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Istanbul. L’antica Costantinopoli. Bisanzio. Città dai vari nomi, un crocevia tra Oriente e Occidente, un luogo affascinante, dove splendore e decadenza s’intersecano tra il richiamo del muezzin e santa Sofia, mentre i principi azzurri sono rimasti senza fiabe e alla principessa si sostituisce una prostituta “cenerentola persiana”.
Istanbul come punto di riferimento per una poesia di fatto itinerante, che spazia...CONTINUA...
Cinque racconti ambientati in Estremo Oriente, cinque porte che si aprono su culture lontane, affascinanti e ricche di contrasti.
Nella maggior parte dei casi è un’azione decisa – aprire un cancello, una porta, abbassare la serranda – a suggellare l’ingresso nella vicenda e a schiudere poi non solo un intreccio, ma reportage asiatici, descrizioni di luoghi incantevoli, fitti di vegetazione rigogliosa, profumi, sorgenti.
“CONTINUA...
In nessun luogo andai / Per niente ti pensai / E nulla ti mandai / Per mio ricordo / Sul bordo m’affacciai / d’abissi belli assai / Su un dolce tedio a sdraio amore ti ignorai / Invece costeggiai / I lungomai
Sono questi i primi versi, accompagnati da note assai più melodiche di quelle che risuoneranno nei giradischi due anni più tardi con L’apparenza, che sorpresero gli amanti di Lucio Battisti nell’oramai lontano 1986. Eppure non già ( eh già…) da qui si dovrebbe partire per individuare il punto di rottura...CONTINUA...
Se qualcuno poteva pensare ad un Pansa intimidito o quanto meno indisposto ad essere ancora oggetto delle furibonde polemiche contro i "revisionisti" della Resistenza, si è sbagliato di grosso.
Com'è successo col precedente "La Grande Bugia", che seguiva a ruota "Il Sangue dei vinti" e si occupava delle storie meno nobili della guerra civile e dell'accanimento di storici e militanti politici nel negarle, anche contro ogni evidenza, con "I gendarmi della memoria" il giornalista prosegue, anch'egli accanito e cattivissimo, a replicare ai suoi detrattori.
Il libro da un lato ripercorre l'esperienza...CONTINUA...
Feroce e non premeditata è la vendetta che la quattordicenne Antoinette prepara per la madre Rosine, con la quale il rapporto è di alta conflittualità se non di odio vero e proprio.
“Era una ragazzina di quattordici anni, lunga e magra con il volto pallido di quell’età, tanto smunto da apparire agli occhi degli adulti come una macchia rotonda e chiara, priva di lineamenti, le palpebre socchiuse, cerchiate, la boccuccia serrata…Quattordici anni, i seni che premono sotto l’abito stretto da scolara, che feriscono e impacciano il corpo debole, infantile…i piedi grandi e quelle...CONTINUA...
David Golder è un uomo d’affari ebreo d’origini russe, residente in Francia, ricchissimo e potente, spietato e senza scrupoli tanto da causare il suicidio del suo socio Marcus, col quale il sodalizio durava da ventisei anni.
Il suo stesso cognome sembra essere un omen: Golder- gold- oro.
Durante la sua vita ha pensato solo al denaro e agli affari “divinità terribile” e ha dovuto ricominciare più volte.
David Golder ha...CONTINUA...
“Se ne stava immobile per ore, con le mani incrociate sul grembo, a fissare il vuoto, attonita. Era curva, quasi piegata in due, la pelle del viso bianca, esangue, con vene bluastre rigonfie all’angolo degli occhi. Spesso, quando la chiamavano, non rispondeva, limitandosi a serrare ancora di più la piccola bocca incavata. Eppure non era sorda. Ogni volta che uno di loro si lasciava sfuggire, sia pure a voce bassa, quasi un sospiro, un riferimento al loro Paese, lei trasaliva…..” (pp.80-81)
Esistono figure di valenza emblematica, persone che resistono al...CONTINUA...
Bonhoeffer scrisse questo breve testo di getto nel settembre-ottobre 1938, durante quattro settimane di vacanza trascorse a Gottinga, nella casa di sua sorella gemella Sabine Leibholz, che aveva dovuto lasciare la Germania poco prima. Qui, come evidenzia nella Prefazione e nella Postfazione Eberhard Bethge, suo amico e biografo che sposò, tra l’altro, la nipote di Bonhoeffer, a momenti di svago s’alternavano momenti di preoccupazione per la situazione storico-politica del paese.
“Vita Comune” costituisce il resoconto delle esperienze di vita comunitaria di un gruppo di teologi...CONTINUA...
Una casa è la vera protagonista di questo romanzo di Vassalli, una grande villa a tre piani in stile neoclassico con tre ordini di colonne doriche sulla facciata, sormontata da un frontone triangolare in cui si apre la terrazza dell’attico.
La costruzione è frutto dell’ingegno di uno stravagante Architetto massone, affetto da una cronica mania di grandezza e si trova in una città settentrionale piuttosto piccola e brutta, situata in una grande pianura dominata dal Monte Rosa. È stata identificata...CONTINUA...
“Ora la vecchiaia è qui. Mi circonda. Mi assedia. Guardo la mia mano. Non ci sono ancora le macchie che deturpano la pelle dei vecchi. Il sangue pulsa generosamente nelle vene. Nulla di veramente essenziale mi è, per il momento, impedito. Ma come Antonius Blok, il Cavaliere del Settimo sigillo, io so che sto giocando a scacchi con la Morte. E che siamo alle ultime mosse”. (p.25).
Sono parole di una lucidità e di una consapevolezza impressionante, queste che ci regala in una delle tante riflessioni autobiografiche, con valenza universale, il giornalista, saggista e scrittore Massimo...CONTINUA...
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