Marianna Ciccone, siciliana di Noto. Esimia studiosa e ricercatrice, matematica, fisica e titolare della cattedra di spettroscopia presso il corso di laurea in fisica dell’Università di Pisa. Collaboratrice di Gerhard Herzberg, premio Nobel per la chimica nel 1971, e ricercatrice alla Sorbona di Parigi. Di Marianna Ciccone, nata nel 1891 e morta nel 1965, si è persa praticamente ogni memoria. Viene da chiedersi se l’oblio scivolato sulla vita e sugli studi della Ciccone sarebbe stato identico se si fosse trattato di un uomo, di uno scienziato. Chissà. Simona Lo Iacono, siciliana di Siracusa, ha voluto recuperare la vicenda della professoressa Ciccone scrivendo una storia affascinante in cui le vicende personali e di studio della scienziata si vanno a fondere in maniera impeccabile così che “La tigre di Noto” riesce a divenire, con la dolcezza della narrativa e la serietà della documentazione storica, la biografia romanzata di Marianna Ciccone.
L’invenzione letteraria che Simona Lo Iacono ha messo in campo, ha permesso di generare attorno alla storia della studiosa siciliana un apparato di affetti, di vicinanze, di sacrifici, di mancanze che danno al “personaggio” di Marianna Ciccone uno spessore umano, emotivo e psicologico notevole. Marianna è scienziata illuminata e brillante, certo, ma è anche figlia, sorella, innamorata e, per un estremo slancio letterario, persino madre. La forza rivoluzionaria di Marianna è quella di una giovane che, ai primi del Novecento, quando le scienze erano ancora dominio indiscusso dell’universo maschile, ha scelto di studiare discipline che le erano precluse. Ed è la sua voce, quella narrante, che ci conduce al centro di un’epoca, di una mentalità, di una visione del mondo che ha poi portato la professoressa Ciccone a difendere in prima persona, con un atto d’eroismo puro, la “materia” del sapere.
Nel 1915 Marianna Ciccone si trasferisce a Roma per studiare Matematica. Ha 24 anni e la sua famiglia, come tutte le famiglie, aveva già previsto per lei ciò che, ai tempi, era il destino di ogni ragazza: un matrimonio e dei figli. Marianna, invece, vuole studiare materie che di femminile, secondo i suoi genitori e non solo, non hanno nulla. “Quando entrai in aula e presi posto, gli interrogativi pressavano, ghermivano l’aria, svolavano sulle teste degli studenti. Finsi di non accorgermene e feci attenzione a calare la veletta fino al naso, in modo da nascondere quel mio segno inopportuno. Il professore entrò, salutò, ci contò velocemente. Si soffermò su di me e sorrise. Ero l’unica donna“. Marianna, secondo il filo del romanzo intessuto dalla Lo Iacono, sfoglia un album di ricordi: ogni vecchia fotografia è lo spunto per raccontare di sé, delle sue origini, dei suoi mutamenti, delle sue conquiste, dei suoi sacrifici. Parla a qualcuno, Marianna, e parla a chi legge.
La Grande Guerra tocca Roma e il mondo. La Ciccone riesce a trasferirsi alla Normale di Pisa. “Non avevo neanche comunicato il mio trasferimento da Roma a Pisa. La chiusura del collegio. Il passaggio dal convento a una camera in affitto. Ero partita da Noto senza l’approvazione dei miei genitori. Senza saluti e senza indirizzi. Mi ero lasciata dietro la fontanella battesimale sulla quale avrei dovuto sacramentare i figli. Uno sposo promesso, che ancora non conoscevo. Un palazzotto a due livelli, con al piano terra i servizi, le cucine e la “cavallerizza”, la scuderia. Un futuro suocero che aveva cancellato il patto nuziale“. A Pisa ci sono altre donne, dodici, per l’esattezza, anche se Marianna è l’unica a frequentare la Facoltà di Matematica. La sua unicità la rende astrusa, inconcepibile ma è tra le migliori e si laurea nel 1924. Poi arriverà l’importante esperienza in Germania, a Darmstadt, dove conoscerà e lavorerà al fianco di Gerhard Herzberg, scienziato ebreo costretto a fuggire in Canada per non soccombere ai soprusi nazisti.
“La tigre di Noto” è il “nomignolo” che è stato attribuito alla professoressa Marianna Ciccone, colei che riuscì a impedire che i nazisti saccheggiassero e trafugassero preziosi volumi e delicati strumenti scientifici dalle aule e dalla biblioteca dell’Università di Pisa. Ma neanche questo gesto di estrema audacia le valse l’onore della memoria. Marianna Ciccone fu dimenticata in fretta. Forse prima ancora che morisse, dopo essere tornata nella sua Noto. Simona Lo Iacono spiega di aver sentito nominare per la prima volta “la tigre di Noto” nel 2019 da Rina Rossitto, avvocatessa, attrice del Teatro di Noto. Da quel momento ha iniziato a fare ricerche sulla figura di questa originale e coraggiosa scienziata. “Questo romanzo – che mescola accadimenti veri e inventati – vuole restituirle voce, giustizia, memoria“, scrive la Lo Iacono. E a me pare che l’obiettivo sia stato raggiunto.
Edizione esaminata e brevi note
Simona Lo Iacono è nata a Siracusa nel 1970. Lavora come magistrato da diversi anni: dirige la sezione distaccata di Avola, tribunale di Siracusa. È autrice di diversi racconti e collabora con magazine e riviste. Con il suo lavoro tende spesso a coniugare letteratura e diritto. Il suo primo romanzo si intitola “Tu non dici parole” (Perrone Editore, 2008) col quale ha vinto il Premio Vittorini Opera Prima. Nel 2010, in collaborazione con Massimo Maugeri, ha pubblicato un racconto lungo dal titolo “La coda di pesce che inseguiva l’amore” (Sampognaro & Pupi). Nel 2011 arriva “Stasera Anna dorme presto” (Cavallo di Ferro) col quale si è aggiudicata il Premio Ninfa Galatea. Nel 2012 ha pubblicato il racconto storico “Il cancello” e nel 2013 è uscito “Effatà” (Cavallo di Ferro) vincitore del Premio Martoglio e del premio Donna siciliana 2014 per la letteratura. Nel 2016, per i tipi di Edizioni E/O, pubblica “Le streghe di Lenzavacche”, finalista al Premio Strega, e nel 2017 esce per Neri Pozza il romanzo “Il morso”. Simona Lo Iacono cura una rubrica fissa sul blog “Letteratitudine” di Massimo Maugeri, conduce un format letterario (BUC) sul digitale terrestre e cura la rubrica “Scrittori allo specchio”. Nel 2021, sempre per Neri Pozza, pubblica la biografia romanzata “La tigre di Noto” dedicata alla scienziata siciliana Marianna Ciccone. Simona Lo Iacono presta servizio nel carcere di Brucoli come volontaria, tenendo corsi di scrittura, letteratura e teatro.
Simona Lo Iacono, “La tigre di Noto“, Neri Pozza, Vicenza, 2021.
Pagine Internet su Simona Lo Iacono: Wikipedia / Premio Strega / Blog / Editoria siciliana (intervista)
Pagine Internet su Marianna Ciccone: Wikipedia / Blog La Repubblica / Studio Università di Pisa (pdf)
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