Categoria: No Tav

Calia Claudio

Dossier Tav. Una questione democratica

Una domanda che qualcuno si sarà pur posto: come riuscire a capirci qualcosa in una vicenda che sta dilaniando da oltre venticinque anni un pezzo di Italia? Per la precisione la Val di Susa. Preso atto che è un argomento troppo spesso archiviato dalla stampa con qualche battuta sbrigativa (“ce lo chiede l’Europa”, oppure “altrimenti rimaniamo fuori dall’Europa”), possiamo innanzitutto azzardare un’autocitazione: “Argomento peraltro affrontato anni fa in uno studio di Antonio Calafati, “Dove sono le ragioni del sì?” e probabilmente troppo presto dimenticato. Studio che prendeva atto di slogan cari...CONTINUA...

Autori Vari

Perché No Tav

“Resta comunque inspiegabile – al netto di eventuali mazzette – quest’ossessione unanime, fanatica, ideologica se non addirittura religiosa, tipica di certe sètte estremiste, per quel gigantesco pertugio nella montagna. Alcuni psicanalisti, di fronte a certi grattacieli e ad altri ecomostri falliti che deturpano le città, parlano di invidia del pene. Per gli adepti della Banda del Buco, non c’è altra spiegazione che l’invidia dell’ano”. Così Marco Travaglio al termine del primo capitolo di “Perché...CONTINUA...

Chiaramonte Xenia

Governare il conflitto

Nel 2014 la casa editrice Giappichelli ha pubblicato un volume collettaneo intitolato “Conflitto, ordine pubblico, giurisdizione: il caso TAV” in cui venivano riesaminati alcuni dei temi discussi durante un convegno dell’Associazione Giuristi democratici (Torino, dicembre 2013). Soprattutto si poteva leggere una forte critica sui metodi di reclutamento delle forze dell’ordine e su certe prassi giudiziarie, in primis quelle che riguardavano la repressione dei reati commessi in occasione delle lotte contro la costruzione di grandi opere pubbliche o di manifestazioni per la tutela dell’ambiente. Successivamente...CONTINUA...

Aime Marco

Fuori dal tunnel. Viaggio antropologico nella Val di Susa

Da molti anni la cosiddetta “grande stampa” dipinge i “No Tav” della Val di Susa come una banda di cavernicoli pecorai, affetti da evidente sindrome Nimby: in altri termini personaggi ingenui, associati ad estremisti violenti che non sanno cosa vuol dire progresso e modernità. Un’immagine che la santificazione mediatica delle “madamine” ha rilanciato prepotentemente. Ben diverso quanto emerge invece in “Fuori dal tunnel” dell’antropologo Marco Aime: una ricerca, che tra l’altro si legge speditamente e risulta ben strutturata, “per capire meglio i difficili cambiamenti di una valle che ha deciso...CONTINUA...

Ponti Marco, Moroni Stefano, Ramella Francesco

L’arbitrio del principe. Sperperi e abusi nel settore dei trasporti. Che fare?

In questi giorni le “madamine” del Si-Tav – autentiche eroine per gran parte della grande stampa italiana - hanno ammesso di portare avanti la loro battaglia di principio pur non conoscendo molto bene i dettagli tecnici e finanziari del progetto del Tav in Val di Susa. E, mostrando una certa coerenza di stile e di pensiero, non si sono risparmiate l’invito esplicito, rivolto ai cosiddetti “No-Tav”, di decrescere felicemente per i fatti loro, in compagnia di una pecora magari, e di lasciare in pace tutti coloro che vogliono invece crescere nel progresso. L’idea di fondo, comune alla maggior parte...CONTINUA...

Chiroli Roberta

Ora e sempre No Tav

È notizia recente di venti rinvii a giudizio in uno dei filoni dell’inchiesta sulle “Grandi Opere”: i reati contestati sono associazione a delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e tentata estorsione sugli appalti per la realizzazione della tratta Tav Milano-Genova-Terzo Valico Ferroviario dei Giovi. Non siamo indovini e non sappiamo come andrà a finire ma di certo non è notizia che ci stupisce. Stesso discorso con l’inchiesta sul tunnel fiorentino. Del sistema Tav, come qualcuno ricorderà, ne ha scritto in maniera molto approfondita il compianto Ivan Cicconi col profetico...CONTINUA...

Baldanzi Simona

Mugello sottosopra

Tra le ultime pagine del libro di Simona Baldanzi possiamo leggere: “I No Tav non vogliono percorrere la stessa storia del Mugello, non vogliono sopportare l’umiliazione, dopo la devastazione, dell’impunità”. Non so se l’umiliazione possa diventare il sentimento più presente tra coloro che, vuoi perché testimoni, vuoi perché informati delle truffe perpetrate dai sedicenti riformisti favorevoli alle “grandi opere”, si trovano circondati dall’indifferenza e dall’incomprensione dei concittadini e dei media; c’è da pensare semmai che il costante scempio di verità e di soldi pubblici possa condurre...CONTINUA...

Rastello Luca, De Benedetti Andrea

Binario Morto

Anche ad avere idee del tutto diverse su temi come sviluppo, ambiente e stato dei conti pubblici una constatazione è comunque valida per tutti: non si è a favore di un progetto Tav perché si sappia nel dettaglio cosa accadrà, oppure perché si abbia un’idea precisa del suo rapporto costi-benefici, ma perché ci sono dei violenti – pochi, molti o moltissimi – che lo contrastano. Tanto basta, spesso a prescindere da tutto il resto. C’è soltanto da prendere atto come, appunto per questa ragione, il dissenso riguardo un’opera pubblica, in qualsiasi forma sia espresso, venga considerato (non da tutti...CONTINUA...

Pepino Livio, Revelli Marco

Non solo un treno…

Il Tav è uno degli argomenti che in Italia meglio si prestano a misurare la qualità del nostro sistema informativo e di conseguenza il livello di trasparenza della nostra classe politica. Il risultato della misurazione? Bassissimo nell’uno e nell’altro caso. I motivi sono stati ampiamente spiegati nelle opere di Cicconi, di Calafati e di altri autori che hanno messo a nudo un sistema corrotto e malato, che rimane in piedi soltanto grazie ad una disinformazione pervasiva ed a una martellante propaganda che spaccia per progresso quello che è in realtà uno scientifico saccheggio di denaro pubblico...CONTINUA...

Caselli Gian Carlo

Assalto alla Giustizia

C’è una persona, anche se forse non proprio l’unica, ad essersi meritata in questi anni gli epiteti prima di “fascista”, poi di “comunista” ed infine di “mafioso”: Gian Carlo Caselli, l’attuale procuratore capo presso la Corte d’Appello di Torino. “Assalto alla Giustizia” ci spiega, con grande chiarezza, perché un magistrato, onesto e coraggioso come lui, negli anni sia stato fatto oggetto di insulti in serie. Nessun vittimismo ma analisi oggettiva di come è stata intesa la Giustizia in Italia soprattutto a partire dal Fascismo fino ai giorni nostri, quelli dell’altro Ventennio: l’era berlusconiana...CONTINUA...