama, usa per intercettare i residui di sporcizia nascosti negli anfratti dei wc nelle toilette pubbliche di Tokyo. È la vita del protagonista che è piccola e immensa al tempo stesso, un ossimoro eccezionalmente interpretato da CONTINUA...

Nardini Stefania

L’ULTIMO TRENO DA KIEV

L’eco degli eventi della guerra in Ucraina, con le sue tragiche verità e le tante ipocrisie della sua narrazione (da ambo le parti), è ancora presente ma inizia – tristemente – a svanire, e lo stesso dovrebbe dirsi di tutta la storia dell’Est europeo dal crollo del Muro di Berlino a oggi. Eppure, quelle vicende, sommatorie di innumerevoli storie di povertà ed emarginazione, si sono rette su (e sono state il contraltare di) una continua e ben poco etica opera d’infiltrazione dell’Occidente capitalistico in territori già lungamente provati dalle dittature comuniste. È questo lo scenario di fondo del romanzo di Stefania Nardini L’ultimo...CONTINUA...

Burke James Lee

New Iberia Blues

“Sapevo dove stavo andando. Lo sapevo ancora prima di andare in quel locale. Forse era sbagliato e sarò giudicato per questo. Ma il mondo da cui provenivo è morto e la terra che ho amato per tutta la vita è cosparsa di rifiuti, la nostra acqua è inquinata e i nostri valori sono stati messi in vendita” (p.226). Ritroviamo così il detective Dave Robicheaux, che riflette su quanto gli è capitato nella sua complicatissima vita, e soprattutto su quanto ancora sta capitando intorno a lui e alle poche persone a cui tiene veramente. Una vita complicata che molti lettori americani – purtroppo non i lettori italiani - avranno conosciuto fin dal 1987, anno di prima pubblicazione di “The Neon Rain” e che...CONTINUA...

Caccia Laura

La terza pagina

Questo mondo, e per mondo intendo i linguaggi che ci abitano, ha bisogno di definizioni, di classificazioni, categorie, nomi, per potersi ergere a segno arbitrario, che, discriminando e separando, finisce per annichilire quella dimensione profondamente aporetica, originaria, amniotica, che costituisce il fondamento di ogni parola che possa definirsi vivente, cioè poetica. Qui ci giochiamo tutto, è ora di finirla con questa fastidiosa lamentela antivitale e antiartistica: la poesia è inutile, la poesia è incomprensibile, la poesia è vana, la poesia non vende etc. Torniamo semplicemente all’etimo di poesia: dal greco ποιέω che possiamo arrischiarci a tradurre con il temine “creare” se non proprio...CONTINUA...

Travaglio Marco

Israele e i palestinesi in poche parole

Ludovico Antonio Muratori scrisse che “lo spirito della parzialità o dell'avversione troppo sovente guida la mano de gli storici”. Ce ne siamo accorti più volte. Quindi ci voleva giusto un giornalista di professione come Marco Travaglio, seppur laureato in storia, per tentare di fare un minimo di chiarezza sulle reali origini del conflitto Israele-Palestina; mentre intanto – purtroppo anche col contributo di storici accademici – sembra che, invece di ragionare, capire, informarsi, ci si debba necessariamente arruolare, vuoi tra le fila dei filo-israeliani senza se e senza ma, vuoi tra le fila dei filo-palestinesi senza se e senza ma. Bisogna dare atto a Travaglio di aver scritto CONTINUA...

Zardi Paolo

La meccanica dei corpi

“Il rapporto tra corpo e mente, tra la caducità, l’irruenza, la forza del primo e l’apparente immortalità, l’immutabilità, la distanza dalle cose terrene della seconda, è, a ben vedere, l’oggetto di tutto quello che scrivo. Il corpo è il motore di ogni drammaturgia: cade, si ammala, oppure desidera, brama, vuole. È lui che mette in moto l’azione. La mente, invece, resiste, continuando a inseguire un impossibile ideale di perfezione. Non sempre il dualismo è così esplicito, o così didascalico; ma, di fondo, credo che molte mie storie parlino di una mente incredula di fronte alla violenza che il mondo esercita sul corpo, o alle ineludibili richieste che il corpo porge alla mente”. Così si raccontava...CONTINUA...

Mello Valerio

Rive

Ecco un libro difficile da classificare, che sembra sfuggire a ogni facile definizione, a ogni preconcetto categoriale: “Rive” di Valerio Mello, edito da Ensemble nel marzo 2022. S’intuisce sin da subito che in questa scrittura (si tratta di poesia in prosa, come vedremo) si manifesta una configurazione psichica di estrema fluttuazione identitaria, una luminosa oscillazione dei poli della soggettività, che pare immergersi in un mare amniotico di impressioni, sensazioni, paesaggi interiori, maschere fatate, erranti corrispondenze simboliche, analogie necessarie e apparentemente impossibili. Tutto questo...CONTINUA...

Manganelli Giorgio

Sommamente invitante è la tastiera

“Le quarte di copertina di Manganelli, funamboliche aggiunte ai suoi testi, sono quei preziosi marchi, timbri, segnali e segni che rendono i suoi libri inimitabili e unici” (pp.88). Le parole di Lietta Manganelli al termine della nota di lettura a “Sommamente invitante è la tastiera” raccontano al meglio l’approccio che ebbe suo padre, ovviamente non soltanto nello scrivere le quarte di copertina, ma proprio alla sua idea di letteratura come anarchia. Raccolta di quarte di copertina che, soprattutto nel caso di Manganelli, come giustamente...CONTINUA...