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jihad
Raccontato alla stregua di un thriller, “Il filosofo e lo jihadista” è la testimonianza di Jean-Yves Leloup alle prese con Mohammed, un terrorista islamico ed aspirante suicida: correva l’anno 2005, il nostro filosofo si trovava in Francia quando lo chiama Fatima, sorella di Mohammed, “quello che ha incontrato nel deserto...CONTINUA...
Isis: soggetto che riempie gli scaffali delle librerie. Giustamente, direi. E, fatte le dovute distinzioni, rimane una materia di cui dovremmo conoscere e capire il più possibile. Anche io ho letto alcuni saggi sull'Isis con l'intento di comprendere un po' più approfonditamente una materia che tende a rimanere confusa, distante o raccontata spesso in maniera parziale o vaga. "Schiava dell'Isis" è stato un regalo: chi mi conosce ha associato l'interesse che nutro da sempre per la condizione femminile al mio intento di capire certe dinamiche dello...CONTINUA...
Possiamo iniziare dalla fine dell'inchiesta, ovvero dalla fatwa lanciata nei confronti di "Melodie", alias la giornalista Anne Erelle: "Fratelli del mondo intero, lancio la fatwa contro questo essere impuro che si è preso gioco dell’Onnipotente. Se la vedete, ovunque siate, rispettate le leggi islamiche e uccidetela. A condizione che la sua morte sia lenta e dolorosa. Chi si fa beffe dell’Islam ne pagherà le conseguenze col sangue. Essa è più impura di un cane, violentatela, lapidatela, finitela. Inshallah". Fine dell'inchiesta ma evidentemente non fine della vicenda, perché Anne Erelle (pseudonimo)...CONTINUA...
Cronaca di una formazione. Potrebbe essere questo il sottotitolo di “Shahid”, secondo romanzo del giornalista e scrittore Maurizio Piccirilli. La penna è senza dubbio quella di un uomo abituato a scrivere notizie e a fare informazione. Infatti non c'è molta letteratura in “Shahid”, un libro che vuole essere, ed è, un resoconto lineare, nitido e fin troppo elementare di come un giovanissimo immigrato tunisino possa tramutarsi in un martire della “jihad”, la cosiddetta guerra santa islamica.
Ahmed vive a Tunisi. Come tutti i suoi coetanei è affascinato dall'Occidente e dalle sue lusinghe: “Il...CONTINUA...
Sottotitolo: “il romanzo dello shahid”. Il termine arabo “shahid” significa, letteralmente, “testimone” ma, per estensione, “shahid” è colui che combatte la jihad, guerra santa musulmana e, quindi, una persona che arriva a sacrificare anche la propria vita in nome della fede.
Lo shahid del libro di Zarmandili, di cui, nell’arco della storia, non viene mai proferito il nome, è un giovane che ha accettato di indossare una cintura esplosiva e di farsi saltare in aria per colpire spietatamente il “cuore del Nemico”. Il piano terroristico è orchestrato da persone molto importanti che conosce...CONTINUA...
" Il sangue dei mujaheddin morti in battaglia è il nostro nutrimento perché l'albero del terrorismo si nutre del sangue".
Questa una delle frasi che costellano il libro di Marcella Andreoli, un vero e proprio reality thriller: protagonista è il primo pentito del terrorismo Islamico in Italia, giunto nel nostro paese dalla Tunisia, più per spirito di avventura che per autentica necessità.
Colto, poliglotta, laico (nel suo paese nemmeno frequentava la moschea), benestante, Riahd non aveva affatto le caratteristiche umane proprie di un disperato e perciò più facilmente preda del...CONTINUA...
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