Categoria: ss

Bussoni Mario

Josef Mengele. L’angelo della morte

Il libro di Mario Bussoni è essenzialmente una ricerca. Meglio, è la ricerca di qualche verità sull'autentico destino di Josef Mengele, il medico di Auschwitz. L'uomo che, dopo una sommaria occhiata ai deportati appena scesi dai treni bestiame, stabiliva chi dovesse sopravvivere e chi dovesse finire immediatamente nelle camere a gas. E' lui, Herr Doktor, il medico dai modi distinti e compassati ad aver deciso della vita e della morte di centinaia di migliaia di esseri umani. Bussoni, in "Josef Mengele. L'angelo della morte" (Mattioli 1885), intraprende la sua indagine storica partendo dalla fine...CONTINUA...

Rajchman Chil

Treblinka 1942-1943. Io sono l’ultimo ebreo

Chil Rajchman è uno dei pochi ebrei usciti vivi da Treblinka. Il suo inferno è durato un anno intero. Poi la clamorosa fuga: Rajchman è riuscito a scappare dal campo di sterminio. Nel 1945, prima che la Guerra avesse fine, ha scritto questo libro che è stato pubblicato solo nel 2009, quattro anni dopo la morte del suo autore. "Treblinka 1942-1943. Io sono l'ultimo ebreo" è un libro di una portata storica e testimoniale eccezionale perché, come spiega la Wieviorka in prefazione, è uno dei pochi testi ad essere stati scritti immediatamente dopo gli eventi che narra. Spesso le memorie dei sopravvissuti...CONTINUA...

Anglada Maria Àngels

Il violino di Auschwitz

Leggendo "Il violino di Auschwitz" mi sono tornate alla mente alcune scene del film "Il servo ungherese" di Giorgio Molteni e Massimo Piesco. Mi riferisco alle sequenze che mostrano un gruppo di deportati costretti a suonare per il diletto dell'ufficiale SS che controlla il campo di sterminio in cui sono rinchiusi. Uomini ridotti allo stremo eppure indotti a riprendere in mano strumenti musicali abbandonati da tempo e a suonarli perché il loro aguzzino vuole divertirsi...CONTINUA...

Schneider Helga

La baracca dei tristi piaceri

Ne "La baracca dei tristi piaceri" Helga Schneider ha centrato alla perfezione titolo ed argomento. Peccato che, a mio avviso, abbia sbagliato tutto il resto. Il romanzo, uscito per Salani nel 2009 e ripubblicato da TEA nel 2012, si sofferma su uno degli aspetti più inquietanti e meno noti dei campi di sterminio nazisti: la presenza di bordelli. I nazisti, per motivi di igiene razziale, consideravano la prostituzione un reato punibile con la reclusione eppure "Nel 1943 Himmler prese la fulminante decisione di far allestire dei bordelli nei più grandi campi di concentramento. Quello di Buchenwald...CONTINUA...

Edelman Marek, Krall Hanna

Il ghetto di Varsavia. Memoria e storia dell’insurrezione

Quando si parla della Shoah, delle deportazioni, dei campi di sterminio nazisti, dei massacri perpetrati ai danni degli ebrei, dei milioni di esseri umani finiti nei forni crematoi viene spontaneo chiedersi: perché queste persone hanno subito tanta violenza senza tentare alcuna reazione? Perché non si sono difesi con la forza? Se gli ebrei avessero rivolto contro i nazisti la stessa prepotenza e la stessa aggressività (armata e non) che i nazisti usarono contro di loro, la Storia avrebbe avuto un epilogo diverso? Alcuni esperti e alcuni storici immaginano di sì. Ma i fatti andarono diversamente...CONTINUA...

Améry Jean

Intellettuale a Auschwitz

Jean Améry, come molti altri ebrei, fu internato ad Auschwitz, Buchenwald e Bergen-Belsen. Vi rimase per due anni e riuscì a sopravvivere per caso. Nei venti anni successivi alla sua liberazione, avvenuta nel 1945, non affrontò mai, da letterato e da intellettuale, la sua esperienza della Shoah. Nel 1964, quando a Francoforte iniziò il grande processo ad Auschwitz, Améry decise di infrangere il suo personalissimo silenzio scrivendo il primo articolo sull’esperienza del Terzo Reich, un pezzo dedicato alla figura dell’intellettuale ad Auschwitz: “Quando però, grazie alla stesura del...CONTINUA...

Kramer Clara, Glantz Stephen

La guerra di Clara

Durante i diciotto mesi trascorsi sottoterra tenni un diario, oggi conservato nell’Holocaust Memorial Museum di Washington, DC. Avevo poca luce, pochissima carta e solo un mozzicone di matita. Registrai sul diario tutto quello che potei, ma anche se ho parlato spesso della mia vita, non mi era mai venuto in mente di metterla per iscritto. Così Clara Kramer introduce “La guerra di Clara”, il racconto della sua esperienza della Shoah. Nel 1939 Clara è solo una ragazzina. Ha dodici anni e vive a Zolkiew...CONTINUA...