Risultati della Ricerca: Verdone Carlo

Greco Maria

Il signor F. è morto in treno e altri racconti

Qualche giorno fa ho visto, probabilmente per la trentesima volta, "Bianco rosso e Verdone". Nella parte finale del film, i protagonisti arrivano, dopo una esilarante sequela di peripezie, a votare presso il seggio d'appartenenza. Nell'episodio che vede come personaggi principali Mimmo (Carlo Verdone) e sua nonna (Sora Lella - Elena Fabrizi), l'anziana entra nella cabina ma non si decide ad uscirne. A breve si scoprirà che la nonna è morta e mentre il presidente di seggio, il segretario e gli scrutinatori iniziano a litigare tra di loro per decidere se il voto della donna appena morta è da considerare...CONTINUA...

Bertolucci Bernardo

La luna

Dopo un film corale, dai toni epici e dalla lunghissima gestazione come Novecento (5 ore di durata, diviso in due atti, per le sale), Bernardo Bertolucci sente l’esigenza di lavorare ad una pellicola intimista e costruita su pochi e ben delineati personaggi. Ecco che nel 1979 esce La luna, opera controversa e simbolica già dal titolo, che rievocherebbe in qualche modo – a detta dello stesso Bertolucci – la primissima infanzia del regista e il suo rapporto con la madre. La luna fotografa, in effetti, il doloroso rapporto tra una madre e un figlio...CONTINUA...

Nuti Francesco

Caruso Pascoski, di padre polacco

Quando Nuti era sulla ribalta. Quando era, probabilmente, il comico più geniale dell’italico panorama cinematografico. Quando eravamo alla fine degli Ottanta. Ecco quando. Quando Caruso Pascoski arrivò nelle sale e fu tra i campioni d’incasso della stagione. Vogliamo fare un parallelo con i campioni comici del cinema attuale? Con i Boldi, De Sica e Salemme? Con gli Aldo, Giovanni e Giacomo? Con l’intermittente Verdone (che ultimamente azzecca un film su tre, quando va bene – e che all’epoca in cui furoreggiava Nuti era notevolmente più ispirato). Domande retoriche...CONTINUA...

Verdone Carlo

Al lupo! Al lupo!

“Vorrei poter un giorno morire senza morte / Sotto le cascate bianche che vita infusero alle mie mani / Per vivi corpi e forme alate / Che non amerò più” Questi sono gli enigmatici versi che i tre fratelli Sagonà – Gregorio, Livia e Vanni – si trovano a dover interpretare per riuscire a comprendere dove è andato a finire l’anziano padre. Un padre, famoso scultore e poeta, spesso assente; un uomo che non si è mai risparmiato nell’inseguire i piaceri della vita. Vanni è un grande pianista, impacciato nei rapporti umani e...CONTINUA...