Categoria: xenofobia

Grass Günter

Patrie: vecchi razzismi e nuove xenofobie

È da poco disponibile in libreria, impreziosito da una veste grafica davvero accattivante, un piccolo gioiello della Marotta&Cafiero, intraprendente e coraggioso editore di Scampia, proposto con il titolo di Patrie: vecchi razzismi e nuove xenofobie: una raccolta di sei saggi di Günter Grass scritti tra il 1996 e il 2003 in cui lo scrittore tedesco, spettatore attento e critico severo...CONTINUA...

Belgrado Valentina

Reborn

I romanzi di Valentina Belgrado riescono sempre a stupirmi: sono brevi e intensi, complessi senza essere arzigogolati o noiosi, hanno uno stile curatissimo e preciso con un lessico impeccabile, che si estende anche ad ambiti scientifici, in particolare alla chimica e alla medicina. Realtà patologiche rare o comportamenti inusuali fanno parte della trama. In questo suo CONTINUA...

Zanotelli Alex

Prima che gridino le pietre

Manifesto contro il nuovo razzismo Questo libro vuole confrontarsi con il razzismo e la xenofobia che ci stanno travolgendo. L‘Italia è diventata un paese razzista e ha dimenticato il proprio passato di emigrazione: è una desolante constatazione, un’evidenza lampante sulla quale padre Zanotelli invita ad aprire gli occhi senza ipocrisie. Padre Alex...CONTINUA...

Lobe Max

La Trinità bantu

La Svizzera è, nell'immaginario di chiunque, il Paese perfetto. La Svizzera non è l'Italia! In Svizzera è tutto come dovrebbe essere. Eppure Max Lobe, un africano che viene dal Camerun e che in Svizzera ha studiato e vive, ci fa notare che, in fondo in fondo, la Svizzera soffre degli stessi mali di cui soffre un po' tutto l'occidente. Anche in Svizzera si può essere disoccupati. Anche in Svizzera si può essere vittima di razzismo e discriminazione. Anche in Svizzera si corre il rischio che un partito di estrema destra possa arrivare al potere. E, soprattutto, anche in Svizzera i mezzi pubblici...CONTINUA...

Axelsson Majgull

Io non mi chiamo Miriam

In un'intervista la scrittrice svedese Majgull Axelsson spiega: "quello che è successo nei campi di concentramento è stato -a ragione- un'area proibita per i romanzieri. Non avrei scritto questo libro quindici o vent'anni fa. Ma oggi molti dei sopravvissuti sono già morti e credo sia giunto il momento, per noi romanzieri, di iniziare a raccontare le loro storie. Perché è una parte della storia d'Europa che non potremo mai permetterci di dimenticare"...CONTINUA...