Categoria:
western
Sarebbe bene scusarmi, in apertura, con l’autore poiché l’ho personalmente sottoposto a un’attesa biblica per queste poche righe che sto andando a compilare, non perché io abbia in odio Sergio Leone – ho avuto anche io il mio periodo leonesco ancorché insensibile ai generi cinematografici – quanto perché risucchiato da una delle più insulse e burocratiche università d’Italia per strappare una laurea a dei docenti sonnacchiosi e bipolari (alcuni dei veri e propri pagliacci). Poiché però questo non può essere un motivo valido, mi permetto ancora una volta di chiedere scusa a Roberto.
Allora: Sergio...CONTINUA...
Da lunedì a sabato, una settimana meno un giorno. Questo è l'arco temporale in cui si dipana la storia di "Uomini e cani". Un titolo che richiama, per una consonanza più che evidente, il celebre "Uomini e topi" di John Steinbeck. Il romanzo che ho letto è quello ripubblicato per Adelphi nel 2018 non quello originario di ISBN del 2007. Per l'edizione più recente, l'autore ha provveduto a compiere un lavoro di restyling che, onestamente, non so quanto abbia stravolto la prima versione di "Uomini e cani". Ciò che so è che mi sono ritrovata immersa nelle descrizioni tracimanti e sanguigne di...CONTINUA...
Erano anni che gli appassionati li attendevano su questi sentieri mitici e polverosi, là dove finisce la frontiera e comincia il nuovo mondo, nel tempo in cui l’America puritana comincia a respirare lo spirito libertario e i cavalieri senza nome, vecchi e stanchi dopo le tante battaglie sostenute, si dileguano all’orizzonte lasciando che si disperda l’eco delle loro imprese avventurose. Al western mancavano i Coen, e ai Coen mancava il western. Ecco allora che arriva Il Grinta, rilettura molto fedele del romanzo True Grit, di Charles Portis...CONTINUA...
L’epoca dello spaghetti western è stata non lunghissima ma intensa e prolifica, ha partorito opere che incontrarono il gusto degli italiani e non solo, andando a solleticare l’attenzione di altre cinematografie occidentali e orientando non poco il cinema orientale di genere degli ultimi venti-venticinque anni. Tra le opere da esportazione di maggiore interesse indubbiamente c’è Tepepa, del bravo Giulio Petroni (Non commettere atti impuri, Crescete e moltiplicatevi, Da uomo a uomo, La vita qualche volta è dura...CONTINUA...
Lucio Fulci, abile incursore tra i generi cinematografici più disparati, dopo essersi cimentato quasi esclusivamente in commedie, approda allo spaghetti western nel 1966, con Le colt cantarono la morte… e fu tempo di massacro. Fu un ottimo successo di pubblico, cui comunque fece seguire altre commedie, prima di accostarsi al genere per il quale è più noto: il thriller/horror. Ma gli spaghetti western tornarono, a qualche anno di distanza, andando a vivificare un genere che andava inevitabilmente incontro al suo canto del cigno. I quattro...CONTINUA...
“La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. La rivoluzione è un atto di violenza”. Mao Tze Tung.
“Rivoluzione? Rivoluzione? Per favore non parlarmi di rivoluzione! Io so benissimo cosa sono e come cominciano: c’è qualcuno che non sa leggere i libri che va da quelli che sanno leggere i libri, che poi sono i poveracci, e gli dice: - oh, oh, è venuto il momento di...CONTINUA...
Delmer Daves, in una lettera a Tavernier scritta nel 1960, scrisse: "Quel treno per Yuma" è probabilmente il mio migliore western". E noi, cultori del genere, siamo d'accordo con lui.
Se consideriamo che il regista è autore di "Rullo di tamburi", "Broken arrow" (L'amante indiana), "L'albero degli impiccati", "Jubal", capite bene che il nostro "Quel treno per Yuma" è un'opera che si presenta con tutte le carte in regola per ricevere adeguata sviolinata.
Un eccellente esempio di apologo western, degno del miglior Daves, dove la paura, il coraggio, l'onestà e la malvagità umana emergono potenti...CONTINUA...
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