George Nelson

Il Cuore Più Buio

Pubblicato il: 16 Gennaio 2021

Un ottimo romanzo noir con forti elementi presi anche dal genere giallo e poliziesco. Da notare che si tratta del secondo romanzo incentrato sul personaggio di D Hunter, il primo s’intitola Funk e Morte a L.A. ma non è necessario averlo letto per godersi questo.

D Hunter è un afroamericano di mezza età che ha passato molti anni a fare il bodyguard a Brooklyn ma che adesso ha deciso di cambiare aria, trasferirsi a Los Angeles, aprire una sua agenzia di management, la D Management e diventare un uomo d’affari. La storia inizia in un momento in cui l’agenzia sembra andare a gonfie vele, soprattutto grazie alla scoperta di un giovane trapper di Atlanta, Lil Daye, per la quale D sta per concludere un ricco contratto con una società di liquori. I problemi cominciano a sorgere quando D viene a sapere che il capo di questa società, Samuel Kurtz, è una sorta di maniaco sessuale e suprematista bianco implicato nel traffico di esseri umani e che sembra avere come principale scopo di vita quello di limitare l’impatto della cultura nera negli Stati Uniti, a protezione appunto di quella bianca.

La storia di D s’intreccia con quella di altri due personaggi: il primo è Ice, spietato sicario di Brooklyn, una vecchia conoscenza di D che lo ricontatta a causa di un omicidio sulla quale sta investigando l’FBI e che potrebbe metterli entrambi nei guai. Il secondo personaggio è Serene Powers: una sorta di super donna che lavora per un’associazione umanitaria che salva giovani donne dai trafficanti di essere umani. La incontriamo durante alcune delle sue missioni in giro per l’America e l’Europa e capiamo subito che è una con la quale non si scherza. Serene è una vecchia amica di D e lo aiuterà a smascherare Kurtz e i suoi intenti.

Il perno di tutta la vicenda è un libro, per la precisione un manoscritto di Dwayne Robinson, vecchio mentore di D ormai morto da anni, intitolato “Il Complotto Contro l’Hip-Hop”. In quelle pagine si dimostra come appunto Kurtz e altri uomini d’affari abbiano usato il potere commerciale dell’hip-hop per svuotarlo del suo iniziale messaggio di protesta e renderlo innocuo ma allo stesso tempo più remunerativo. L’autore ci dà l’opportunità di leggere alcune pagine di questo manoscritto, all’inizio e alla fine del romanzo e più o meno a metà vicenda quando appunto D viene a conoscenza della sua esistenza.

Tematica principale è quindi il rapporto della società statunitense con tutto ciò che riguarda la sua componente nera, persone, cultura, storia eccetera. Il tutto si svolge nell’America di oggi, Trump è nominato di frequente, spesso con l’appellativo di #45 e alcuni personaggi rivelano di averlo conosciuto negli anni in cui frequentava le feste più esclusive di New York. Abbiamo quindi un’interessante analisi di come il processo di pacificazione tra le diverse anime degli Stati Uniti sia ancora ben lontano dall’essere terminato e di come problemi come la discriminazione e il razzismo siano duri a morire.

L’autore, Nelson George, è un rinomato studioso della cultura afroamericana e questo lo si capisce bene leggendo le sue pagine, i riferimenti alla storia della musica nera, hip-hop in particolare, ci danno una panoramica interessantissima su un genere che a partire dagli anni ’80 ha preso il posto del rock’n’roll come musica di protesta. Molto interessanti sono le parole che l’autore usa per descriverlo, utilizzando come mezzo il fantomatico libro “Il Complotto Contro l’Hip-Hop”: “L’hip hop era un potente mezzo di propaganda per l’innovazione, lo spirito e la maestria della cultura nera americana, mentre la sua enfasi sulla capacità di adattamento e di improvvisazione conquistava il globo…L’hip hop è stato un vero movimento sociale ed economico, o soltanto un brand di spietato capitalismo?”

In conclusione, si tratta di un romanzo molto interessante, cattura il lettore, riesce a mescolare abilmente elementi di poliziesco, giallo e noir aggiungendo un’affascinante teoria del complotto, che quando si parla di romanzi, aggiunge sempre un elemento in più alle vicende. Il tutto messo insieme da un autore che chiaramente conosce molto bene il contesto di cui parla e che riesce abilmente a riportarlo su carta.

Consiglio questo libro a tutti gli amanti dell’hip-hop e della cultura afro-americana.

Edizione esaminata e brevi note

Nelson George, scrittore, giornalista musicale, filmmaker e produttore televisivo, è il più autorevole portavoce della cultura afroamericana e della black music. Editorialista per The Village Voice Billboard, ha scritto anche per Rolling StoneThe New York TimesPlayboyEsquire Essence. Tra i suoi molti saggi musicali, in Italia è stato pubblicato Motown. Storia e leggenda (Arcana, 2010). Regista di numerosi documentari, tra cui A Ballerina’s Tale, dedicato a Misty Copeland, l’unica solista afroamericana dell’American Ballet Theatre, Nelson George è anche tra gli autori della serie tv Netflix, The Get Down, e tra i produttori del documentario, uscito sempre su Netflix, The Black Godfather, dedicato a Clarence Avant, mentore dei personaggi più illustri della musica, della tv e della politica.

Nelson George, “Il Cuore Più Buio”, traduzione di Gianluca Testani, Jimenez Edizioni, 2020, Roma.