Morazzoni Marta

Il rovescio dell’abito

Pubblicato il: 3 Maggio 2022

Voglio essere un’opera d’arte vivente“, affermò Luisa Casati Stampa. E così fu. Volle divenire, e divenne, una figura iconica, ispiratrice nel mondo della moda, dell’arte, del cinema. Venne adorata, criticata, ritratta ed emulata, ma nessun altro è stato mai in grado di essere all’altezza della sua eccentricità, dei suoi eccessi e della sua spavalda ed estrosa essenza. “Il rovescio dell’abito” è il racconto, ben scritto e ben congegnato, di un’esistenza che in molti, ancora oggi, non possono non ammirare e, va pur detto, forse anche invidiare. Luisa Casati Stampa, nata Amman, divenuta marchesa nel 1900, a soli 19 anni e solo per convenienza, dopo le nozze con il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino, è sempre andata oltre i limiti: estetici, morali, economici, esistenziali, artistici. Non è semplice inoltrarsi tra le spire di una personalità inafferrabile e imprevedibile come quella della marchesa Luisa Casati Stampa e, in effetti, la Morazzoni preferisce lasciare che siano i bagliori dei suoi ricordi, la sua perenne ricerca dell’altrui sbalordimento, il suo fascino inalterato e senza remore a descriverne il temperamento.

Nel 1932 la marchesa ha 51 anni. Ed è proprio a questa età che la conosciamo all’inizio del romanzo della Morazzoni. Non è più giovane ma in lei permane lo charme di una donna che vive, ed è sempre vissuta, per celebrare l’eleganza e per conquistare l’ammirazione di tutti. Continua a essere impeccabile, Luisa, affezionata ai suoi capelli rosso fiamma, alla sua cipria candida, ai suoi abiti preziosissimi e a un modo di fare che la rende unica. A 51 anni la marchesa Casati Stampa ha ormai dissipato tutte le sue ricchezze. Era stata la donna più ricca d’Europa, un tempo. L’avvocato Bassi giunge a Parigi e le comunica che tutto il suo patrimonio è ormai estinto. “Tutto confiscato. Cosa significasse lo sapeva, come il concetto si dovesse applicare a lei, no. L’avvocato era stato chiaro, esaustivo, le cifre sicuramente erano corrette, ma la ricaduta di tutto questo sulla sua vita le sfuggiva. Si concentrò, ascoltando con attenzione, annuendo ad alcune osservazioni del legale, poi nella sua testa dalla chioma rossa scese una nebbia fastidiosa, che pareva non lasciarla pensare liberamente“.

Complicato per una donna che non ha mai avuto la percezione reale del denaro riuscire a comprendere appieno il senso della sua definitiva perdita. Tra descrizioni minuziose, agganciate a dettagli che sembrano insignificanti come una pupilla che cambia forma, l’orlo di un raro abito di bisso o una parvenza d’ombra tra le foglie, si snodano episodi essenziali della vita della Casati Stampa. Fondamentale il suo incontro, nel 1901, con Gabriele D’Annunzio di cui divenne amante. Fu lui, probabilmente, a insegnarle che essere vivi è come mostrarsi sulla scena, lui a lasciarle capire che avrebbe potuto interpretare un ruolo che andasse ben oltre l’immaginabile, un ruolo da provocatrice e da musa.

Nella trama del romanzo si insedia anche la figura dell’ex marito, il marchese Camillo. Ed è lui, spesso, a restituirci descrizioni pungenti, ma anche essenziali di Luisa. “Non è in grado, la signora, di avere un amante, non lo sopporterebbe. Non so quando il famoso poeta si sarà accorto, o si accorgerà di avere di fronte una…» si ferma alla ricerca di una definizione che non viene «vede, in quattordici anni di matrimonio mi sono domandato più di una volta se la mia consorte abbia un corpo» coglie lo sguardo perplesso dell’avvocato «o le sue membra non siano che il supporto necessario a reggere i vestiti, la sola cosa reale di lei.»“. E dei suoi vestiti si legge spesso, così come, tra queste pagine, è facile incontrare la signorina Olga, la sarta ma anche la consigliera, l’esperta di stoffe, di taglio, di stile.

La marchesa non ha alcuna coscienza dell’immane rovina che sta per travolgerla, anche per questo la sorbisce con l’incoscienza di chi non sa rinunciare ai suoi sfarzi, con la dignitosa insolenza che fa parte della sua indole. Marta Morazzoni, col suo stile ricchissimo e sinuoso, non ci dirà qual è il destino che attende la marchesa la quale, per la cronaca, morirà a 76 anni, poverissima e ormai dimenticata, nel 1957 a Londra. La Casati Stampa che la Morazzoni ci racconta è quella del 1932, appena consapevole di cosa voglia dire non poter più disporre di nulla. È il tempo in cui viene costretta ad abdicare senza però rinunciare, nemmeno per un istante, al suo stupefacente allure perché nessuno può dismettere la propria natura. Anche per questo, sulla sua tomba, presso il Brompton Cemetery, la nipote Moorea scelse di far incidere una frase che Shakespeare scrisse in “Antonio e Cleopatra” in riferimento alla regina egiziana: “L’età non può appassirla, né l’abitudine rendere insipida la sua varietà infinita“.

Edizione esaminata e brevi note

Marta Morazzoni è nata a Milano nel 1950. Si è laureata in Filosofia e ha insegnato Lettere in una scuola superiore. “La ragazza col turbante” (1986), il suo primo libro, ha avuto uno straordinario successo critico in Italia e all’estero, ed è stato tradotto in nove lingue. “L’invenzione della verità” è stato premio Selezione Campiello nel 1988, “Casa materna” nel 1992. “Il caso Courrier” ha vinto il premio Campiello nel 1997 e l’Independent Foreign Fiction Award nel 2001. Fra i suoi libri anche “L’estuario”, “Una lezione di stile”, “Un incontro inatteso per il consigliere Goethe”, “La città del desiderio. Amsterdam”, “La nota segreta”, “Il fuoco di Jeanne” e “Il dono di Arianna”, vincitore del Premio Chiara. Nel 2018 ha vinto il premio Campiello alla Carriera. “Il rovescio dell’abito” è uscito nel 2022.

Marta Morazzoni, “Il rovescio dell’abito“, Ugo Guanda Editore, Milano, 2022.

Pagine Internet su Luisa Casati Stampa: Enciclopedia delle Donne / Quando il corpo si fa arte (VisitVenezia) / Wikipedia

Pagine Internet su Marta Morazzoni: Wikipedia / RSI Radiotelevisione Svizzera