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Pavese Cesare
Cesare Pavese, che molti si ostinano a considerare un testardo narratore realista, specializzato in campagne e periferie americano-piemontesi, ci scopre in questi Dialoghi un nuovo aspetto del suo temperamento. Non c'è scrittore autentico, il quale non abbia i suoi quarti di luna, il suo capriccio, la musa nascosta, che a un tratto lo inducono a farsi eremita. Pavese si è ricordato di quand'era a scuola e di quel che leggeva: si è ricordato dei libri che legge ogni giorno, degli unici libri che legge. Ha smesso per un momento di credere che i suoi totem e tabù...CONTINUA...
Feria d’agosto è una raccolta di racconti uscita nel 1946, ma contenente prose risalenti ad anni precedenti, soprattutto tra il 1941 e il 1944 e talvolta già pubblicate su giornali.
Si tratta di racconti fortemente evocativi, ricchi di molti temi ricorrenti nella narrativa di Pavese.
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Un testo accompagna un’esistenza, la segue tra riferimenti biografici, appunti e riflessioni sulle letture compiute, osservazioni sulla realtà circostante e su persone, passioni amorose, spostamenti da un luogo all’altro, problematiche esistenziali.
Tempo della scrittura e tempo della vita coincidono.
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“La bella estate”, pubblicato nel 1949, contiene tre romanzi brevi: “La bella estate” intitolato originariamente “La tenda” scritto nel 1940, “Il diavolo sulle colline” (1948) e “Tra donne sole” (1949).
Ciascuno di essi potrebbe costituire un testo a sé stante, ad unirli è un’atmosfera di giovanile scoperta del mondo, il rapporto città/campagna, la frequente disillusione...CONTINUA...
La casa in collina è uno degli ultimi libri di Pavese, fu pubblicato infatti nel 1949 ed è ambientato durante il periodo della Resistenza nelle LangheCONTINUA...
LE LIRICHE
Una donna identificata con la terra, con la natura, con la collina ispira queste liriche.
Una terra buia, misteriosa, non un terreno fertile e accogliente, materno, ma un oscuro mistero.
Il susseguirsi delle immagini naturali ci...CONTINUA...
Queste dieci, ultime poesie, (otto in italiano e due in inglese) di Pavese sono state trovate alla morte dell’autore in una cartella nella scrivania del suo ufficio nella casa editrice Einaudi. Dattiloscritte, portavano titoli e date di pugno dell’autore, pure scritto dall’autore era il frontespizio “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi / 11 marzo – 11 aprile 1950”.
Le liriche, scritte a Torino e a Roma, come si è potuto stabilire...CONTINUA...
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