Sgorlon Carlo

Invito alla lettura di Elsa Morante

Pubblicato il: 12 Luglio 2012

Nonostante il tempo trascorso dalla prima edizione (1972), “Invito alla lettura di Elsa Morante”, dello scrittore e saggista friulano Carlo Sgorlon, rimane un interessante testo critico ed analitico dell’opera di Elsa Morante. Il saggio si compone di cinque sezioni ben distinte: I. La vita, II. Le opere, III. Temi e motivi, IV. La critica, V. Nota bibliografica. Attraverso queste pagine chiunque può avvicinarsi alla scrittura e all’arte di Elsa Morante, “uno dei pochi narratori della letteratura italiana dei nostri anni“.

Sgorlon tiene a sottolineare, fin dalle primissime pagine del saggio, il carattere incantato delle storie scritte dalla Morante, definita simpaticamente come “una Sheherezade dei nostri tempi“. Nonostante questa impronta magica e sognante, la scrittrice dimostra una cultura imponente e, soprattutto, di essere costantemente ancorata al suo tempo. La vita della Morante viene dispiegata da Sgorlon il quale, giustamente, cerca di individuare quei legami che sempre esistono tra l’ambiente in cui un artista si muove e le sue creazioni. L’infanzia vissuta nel quartiere Testaccio, a Roma, sembra aver lasciato la sua impronta un po’ in tutta l’opera della scrittrice la quale, in quel preciso contesto, ha imparato ad amare il mondo popolare visto come genuino ed autentico al contrario di quello borghese, considerato come artefatto e fasullo. La Morante ha iniziato ad inventare storie fin da bambina. Non ha mai concluso gli studi universitari perché decisa a dedicarsi interamente alla letteratura.

Una “missione” che, ai tempi, non era semplice: una giovane donna, in un’Italia ancora piuttosto bigotta, refrattaria ed intrisa di retorica fascista, non poteva avere vita facile. Il primo libro arriva nel 1941, lo stesso anno in cui Elsa sposa Alberto Moravia. Si tratta de “Il gioco segreto” in cui si ritrova tutto quel bagaglio di storie fantastiche, avventure cavalleresche e fiabe che hanno caratterizzato il periodo infantile. Per qualche anno la Morante si è divisa tra Roma ed Anacapri fino poi fuggire a Cassino, a seguito dell’invasione tedesca. Un evento traumatico che le diede comunque modo di entrare a contatto con un universo per lei ancora poco noto: il Sud. Spiega Sgorlon: “Si tratta di un avvenimento importante poiché l’interesse per la mentalità del Mezzogiorno, nelle sue varie forme (dalle più affettuose, cantanti e nostalgiche, a quelle più superstiziose, barbariche e deformate dai pregiudizi di casta), è una delle caratteristiche salienti della sua letteratura“.

Arrivano, dopo la Liberazione, i primi grandi lavori della Morante: “Menzogna e sortilegio”, “L’isola di Arturo”, “Lo scialle andaluso”. Ed è proprio a questi ed altri suoi scritti che il saggista friulano dedica il secondo capitolo libro: “Le opere”. Al suo interno, in maniera logica e cronologica, vengono analizzati tutti i libri di Elsa Morante. Ci si sofferma sulla loro genesi e, soprattutto, sui personaggi che li animano e che li hanno resi celebri. Ogni opera sembra cucita all’altra da un unico filo, proprio come accade a tutti i grandi autori. Ovviamente Sgorlon non manca di sottolineare i mutamenti che, inevitabilmente, toccano la vita della scrittrice e che ne influenzano l’opera. Argomenti che ritroviamo affrontati nel capitolo successivo: “Temi e motivi”. Ci si sofferma sul carattere a volte estremamente religioso (anche in senso pagano) dei suoi personaggi oppure sul ricorso, quasi inconscio ma molto evidente, a miti e fiabe. “Il mito e la fiaba rappresentano non soltanto la fuga dalla storia, o il mezzo della sua trasformazione in qualcosa di più attraente ed evocativo, o l’eterno miraggio cui si rivolge la mente affascinata, attirata da splendori remoti: sono qualcosa di più. Nel mito si codifica favolosamente una situazione archetipa con cui molteplici consimili situazioni terrestri possono essere messe in rapporto. Il mito non è mai pura invenzione fantastica, ma vicenda esemplare ed emblematica“.

Le opere che caratterizzano l’ultima fase della vita artistica della Morante risentono di un disincanto profondo. In merito all’analisi de “Il mondo salvato dai ragazzini”, ad esempio, Sgorlon scrive: “La scrittrice rivela una tragica coscienza del dolore del mondo, la sua a volte angosciosa partecipazione a esso; si sente sempre più staccata dalla società, di cui non condivide le passioni, le mode, gli atteggiamenti“. Un’amarezza e un realismo ancora più evidenti nel suo libro più complesso e pieno: “La storia”. Un romanzo “fuori stagione” dai predominanti toni neorealistici, scritto quando ormai il neorealismo era ormai trascorso ed esaurito. Un’opera che sottolinea, una volta di più, il desiderio della Morante di distaccarsi da ciò che è consueto per obbedire solo a ciò che sente nel suo intimo. Il pessimismo che invade gli ultimi testi della scrittrice si riversa, in maniera ancora più eclatante, in “Aracoeli”, opera pubblicata nel 1982, pochi mesi prima che Elsa scoprisse di essere affetta da una grave malattia circolatoria che la indurrà persino a tentare il suicidio.

“Invito alla lettura di Elsa Morante” è un testo coinvolgente e sembra non risentire affatto del tempo trascorso dalla sua primissima apparizione. Chiunque abbia già letto la Morante potrà apprezzarne e riconoscerne il valore, esattamente come chi, pur non avendo mai preso in mano un testo della famosa scrittrice, voglia avvicinarsi alla sua opera ed abbia bisogno di un’attenta disamina per capire ed affrontarne meglio la lettura.

Edizione esaminata e brevi note

Carlo Sgorlon è nato a Cassacco, un paese non molto lontano da Udine, nel 1930. Ha studiato Lettere presso la Scuola Normale Superiore di Pisa laureandosi con una tesi su Kafka. Dopo aver trascorso alcuni anni in Germania, per la specializzazione, rientrò in Italia ed iniziò la sua carriera di docente di scuola superiore a cui affiancò, nel tempo, quella di scrittore e saggista. Ha conquistato numerosi riconoscimenti letterari: il Premio Strega, due Campiello, il Flaiano, il Nonino ed altri ancora. Sgorlon ha vissuto ad Udine per tutta la vita ed è autore di romanzi, racconti, storie in dialetto friulano ed alcuni saggi. E’ morto nel Natale del 2009.

Carlo Sgorlon, “Invito alla lettura di Elsa Morante“, Mursia, Milano, 2012.

Pagine Internet su Carlo Sgorlon: sito ufficiale / Wikipedia

Pagine Internet su Elsa Morante: Italica Rai / Wikipedia