Categoria: Alberto Cristofori

Blackburn Simon

Specchio delle mie brame

Il libro di Simon Blackburn, “Mirror Mirror: The Uses and Abuses of Self-Love”, fin dalla sua prima edizione del 2014 è stato elogiato per la capacità dell’autore di delineare, con chiarezza espositiva e la giusta dose di sarcasmo, “i pregi e difetti del narcisismo” (così il sottotitolo dell’edizione italiana). Di certo non bisogna farsi ingannare dagli algoritmi di google che ha catalogato“Mirror mirror” come “libro di autoaiuto”. Niente a che vedere con la moda editoriale che ha fatto parlare, con qualche ragione, di “psico-balle”. CONTINUA...

Benatar David

Meglio non essere mai nati

Il saggio di David Benatar, filosofo sudafricano, è stato generalmente definito come provocatorio; ma forse non è l’aggettivo più adatto per un’opera come “Better Never to Have Been: The Harm of Coming into Existence”. La provocazione il più delle volte non fa tanto il paio con una reale convinzione quanto con l’aggressività e col desiderio di scandalizzare. Di primo acchito l’approccio di Benatar sembra appunto di tutt’altro tenore: il “male di venire al mondo” viene trattato con grande scrupolo analitico, evitando toni particolarmente bellicosi, avvalendosi sia di criteri psicologici sia di criteri...CONTINUA...

Glaser Paul

Ballando ad Auschwitz

Paul Glaser non è uno scrittore di professione. Eppure, come fanno in tanti, ha scritto un libro: "Tante Roosje" tradotto in Italia con "Ballando ad Auschwitz". Un libro che è, nel contempo, un diario, un romanzo, una biografia e un memoriale. Al centro di "Ballando ad Auschwitz" c'è il racconto in prima persona di zia Rosie, sorella di suo padre, ma c'è anche la scoperta del misterioso passato personale e familiare di Paul Glaser. Un segreto in cui Paul è inciampato quasi per caso quando qualcuno gli ha fatto notare che il suo cognome non era tipico dell'Olanda, il suo Paese natale, ma ebreo e...CONTINUA...

Baker Nicholson

L’antologista

Al centro della candida copertina de "L'antologista", dello scrittore statunitense Nicholson Baker, c'è una prugna. A primo impatto ho pensato fosse un dettaglio divertente, poi mi sono chiesta che senso avesse. La risposta l'ho trovata a pagina 67: "Così chiamo una poesia che non rima: una prugna. Noi che scriviamo e pubblichiamo le nostre prugne senza rime non siamo poeti, siamo pruni. O prugnai. E alcune prugne possono essere ottime - migliori di qualsiasi cosa vi possa capitare di leggere, ovunque. La poesia di James Wright disteso sull'amaca nella fattoria Duffy è una prugna, e lui è un...CONTINUA...