Perna Floriana

Folli

Pubblicato il: 23 Ottobre 2022

Sulla copertina di “Folli“, opera prima di Floriana Perna, pubblicata da Castelvecchi nel 2021, è riprodotto “Morte nella camera della malata“, dipinto del 1893 del pittore Edvard Munch. Attraverso questa opera, l’artista norvegese ha trasposto e descritto l’agonia della sorella Sophie, morta nel 1877, a soli 15 anni, a causa della tubercolosi. Nello spazio chiuso e ristretto di una stanza, Munch ha concentrato lo sconvolgimento, la sofferenza e la piegata rassegnazione di un’intera famiglia che si prepara a vivere un inevitabile lutto. L’opera scelta come copertina di “Folli”, dunque, descrive la morte di una giovanissima donna. E non mi pare un caso. “Folli” avrebbe potuto essere intitolato, forse in maniera più incisiva e convincente, “Asilo delle donne folli” perché di questo racconta.

L’Asilo delle donne folli è la struttura che accoglie per lo più donne considerate folli da mariti inadeguati, padri incapaci, fratelli indifferenti. «Sfortunatamente, la follia è donna» pontifica il dottor Dickey accogliendo le ospiti condotte all’Asilo. Siamo a Fremantle, Australia Occidentale, nel 1870 e Theresa è accompagnata da suo padre al cospetto del medico alienista che ha pochi dubbi: “La maggiore sottigliezza dei nervi femminili e l’utero, da cui il sesso femminile è dominato, rendono le donne maggiormente esposte agli inganni dei sensi, alle favole, alle allucinazioni. L’equilibrio mentale femminile, caro signor Fitzgerald, è molto fragile“. Una credenza che ha avuto per secoli una diffusissima certificazione scientifica e che ha condotto all’emarginazione, alla follia e alla morte milioni di donne in ogni epoca e in angolo del mondo e i cui riflessi sopravvivono (in maniera più o meno latente) anche oggi.

Theresa vive in maniera profonda e viscerale la sua fede, ma per suo padre è solo un’allucinata: vede e parla con la Madonna. Per qualcuno potrebbe essere una mistica, per altri è solo una pazza. All’interno dell’Asilo Theresa incontra altre donne: Mary che ha messo al mondo una bimba fuori dal matrimonio e che si sente del tutto inadeguata a rivestire il suo ruolo di madre; Cathe che è troppo forte ed aggressiva ed ha reagito in maniera violenta contro un marito alcolizzato; Johanna che è diventata muta a seguito di un trauma che nessuno si preoccupa di capire e sanare. Fragilità o semplici ribellioni che né la famiglia né la società sanno interpretare o accettare. Molto più semplice espellere e isolare gli elementi scomodi o indecifrabili affidandoli ad apposite strutture, dimenticando che esistano.

Le donne dell’Asilo delle donne folli sono creature con difetti sanabili in un mondo e in un tempo che non sono ancora pronti a farlo. I quattro capitoli del romanzo raccontano, in sequenza, le storie delle quattro donne protagoniste. Una narrazione molto lineare, un approccio espositivo decisamente basilare che denota, a mio avviso, anche qualche ingenuità o semplificazione: siamo pur sempre di fronte ad un’opera prima, la maturità stilistica dell’autrice deve ancora perfezionarsi. Delicata, seppur spesso prevedibile, la descrizione emotiva di ogni personaggio che, tra l’altro, prende spunto da persone e situazioni realmente esistite. Resta il racconto di un microcosmo oscuro in cui vigono regole rigidissime e nel quale, nonostante tutto, le “folli” riescono a preservare scintille di umanità e di rispetto per la vita.

Edizione esaminata e brevi note

Floriana Perna è nata a Napoli e ha vissuto in Scozia, Spagna e Australia, insegnando lingua e letteratura inglese in diverse scuole e università. Anglista ed esperta di letteratura australiana, è autrice di articoli di critica letteraria, racconti, poesie, e della monografia “Fotografie Sbiadite. L’Australia di Peter Carey” (Bulzoni, 2011). “Folli” è il suo primo romanzo.

Floriana Perna, “Folli“, Castelvecchi Editore, Roma, 2021.

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