Categoria: musica italiana

Fuschetto Max

Popular Games

“La verità è che la vera musica non è mai difficile. Questo è soltanto un termine che funge da schermo, che viene usato per nascondere la povertà della cattiva musica”. Queste parole, attribuite a Claude Debussy, ci sono tornate alla mente quando anni fa tra le recensioni all’album “Popular Games” di Max Fuschetto, si poteva leggere, pur tra mille apprezzamenti, che quella non era musica facile e non era musica per tutti. Un giudizio che di primo acchito può lasciare perplessi, soprattutto dopo aver ascoltato i brani di Fuschetto, spesso caratterizzati da una notevole comprensibilità, che qualcuno...CONTINUA...

Alan Spicy

Frammenti

Rocco Moscatiello, Daniele Stazi e Michele Santori, i componenti della band reatina Alan Spicy, trascorso qualche mese dalla prima pubblicazione dell'album d’esordio, hanno molti motivi per essere soddisfatti del loro “Frammenti”: la critica “di settore” pop/rock – anche se purtroppo il più delle volte e dovremmo definire mere segnalazioni e certo non scomodare la vera e propria critica musicale – ha accolto con simpatia e giudizi sostanzialmente concordi i brani che rispondono al nome di “Plastica”, “Avvolte”, “Caronte”, “93”, “Franco”, “Super Alan”. In particolare è stato evidenziato come tutte...CONTINUA...

Acustica

Sul fondo

È trascorso qualche mese dalla prima pubblicazione di “Sul fondo”, disco della band pisana degli Acustica, che segue l’esordio col singolo “Un cane”; e fino ad ora la critica musicale sembra aver apprezzato questa declinazione italiana di alternative/post-rock. Non a torto e spieghiamo subito il perché. Innanzitutto perché, senza apparenti forzature, gli Acustica sono riusciti ad adattare la lingua italiana, a volte considerata poco compatibile all’interno di un genere non classico e non propriamente melodico, a composizioni musicali che – va detto – soltanto a grandi linee possiamo incasellare...CONTINUA...

Guglielmi Federico

L’amore e la violenza / Una storia dei Baustelle

Con l’avvento dei talent televisivi, poco dopo l’ingresso negli anni zero, diversi settori dell’intrattenimento hanno subìto una vera e propria rivoluzione. Anche la musica non ne è stata immune, ed anzi negli ultimi anni ne è stata sempre più condizionata. Se ciò sia un bene o un male è un giudizio che lasceremo inevitabilmente ai posteri, ma è d’obbligo chiedersi quanto di questo reale o presunto talento dei vincitori delle competizioni che si sono alternate sia effettivamente tale, e quanto invece ci sia di totalmente mediatico in alcuni attuali affermati artisti della canzone, se così li vogliamo...CONTINUA...

Reverberi Gian Franco

La testa nel secchio. Tenco, Paoli, Lauzi, Ciampi, Dalla

Il significato del titolo lo troviamo nella parte centrale del libro, quando Reverberi racconta cosa succedeva in un pionieristico studio di registrazione milanese: “Gino [n.d.r.: Paoli] le stava provando tutte: ad esempio, memore del fatto che Gilbert Bécaud cantava con una mano vicino all’orecchio per ascoltarsi meglio, tentò di imitarlo, ma si dimostrò insufficiente. Allora provammo con un secchio in testa: la voce restava concentrata e l’intonazione andava meglio, ma la voce….” (pp.96). Questo è solo uno degli innumerevoli aneddoti, spesso ancor più originali, contenuti nel libro edito dalla...CONTINUA...

Attanasio Manuel

Senza voce

Qui non siamo nell’ambito della musica. Questa è una recensione di un cd non musicale, non un prodotto, parto di una lunga gestazione compositiva: no. È un fotogramma sonoro di una progressiva crescita “artistica”. Il termine va certamente utilizzato con cautela e fuor di equivoco ora viene impiegato: Manuel Attanasio è uno sperimentatore, le sue qualità però vanno accostate – e vanno accostandosi – più all’ambito artistico, contemporaneo, accompagnando talvolta eventi dell’arte contemporanea sarda. Non è prodotto finito, ma è appunto: ricerca, nell’accezione più felice, impulso fisiologico...CONTINUA...

Barghi Nicola

Sunny Day

“Prova ad ascoltare Barghi e il suo Sunny Day, poi mi dici”. Il consiglio è stato azzeccato, così ho fatto, anche se poi non è che mi sia risultato proprio facile dare conto dell’ascolto oltre ad un pur convinto “mi è piaciuto”. “Sunny day”, tanto si fa ascoltare bene quanto sfugge alle consuete definizioni musicali; e quindi parlarne (ed ora scriverne) non può essere un esercizio superficiale e sbrigativo. Si ascolta bene nel senso che tutte le canzoni composte da Nicola Barghi e presenti nell’album si fanno apprezzare da subito: non vi è alcuna necessità di costringersi a ripetuti ascolti...CONTINUA...