La maggior parte delle persone, me compreso, conoscono Leonard Cohen come quel cantante dalla voce estremamente roca e bassa che ha scritto la copiatissima “Hallelujah” e le struggenti “Suzanne” e “So Long Marianne”. Ebbene queste non sono che un piccolo e direi anche limitato assaggio del corpus di un artista complesso e dalla carriera lunghissima, risale infatti al 1956 la sua prima pubblicazione e al 2016 l’ultima, esattamente 60 anni.
A guidarci attraverso i meandri più reconditi delle opere di Cohen c’è Silvia Albertazzi, professoressa di Letteratura dei Paesi di lingua inglese all’Università di Bologna e che quindi ha gli strumenti e le conoscenze per analizzare il tutto in modo scientifico e accurato. Come lei stessa scrive però, questa non è una biografia bensì un’analisi e qui non troverete molti aneddoti curiosi o date importanti, solo quelli necessari alla comprensione delle opere. Queste però non comprendono solo canzoni, Cohen infatti nasce come poeta, compie delle incursioni nella scrittura e poi solo in un terzo momento si dedica alla musica e lo fa soprattutto per motivi economici.
Leonard Cohen nasce a Montreal, in Canada, nel 1932 da una famiglia di origine ebrea. Come detto, la sua prima raccolta di poesie esce già nel 1956 quando lui aveva ventidue anni ed incontra il parere positivo della critica, il che fa di lui una sorta di enfant prodige della poesia canadese. Da quel momento la sua carriera spicca il volo e lo porterà a diventare un vero e proprio punto di riferimento per molti altri artisti ed uno dei pochi ad essere riuscito a muoversi abbastanza fluidamente tra musica e letteratura. Muore nel 2016, pochi mesi dopo aver pubblicato il suo ultimo album, esattamente come David Bowie.
Questo libro ci trasporta lungo la vita di Cohen, seguendo la cronologia delle sue opere, si parte dalla poesia e si passa per i romanzi per arrivare solo alla fine alle canzoni. I capitoli analizzano a fondo i passaggi salienti dei suoi scritti e li comparano tra di loro, creando un filo conduttore che però non è per nulla facile da seguire, sia per la complessità dell’opera che per lo stile molto accademico. Parecchio spazio è dedicato alle citazioni, fortunatamente riportate sia in lingua originale che tradotte direttamente sulla pagina e non nelle note, il che rende molto più fluida la lettura.
Chi si aspetta una biografia facile e colma di fatti curiosi si arrenderà presto e rimetterà il libro sullo scaffale, qui siamo in presenza di una ricerca scientifica accurata che analizza la poetica Coheniana con metodo e ordine, ecco perché è richiesta una lettura attenta e minuziosa. Questo non vuol dire che il libro sia noioso, al contrario sorprende scoprire una poetica molto spesso cruda, brutale e sessuale che non lesina sui dettagli e che anzi spesso accosta proprio il sesso alla religione, altro grande tema analizzato, in particolare quella ebraica alla quale sente di appartenere per via della sua famiglia. Un linguaggio insomma che lo lega anche agli esponenti della beat generation. Il sottotitolo del libro “Manuale per vivere nella sconfitta”, già dà un’idea generale dell’atmosfera sicuramente cupa e molto tragica delle opere di Cohen ma proprio per questo è molto efficace.
C’è molto da scoprire su Leonard Cohen, forse pure troppo e ha ragione l’autrice quando dice che il legame tra musica e letteratura non è ancora stato pienamente riconosciuto come ha dimostrato anche la polemica per l’assegnazione del Nobel a Bob Dylan, un dibattito di lunga data e che Leonard Cohen, probabilmente senza neanche volerlo, ha contribuito ad alimentare.
Consiglio questo libro a tutti gli appassionati di musica e di beat generation ma soprattutto a coloro che quando pensano a Leonard Cohen hanno in mente solo la sua “Hallelujah”.
Edizione esaminata e brevi note
Silvia Albertazzi insegna Leteratura de Paesi di lingua inglese all’Università di Bologna. Tra i suoi lavori: Lo sguardo dell’Altro (primo testo italiano di teoria postcoloniale, 2000); In questo mondo (2006); Il nulla, quasi (2010); Belli e perdenti (2012); La letteratura postcoloniale (2013); Letteratura e fotografia (2017). Collabora con Alias, supplemento letterario del Manisfesto.
Silvia Albertazzi, “Leonard Cohen – Manuale per vivere nella sconfitta”, Edizioni Paginauno, Vedano al Lambro (MB), 2018.
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