Categoria: Ronzani

Cellotto Alberto

Appendice

“Le vicende umane però non sono tutto e anzi potrebbero essere niente. Le vicende umane hanno rotto. Chi ci siamo messi in testa di essere? Illusioni, sì, ovvio anche quelle di saper leggere meglio le diverse esperienze o opere di un’epoca, ma portano risposte meno arroganti alla domanda che potremmo sintetizzare così: che ci facciamo qui?” (pp.135). Queste le parole di un cinquantenne di cui ignoriamo il nome che, col suo diario, ci racconta la sua “appendice” di vita. Appendice probabilmente da intendersi...CONTINUA...

Ümit Ahmet

Perché Istanbul ricordi

“Purtroppo sa come funziona in Turchia, Commissario, i testimoni cambiarono le loro deposizioni, il pubblico ministero e i giudici si parlarono, diciamo così, e il tribunale assolse gli imputati” (pp.435). Ed ancora: “Avevamo due gruppi di sospettati. Il primo, a modo suo, voleva difendere la città e la sua eredità storica, il secondo, un’agenzia turistica che usando la stessa eredità, o addirittura saccheggiandola se necessario, voleva solo arricchirsi” (pp.513). Questi due brevi brani tratti dal romanzo di Ahmet Ümit, CONTINUA...

Uguccioni Claudio

Il purgatorio non è eterno

“Il saio aveva lo stesso odore del fieno che l’aveva protetto dallo sguardo delle belve […] Doveva soltanto aspettare, proprio come aveva fatto nei giorni scorsi in quella povera stalla, nutrire il corpo con l’odio verso i nemici del suo popolo e dissetarlo con la preghiera rivolta a Dio” (pp.7). Questo un breve estratto dall’altrettanto breve premessa al libro “Il purgatorio non è eterno” su cui campeggia “Montagne dell’Erzegovina, 10 febbraio 1945”. Giusto un indizio...CONTINUA...

Strugatskij Arcadij, Strugatskij Boris

Lunedì inizia sabato

Fabio Giovannini e Marco Minicangeli nella loro “Storia del romanzo di fantascienza” così raccontano le diverse fasi letterarie dei due fratelli Strugatskij: “inizialmente è una descrizione ottimistica delle meraviglie future, poi lentamente la speranza utopistica diminuisce, arrivando fino a oscure metafore della burocrazia con Piknik na Obochine [ndr: da cui il film “Stalker” diretto da Tarkovskij]”. Ancora Darko Suvin: “Nella loro carriera i fratelli si spostarono da una visione relativamente solare in cui l’utopia poteva essere raggiunta in un vicino futuro, alla sensazione che le tensioni...CONTINUA...