Romano Sergio, Olimpio Guido

Anatomia del terrore

Pubblicato il: 27 Maggio 2007

“Anatomia del terrore”, edito all’indomani dell’attentato di Madrid (11 marzo), è un istant book la cui attualità rimarrà intatta chissà ancora per quanti anni a venire.
Sergio Romano, in un colloquio con l’inviato del Corriere della Sera Guido Olimpio, analizza i molti terrorismi che insidiano le società contemporanee da diverse angolazioni ed evitando di mettere nello stesso calderone fenomeni tra loro diversi se non antitetici.
In maniera necessariamente approssimativa vengono distinti tre tipi fondamentali di terrorismo: quello politico sociale “che vuole ribaltare l’ordine costituito”; quello nazionalista o regionalista “che afferma con la violenza un’identica etnica”; ed infine quello mistico – religioso “che annuncia un mondo perfetto, giustifica le azioni più violente, promette la salvezza eterna dei combattenti ed incoraggia il loro sacrificio” (dalla terza di copertina).
Una tripartizione che, pur nel suo schematismo, ha uno scopo palese: evitare quelle analisi interessate e poco limpide che fino ad oggi hanno impedito una politica ed una azione anticrimine efficace.E’ il solito tragico errore: pensare che fenomeni diversi possano essere combattuti con gli stessi strumenti.
Sergio Romano, ex ambasciatore, storico, docente universitario, opinionista sul Corriere della Sera e Panorama, la cui posizione di laico liberal – conservatore credo sia ben nota, malgrado non si sia mai schierato in maniera esplicita quale supporter di una delle nostre due ammucchiate elettorali e non abbia lesinato pesanti critiche nei confronti di una classe politica ideologicamente a lui più affine,  questa sua intervista potrebbe sorprendere (“i popoli sono diversi ed è controproducente che io cerchi di giudicare i loro comportamenti alla luce dei miei criteri”).
La sua posizione, tutt’altro che benevola, nei confronti dei neo-conservatori USA, del governo Sharon, del monopolio informativo americano e di alcune politiche occidentali (miopi) di Blair e Berlusconi è chiara, senza però alcuna concessione ai facili populismi stile Moore: “Mi sembra di capire che il primo ministro israeliano voglia soprattutto evitare la nascita di uno stato palestinese sovrano”; “Ogni strategia esclusivamente militare è destinata a produrre risultati parziali”.

Ed ancora: “Parafrasando il primo ministro israeliano Ytzhak Rabin occorre combattere il terrorismo come se non ci fosse spazio per la politica, e occorre fare politica come se non si stesse combattendo”.
Paradigmatico il caso iracheno dove i militanti del movimento Bath, tradizionale avversario dei partiti islamici, si sono alleati con le formazioni sciite e fondamentaliste: l’aver trattato nemici diversi come manifestazioni di uno stesso fenomeno ha privato gli USA ed alleati della possibilità di affrontarli con armi diverse e ha sollecitato tutte queste formazioni eterogenee a creare un fronte comune (da quando alla Casa Bianca siede un personaggio così “geniale” non dobbiamo stupirci di nulla).
Posizioni queste quanto meno eretiche se facciamo riferimento a quanto ci raccontano gli intellettuali e gli opinionisti italiani di area centro-destra, ma che non devono far pensare ad una conversione di Romano a forme di antioccidentalismo.
La sua coerenza rispetto a quanto scritto anni addietro non si può però contestare; siamo su posizioni lontane anni luce da un Giorgio Bocca, beffardo bellicista in occasione della prima guerra del Golfo ed ora  pacifista dichiarato.
In altre parole: anche i lettori ideologicamente definibili di sinistra radicale nel leggere “Anatomia del terrore”, stante una manifesta predisposizione dell’ex ambasciatore ad esprimersi in termini di “real politik”, troveranno innumerevoli spunti per incazzarsi come iene, malgrado non vi sia nulla  di assimilabile ai  toni aggressivi di una Fallaci.
Alcuni esempi: “Guido Olimpio – Il ragionamento degli attivisti di Hamas è trasparente: noi vogliamo fare attentati che spingano il governo di destra israeliano ad essere sempre più duro con noi e con l’intero mondo arabo, infine, alla guerra contro Israele; Sergio Romano – E’ la logica di via Rasella”; “Tra i pacifisti vi sono, nelle strade d’Europa, organizzazioni e militanti che manifestano contro la guerra dell’America, ma sono favorevoli alle guerre rivoluzionarie e di liberazione. Fra i pacifisti europei, in altre parole,vi è molto bellicismo”.
Un breve saggio che non vive soltanto di mere osservazioni polemiche, non prive di forse di un certo cinismo ma, grazie alla profonda cultura di Romano, delinea sinteticamente il retroterra storico delle attuali iniziative criminali di Bin Laden ed accoliti.
Le ultime trenta pagine della pubblicazione sono dedicate alla “Mappa del terrore” ovvero “Persone” (elenco alfabetico dei più pericoli latitanti islamici), “Organizzazioni” (altro elenco alfabetico, questa volta dedicato alle formazioni terroristiche, dalle storiche Brigate Rosse alle Vedove Nere cecene, alla Jhiad Islamica Palestinese, alla Retta Via marocchina), “Cronologia” (i principali atti terroristici contro istituzioni occidentali, Stati Uniti ed Europa, Russia compresa).

Edizione esaminata e brevi note

Guido Olimpio, inviato del Corriere della Sera in Palestina e nei paesi mediorientali si occupa da anni di terrorismo e fondamentalismo islamico. Ha scritto “La rete del terrore. Come nascono e agiscono i militanti delle Guerre Sante” (Sperling & Kupfer 2002).

Prima edizione in: “Sergio Romano – Anatomia del terrore – colloquio con Guido Olimpio” – I libri del Corriere della Sera – euro 5,90.

Recensione già pubblicata il 14 settembre 2004  su ciao.it e qui parzialmente modificata.

Luca Menichetti. Lankelot.eu, 27 luglio 2007