Categoria: Helga Schneider

Schneider Helga

Per un pugno di cioccolata e altri specchi rotti

Helga Schneider, notissima autrice de “Il rogo di Berlino" (Adelphi 1995) e “Lasciami andare, madre” (Adelphi 2001), ci presenta qui dieci racconti ambientati nella Germania degli anni Trenta e Quaranta, durante il nazismo e il terzo Reich e poi alla fine della guerra, quando Berlino è ridotta a un cumulo di macerie. Immagine emblematica che ben rappresenta la città è quella di un parco pubblico deserto...CONTINUA...

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Io, piccola ospite del Führer

Chi avesse già letto "Il rogo di Berlino", come la sottoscritta, non può aver dimenticato le pagine in cui Helga Schneider racconta il suo incontro con Adolf Hitler. Ed è proprio a questo evento personale, inquietante ed affascinante allo stesso tempo, che è interamente dedicato "Io, piccola ospite del Führer". Un libro breve ma molto denso e sentito. L'incontro con il Führer avvenne nell'inverno del 1945, poco prima della disfatta. Berlino è una città devastata. I berlinesi, compresa la piccola Helga, sopravvivono alla guerra e ai continui bombardamenti rifugiandosi nei sotterranei o nelle cantine...CONTINUA...

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La baracca dei tristi piaceri

Ne "La baracca dei tristi piaceri" Helga Schneider ha centrato alla perfezione titolo ed argomento. Peccato che, a mio avviso, abbia sbagliato tutto il resto. Il romanzo, uscito per Salani nel 2009 e ripubblicato da TEA nel 2012, si sofferma su uno degli aspetti più inquietanti e meno noti dei campi di sterminio nazisti: la presenza di bordelli. I nazisti, per motivi di igiene razziale, consideravano la prostituzione un reato punibile con la reclusione eppure "Nel 1943 Himmler prese la fulminante decisione di far allestire dei bordelli nei più grandi campi di concentramento. Quello di Buchenwald...CONTINUA...

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Heike riprende a respirare

Spiegare la guerra ai bambini non è semplice. Così come non è semplice far comprendere loro l'orrore della morte e della distruzione che ogni guerra porta con sé. Eppure è fondamentale che anche i più piccoli, giunti ad un'età adeguata, vengano messi a confronto con gli episodi più tristi della nostra storia. Con “Heike riprende a respirare” Helga Schneider torna di nuovo a parlare con i bambini e lo fa ricorrendo ad una protagonista bambina, Heike per l'appunto. Siamo a Berlino, anno 1945. La guerra è appena finita, Hitler è stato sconfitto e i soldati russi ed americani si sono spartiti...CONTINUA...

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Stelle di cannella

Un libro adatto ai più giovani, “Stelle di cannella”. Abbordabile e semplice. La scrittura di Helga Schneider può avvicinarsi con disarmante candore ai bambini e ai ragazzi perché diretta, lineare e limpida anche se a tanta comprensibilità di lettura si affianca l’amarezza e, a tratti, la crudeltà di quanto narrato. Perché anche in “Stelle di cannella” l’argomento principale è il nazismo, l’odio cieco che ha generato, le violenze e le persecuzioni contro gli ebrei. Al centro della storia due bambini tedeschi di nove anni. Uno è David, figlio del giornalista ebreo Jacov Korsakov e di Jutta, donna...CONTINUA...

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Il rogo di Berlino

Dopo la nascita di mio fratello Peter, mia madre scoprì di aver sbagliato carriera. Ben presto si convinse che servire la causa del Führer fosse più onorevole dell’allevare i propri figli; così ci abbandonò entrambi in un appartamento di Berlin-Niederschönhausen e si arruolò nelle SS. Era l’autunno del 1941 e le forze tedesche se la passavano male sul fronte russo. Così si interrompe l’infanzia di Helga Schnider. Era il 1941 e lei aveva solo 4 anni. “Il rogo di Berlino” racconta una doppia tragedia, quella della piccola Helga e quella della città di Berlino. E’ in corso la II Guerra...CONTINUA...

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L’albero di Goethe

Nel 1937 i nazisti realizzarono il campo di concentramento di Buchenwald, nei pressi di Weimar. Per costruirlo furono costretti a distruggere 150 ettari di bosco ma salvarono una quercia. Era l’albero che Weimar aveva dedicato a Johann Wolfgang Goethe, celebre poeta e scrittore tedesco, morto in quella città nel 1832. Le SS lasciarono la quercia, denominata “L’albero di Goethe”, all’interno del campo di concentramento di Buchenwald, luogo in cui morirono circa 50.000 esseri umani. Quando pensiamo ai campi di sterminio nazisti, in genere, siamo portati a ricordare le vittime ebraiche. All’interno...CONTINUA...