Categoria: letteratura inglese

Munro Alice

Troppa felicità

Alice Munro è una di quelle scrittrici che mi ripromettevo di leggere da tempo. Sono partita dalla fine, ossia dal suo ultimo libro pubblicato in Italia: "Troppa felicità" (2011). Dieci lunghi racconti grazie ai quali ho potuto conoscere un'autrice degna del successo di cui gode da anni. Sono felice che la Munro sia stata una conferma, una scrittrice di cui non posso che riconoscere il talento e che mi ha colpita sia per la sua capacità di rappresentare un'umanità che sa essere, contemporaneamente, sublime e terrificante, sia per la sua scrittura elegante e lieve, un procedere narrativo in grado...CONTINUA...

Morgan K. Richard

Sopravvissuti

Le novità introdotte da Richard K. Morgan in “Sopravvissuti”, e tali da farne un “fantasy moderno”, sicuramente non possono essere comprese soltanto con un breve riassunto della trama: salvo quell’accenno all’omosessualità del protagonista principale del libro, il guerriero Ringil Eskiath, chi si limitasse a leggere la quarta di copertina potrebbe pur sempre pensare di avere tra le mani un romanzo strutturato comunque secondo i più noti cliché del genere. Niente di più sbagliato. L’autore ha voluto giocare pesante e, nel raccontare uno dei tanti mondi paralleli propri del fantasy, ha introdotto...CONTINUA...

Wells Herbert George

Nel paese dei ciechi

Ho pensato a "Flatlandia" ed ho pensato a "Cecità". Due opere diverse che si lasciano rammentare, senza troppi sforzi, durante la lettura del bel racconto di Herbert George Wells, pur essendo state scritte in tempi diversi da autori diversi, non necessariamente a conoscenza l'uno dell'altro. Il piccolo libro di Wells, suggeritomi da un'amica, è una lettura seducente anche per chi, come me, non ha una grande passione per le storie fantastiche o bio-fantastiche. "Nel paese dei ciechi" è un racconto breve con implicazioni e significati che si dispiegano l'uno dopo l'altro anche agli occhi di un lettore...CONTINUA...

Dickens Charles

Il mistero di Edwin Drood

La cosiddetta letteratura “mystery”, se intesa come letteratura “di genere” e quindi scritta al fine di compiacere dei lettori appassionati appunto ad un certo genere e poco interessati al livello artistico dell’opera, è spesso considerata qualcosa di bassa qualità, un esercizio di scrittura, a volte abile, ma con fini meramente commerciali. Una generalizzazione sul “genere” – mi si perdoni il gioco di parole – che non risponde a verità. Giusto ricordarlo dopo aver letto “Il mistero di Edwin Drood”, ultimo romanzo di Charles Dickens, rimasto incompiuto per la morte dell’autore nel 1870. “La più...CONTINUA...

Khan Shubnum

Le radici altrove

Ecco il romanzo di un'esordiente. L'autrice, Shubnum Khan, è nata in Sudafrica nel 1985 ed ha origini indiane. Il titolo originale del libro, pubblicato da Penguin Books nel 2010, è un molto più appropriato "Onion Tears". D'altro canto le cipolle sono un elemento fondamentale della storia, proprio come le lacrime. Khadeejah Bibi Ballim è una donna dalla personalità forte e dedita prevalentemente all'arte culinaria. Appartiene alla seconda generazione di immigrati indiani giunti in Sud Africa: i suoi genitori erano giunti dall'India e si erano stabiliti a Bronkhorstspruit, cittadina non molto...CONTINUA...

Byatt Antonia S.

Gradazioni di vitalità

"C'è un momento significativo - una sorta di rito di passaggio - nella vita di ogni scrittore, ed è quando lui o lei si rende conto che i personaggi sono fatti di parole". Una premessa senza dubbio eccitante per un excursus altrettanto allettante. La Byatt, che di romanzi ne ha scritti diversi e anche piuttosto interessanti, parla di come nasca quello che lei definisce arazzo: "I singoli personaggi sono parte di un tessuto di parole, simile ad un arazzo, e le parole che creano le diverse persone sono connesse alla trama di tutte le altre parole". Una meccanica che, negli ultimi...CONTINUA...

Farjeon Clanash

I Vampiri dell’11 settembre

Michael Davemport, il reporter della rivista Enigma, è nuovamente protagonista nel secondo capitolo della trilogia vampiresca di Clanash Farejon (anagramma di Alan John Scarfe), dopo “I vampiri di Ciudad Juarez”. Abbandonato quel Messico che per i suoi orrori continuerà ad essere ricordato anche durante la nuova ed inquietante avventura, ci troviamo adesso nella New York devastata all’indomani dell’attentato dell’11 settembre 2001. Ancora una volta la vicenda prende spunto da fenomeni “sovraumani”, ovvero da inspiegabili visioni, improvvise apparizioni in ogni dove di tanti Dick Cheney in versione...CONTINUA...

al-Shaykh Hanan

La sposa ribelle

Ne "La sposa ribelle" Hanan al-Shaykh racconta la vita di sua madre, Kamila. Dopo aver raggiunto il successo in tutto il mondo con un romanzo come "Mio signore, mio carnefice", la scrittrice libanese, una delle più famose del mondo arabo, ad un certo punto della sua vita, ha ritenuto fosse giusto recuperare e narrare la storia di una donna che, in tempi difficili e in contrasto con la mentalità islamica, ha dimostrato di possedere tenacia, perseveranza e un infinito coraggio. Nelle ultime righe del libro Hanan al-Shaykh spiega: "E' stata mia madre a scrivere questo libro. E' stata lei a...CONTINUA...

McGrath Patrick

Grottesco

Grottesco: "delle figure che fanno ridere offendendo o contraffacendo la natura in maniera bizzarra". Sir Hugo Coal ci fa capire fin da subito di essere un uomo ormai ridotto allo stato vegetativo. Cosa sia accaduto al suo corpo, però, verremo a saperlo a tempo debito. Nel frattempo ci rendiamo conto che la sua mente e la sua lingua funzionano benissimo visto che sa intrattenerci raccontando molti altri accadimenti. In primis la sua smodata passione per le ossa: sir Hugo è un paleontologo dilettante ma è anche, o soprattutto, un ricco signore nato da una agiata famiglia inglese. Salta...CONTINUA...

Corelli Marie

Vendetta!

"Il loro lavoro non possiede qualità durature, il loro pensiero è convenzionale e lo stile privo di raffinatezze. Sono popolari perché esprimono il pensiero popolare, e l'uomo comune è lusingato di trovarsi d'accordo con la gente che suppone distinta". Questo lo spietato ma lucido commento di Joseph Conrad nei confronti di scrittori a lui contemporanei i quali, nonostante non possedessero quello che potremmo definire l'autentico genio letterario, erano amati dalla gente comune e vendevano moltissime copie dei loro romanzi. Tra di essi c'è anche Marie Corelli, scrittrice nota per i suoi...CONTINUA...