Armeni Ritanna

Mara. Una donna del Novecento

Pubblicato il: 28 Febbraio 2020

Con “Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin” Ritanna Armeni ci ha descritto la figura di Inessa Armand, amante e stretta collaboratrice di Lenin. Qualche anno più tardi, con “Una donna può tutto. 1941: volano le Streghe della notte” la Armeni ha recuperato le vite e le missioni di una flotta di giovani aviatrici russe attive durante la Seconda Guerra Mondiale. Libri dedicati a donne che la Storia ha rapidamente scelto di dimenticare e alle quali Ritanna Armeni, dopo anni di ricerche e di studio, ha deciso di restituire memoria e dignità. Nel 2020 la stessa giornalista e scrittrice ci consegna un’opera diversa nella forma, ma identica nella sostanza: “Mara. Una donna del Novecento” è un romanzo dedicato a una giovane figura femminile che nasce e cresce durante il ventennio fascista. La forma narrativa, stavolta, non è più legata all’analisi biografica ma è connessa alla volontà di dare vita a un personaggio (comunque femminile) d’invenzione che riesca a rappresentare e a incarnare il “prototipo” della perfetta fascista.

Mara è nata e vive negli anni in cui l’Italia è governata da Benito Mussolini. Non può ricordare la marcia su Roma, ma nel 1933, data in cui inizia il romanzo, Mara ha 13 anni ed è già consapevole del suo ruolo all’interno di uno Stato inquadrato e predisposto a fornire a ogni suo membro una collocazione precisa. Come fosse una fabbrica di individui senzienti, obbedienti e disposti a tutto in nome dell’onore della propria Patria. La Armeni sa muoversi benissimo in un territorio in cui affossare nella banale retorica sarebbe estremamente semplice. Non giudica e non infierisce ma lascia al lettore lo spazio necessario per comprendere come fossero gli italiani del tempo, come vivessero, cosa si siano trovati ad affrontare. Per questo, ogni capitolo o due, la scrittrice si prende dello spazio per uscire dalla storia letteraria di Mara e dedicarsi a riflessioni, eventi e personaggi realmente vissuti nel periodo fascista, un intento che sembra voler rammentare, nel caso ce ne fosse bisogno che, in questo romanzo, la Storia vera e quella di fantasia sono perfettamente interconnesse.

Mara vive dalle parti di Largo Argentina, a Roma. La scarsa distanza da Piazza Venezia le permette di andare ad ascoltare i discorsi del Duce. Solitamente ci va assieme a Nadia, la sua amica del cuore che abita con la sua famiglia nell’appartamento del piano di sotto. Come tutte le ragazzine del tempo, ogni sabato Mara e Nadia dedicano tempo alle attività predisposte dal regime. “Sono pronta, non vado neppure a controllare allo specchio. Camicetta bianca stirata benissimo, senza una piega, le scarpe lucide, i pantaloni corti neri mi stanno ancora bene, sono più aderenti dell’anno scorso, ma non importa, i capelli stretti in una treccia. Oggi pomeriggio libero, raduno, ginnastica, farò la ruota almeno dieci volte. Nessuno, neppure Nadia, che pure è bravissima, la sa fare bene come me. Velocità e gambe diritte, poi guardare direttamente il pubblico, saluto romano e aspettare l’applauso. L’ultima volta mi hanno applaudita tutti: gli insegnanti, gli altri allievi, i genitori e anche i dirigenti dei Fasci. Uno di loro si è avvicinato per farmi i complimenti“. È la voce di Mara, in prima persona, che anima l’intero romanzo, viviamo tutto attraverso i suoi occhi, le sue sensazioni, i suoi moti emotivi.

Mussolini sa parlare alle masse e le masse lo osannano ciecamente. La propaganda dà i suoi frutti riuscendo ad incantare anche ragazzine ancora inesperte come Mara e Nadia. Tra le due è Nadia quella che nutre un amore profondo e incondizionato nei confronti del Duce. Raccoglie le sue foto, legge ogni articolo, ascolta appassionata i suoi discorsi. Nadia e Mara sognano di diventare donne belle ed eleganti come quelle che vedono sulle riviste. “Donne stupende, magre, raffinate, con abiti sempre alla moda, plissé e strascichi, argento e ricami“. Eppure la Armeni ci ricorda quale fosse, in realtà, la donna ideale per il regime: “Il fascismo sceglie il corpo femminile ideale. La donna deve essere florida, con i fianchi larghi, il seno prosperoso. Il medico endocrinologo Nicola Pende arriva persino a definirne le misure: al massimo un metro e 60 di altezza per 56, 60 chili di peso. Il contrario di un modello alto e magro, poco adatto – è sempre il regime che parla – a partorire una prole numerosa e ad adempiere, così, ai compiti di prolificità che la natura ha assegnato al sesso femminile. La donna «autentica» si contrappone a quella che, con disprezzo, è definita «donna crisi». I due modelli di corpo e di estetica rappresentano ruoli, collocazioni sociali e geografiche diverse“. Sul ruolo della donna, su un’emancipazione solo annunciata, sulla definizione opportunistica e un po’ ottusa dei compiti riservati alle donne nell’Italia fascista, Ritanna Armeni si sofferma spesso con attenzione.

Gli anni trascorrono e Mara cresce. Nel frattempo seguiamo, attraverso le sue parole, i passaggi storici di un periodo da cui l’Italia, nonostante i proclami e i trionfi annunciati dal Duce, uscirà a pezzi. Vedremo le donne italiane donare i loro piccoli oggetti d’oro per sostenere le spese di fantomatiche imprese di conquista in Africa, vedremo promulgare le leggi razziali, vedremo un dittatore affiancare e sottomettersi a un altro dittatore, vedremo una nazione condotta in guerra e quindi la miseria, la fame, la morte, la paura. Il romanzo di Mara è anche un romanzo di formazione. La tredicenne si trasformerà, per colpa della vita e della Storia, in una donna consapevole e diversa. Se Nadia, da parte sua, dedicherà tutta se stessa alla causa fascista, Mara maturerà nei confronti del Fascismo e del Duce un giudizio diverso, più critico e più severo.

Stavolta Ritanna Armeni ci ha raccontato una parte della grande Storia non attraverso la vita o le vite di persone dimenticate ma realmente vissute, ma ricorrendo alla creazione di un personaggio semplice, una ragazza qualunque che dal cuore di Roma sperimenta sulla propria pelle i mutamenti di un’ epoca complicata. Mara ne vive l’esaltazione e gli entusiasmi iniziali ma anche le difficoltà, le illusioni, le delusioni e i tracolli finali. E lì accanto, la storia delle donne durante il periodo fascista, la sensazione di apparente libertà che il regime sembra voler concedere ma, dall’altro lato, i limiti precisi entro cui le donne devono muoversi come meccanismi perfetti di una macchina che si sforza di essere impeccabile. Nella storia “normale” raccontata qui dalla Armeni passa il senso di un’epoca e, ancora una volta, da brava scrittrice qual è, dimostra la sua preparazione e le sue capacità critiche.

Edizione esaminata e brevi note

Ritanna Armeni è nata a Brindisi nel 1947. È una scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva. È divenuta giornalista professionista nel 1976 ed è da sempre attenta a problematiche legate alla condizione femminile. Ha lavorato e collabora con numerose testate giornalistiche italiane tra cui “Il Manifesto”, “Il Mondo”, “L’Unità”, “Corriere della Sera Magazine”, “Liberazione” e “Il Riformista”. Ha condotto il programma “Otto e Mezzo” su La7 assieme a Giuliano Ferrara. Ritanna Armeni ha al suo attivo anche diversi libri. Tra questi: “La colpa delle donne. Dal referendum sull’aborto alla fecondazione assistita: storie, battaglie e riflessioni” (Ponte alle Grazie, 2006); “Prime donne. Perché in politica non c’è spazio per il secondo sesso” (Ponte alle Grazie, 2008); “Devi augurarti che la strada sia lunga” (con Fausto Bertinotti e Rina Gagliardi – Ponte alle Grazie, 2009); “Parola di donna. Le 100 parole che hanno cambiato il mondo raccontate da 100 protagoniste” (Ponte alle Grazie, 2011); “Lo squalo e il dinosauro. Vita operaia nella FIAT di Marchionne” (Ediesse, 2012) e “Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin” (Ponte alle Grazie, 2015). Nel 2018, sempre per Ponte alle Grazie, esce “Una donna può tutto. 1941: volano le Streghe della notte” e nel 2020 il romanzo “Mara. Una donna del Novecento”.

Ritanna Armeni, “Mara. Una donna del Novecento“, Ponte alle Grazie, Milano, 2020.

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