Un forestiero arriva a Cloonoila, “un luogo gelido e sperduto che si spaccia per cittadina“, in Irlanda. “Barbuto, un lungo cappotto scuro e i guanti bianchi“. Lo straniero ha l’aspetto di un santone e, secondo quanto dice a Dara, il ragazzo del pub in cui si ferma a bere un brandy, viene dal Montenegro. Sul suo biglietto da visita c’è scritto “Dr Vladimir Dragan guaritore e sessuologo“. Vladimir detto Vuk che vuol dire lupo. L’arrivo di uno straniero con i capelli lunghi e la barba bianca e l’aria da filosofo-guaritore accende gli animi degli abitanti del villaggio irlandese in pochi istanti. Qualcuno teme si tratti di un impostore al pari di Rasputin, qualcuno prevede vizi e corruzione, qualcun altro, invece, spera solo che lo sconosciuto possa portare un po’ di romanticismo.
All’inizio tutti sono diffidenti oltre che curiosi. Evidentemente il nuovo venuto ha un discreto carisma, conosce molte cose e parla come un profeta. Sa come far sentire meglio le persone attraverso strani massaggi e pietre calde che dissemina sul corpo di chi richiede le sue cure. Molte donne sembrano subire il fascino del forestiero e, tra di esse, c’è Fidelma, una bella quarantenne sposata con un uomo di vent’anni più vecchio. Fidelma gestiva una bella boutique a Cloonoila un tempo, prima che costruissero un’autostrada lì vicino, prima che le clienti potessero facilmente raggiungere la città e che i turisti smettessero di passare nel suo negozio per fare acquisti. Lei e Jack, suo marito, vivono ora di pochi ricordi e di strane nostalgie. Il tempo trascorso ha sbiadito il loro legame ma non ha scalfito l’ancestrale desiderio di maternità di Fidelma: vuole un figlio ma suo marito, che ha ormai perduto l’aura del “tenebroso Heathcliff“, non sembra in grado di farla diventare madre.
Fidelma è incantata da Vladimir: “… le pareva già di conoscerlo, così premuroso, le mani così espressive, come se parlassero, attento a tutto quello che gli succedeva attorno, gentile all’inverosimile, eppure misterioso e imperscrutabile“. La storia tra i due culmina nel modo in cui l’intuito del lettore presagisce: Fidelma rimane incinta di Vlad. Il loro segreto rimane segreto per poco. C’è qualcuno che sa e che rischia di rovinare le loro vite. Vladimir è lapidario: “Comincia a dimenticare… Fidelma“. La donna capisce che da quel momento in poi sarà sola. “Dunque quel figlio, quel cucciolo di lupo, era soltanto di Fidelma, e stava soltanto a lei metterlo al mondo“. Eppure il destino è pronto a scardinare ulteriormente la vita di Fidelma. Tutto cambia durante un viaggio sul bus che conduce Fidelma, Vlad ed altri appassionati di poesia ad un reading ai piedi del Ben Bulben. Alcuni poliziotti fermano l’autobus e portano via Vladimir. A quanto pare il dottore non è chi dice di essere.
No, il Dr Vladimir Dragan guaritore e sessuologo non è chi dice di essere. A Cloonoila la notizia si diffonde in un baleno. Le TV mandano in onda le immagini del santone che fino a poco tempo prima curava le persone del luogo con le erbe e con i sassi, colui che leggeva le proprie poesie in pubblico e sapeva affascinare chiunque entrasse nella sua orbita. Il dottor Vlad non è il dottor Vlad ma il comandante dell’esercito serbo-bosniaco durante la guerra dei Balcani ricercato per crimini contro l’umanità. Vlad è uno sterminatore fuggiasco. (Per il personaggio del dottore del suo romanzo Edna O’Brien ha usato come modello Radovan Karadžić, autore di uno dei genocidi più feroci dell’ultimo secolo, vissuto in clandestinità per alcuni anni fino a quando fu scovato e condannato dal Tribunale dell’Aja.)
Le piccole sedie rosse del titolo del libro sono quelle usate il 6 aprile 2012 per commemorare il ventesimo anniversario dell’inizio dell’assedio di Sarajevo da parte dell’esercito serbo-bosniaco. Lungo Maršala Tita, la strada principale di Sarajevo, furono allineate 11.541 sedie rosse, una per ogni abitante della città ucciso durante l’assedio durato 44 mesi. A queste si andavano ad aggiungere 643 piccole sedie rosse più piccole: una per ogni bambino ucciso.
Edna O’Brien ha tratto ispirazione da eventi realmente accaduti e li ha tramutati, con il tocco della scrittrice di classe, in un libro magnifico. Non ci sono dubbi. L’ossatura del romanzo è fatta essenzialmente d’amore e tragedia, due tra gli ingredienti fondamentali della letteratura, prima e dopo Shakespeare. Siamo di fronte ad un’opera corale in cui le storie dei personaggi, a volte narrate in prima a volte in terza, si fondono e crescono l’una accanto all’altra. “Tante piccole sedie rosse” non è un romanzo storico, non è un romanzo sulla guerra dei Balcani, non è un romanzo d’amore. Si tratta di una storia molto più complessa e profonda in cui spicca la figura di Fidelma, una donna che il destino sottopone a prove durissime, una donna che vede la propria esistenza mutare senza rimedio e che deve ricrearsi da zero. Fidelma, a conti fatti, è solo una delle tante vittime del dottor Vlad. Non come quelle lasciate a terra a Sarajevo ma una vittima diversa: una donna innamorata di un uomo che si rivela essere un mostro. Perché un errore di valutazione tanto grave? Perché non ha capito prima? La sua colpa è serissima e la punizione per il peccato commesso è l’allontanamento, l’esilio. Possibile che un uomo dotato di tanto fascino, capace di parlare come un mistico e di guarire le persone sia lo stesso uomo responsabile dell’eccidio di decine di migliaia di persone?
Edizione esaminata e brevi note
Edna O’Brien è nata nel 1930 a Tuamgraney ed è una delle più importanti scrittrici irlandesi. Ha ricevuto un’educazione rigidamente cattolica. Il suo primo romanzo “Ragazze di campagna” viene pubblicato nel 1960 e fa parte di una trilogia di successo che include “The Lonely Girl” (1962) e “Girls in Their Married Bliss” (1964). Il romanzo d’esordio viene proibito in Irlanda per via dei riferimenti espliciti alla vita sessuale dei personaggi. Al centro dei romanzi della O’Brien ci sono spesso le donne e le problematiche a loro collegate. Ha scritto anche per il teatro.
Edna O’Brien, “Tante piccole sedie rosse“, Einaudi, Torino, 2017. Traduzione di Giovanna Granato. Titolo originale: “The little red chairs” (2015).
Pagine internet su Edna O’Brien: Wikipedia / Biografie online
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