Categoria: Letteratura

Donoso José

Lucertola senza coda

"Lucertola senza coda” è un romanzo di José Donoso pubblicato postumo nel 2007. Pilar, la figlia dello scrittore cileno, lo ha rinvenuto tra i documenti e i testi che suo padre, morto nel 1996, aveva ceduto all’Università di Princeton. Il critico e scrittore Julio Ortega lo ha rivisto e corretto fino a dargli l’impianto attuale. Il protagonista e voce narrante di “Lucertola senza coda” è un pittore: Armando Muñoz-Roa. Vive a Barcellona ed ha preso da tempo le distanze dal gruppo degli informalisti di cui è stato fondatore ed insigne rappresentante per diversi anni. Il decadimento umano dei suoi...CONTINUA...

Scalzi John

Morire per vivere

Da un po’ di tempo si sentiva parlare della Gargoyle, casa editrice specializzata in horror, pronta ad aprirsi anche ad altri generi letterari. Uno dei primi titoli che non contemplano vampiri, lupi mannari e mostri di origine umana è “Morire per vivere” di John Scalzi; e come esordio di una collana “”extra” si è rivelato di tutto rispetto. L’autore, fino ad oggi praticamente sconosciuto in Italia, negli USA è invece noto per la sua attività di giornalista, blogger ed anche come scrittore di fantascienza a partire dal 2005, anno in cui diede alle stampe “Old Man’s War” (titolo originale del nostro...CONTINUA...

Mari Michele

Io venìa pien d’angoscia a rimirarti

Qualche anno fa, nel quartiere Testaccio a Roma, il nuovo spazio “Macro Future” venne inaugurato con una collettiva, “Into me, out of me”, proveniente dal PS1 di New York: centoquaranta artisti tra i più rinomati nel panorama internazionale (da Marina Abramovic ad Andrès Serrano, da Valie Export a Chris Burden, dagli azionisti viennesi a Nan Goldin) chiamati a illustrare, con foto, installazioni e videoarte, il tema del corpo e della fisicità, attraverso temi come la sessualità e la riproduzione, l’aggressione e la violenza, i processi metabolici e organici. In generale era il corpo la materia...CONTINUA...

Couto Mia

Terra sonnambula

La guerra può avere una sua poetica? Evidentemente sì: Mia Couto fa poesia anche quando racconta paure, orrori, devastazioni, morte e violenza. "Terra sonnambula", il suo primo romanzo, è apparso nel 1992, l'anno in cui la lunga guerra civile in Mozambico ha avuto fine, ed è l’ennesima prova di talento letterario da parte dello scrittore in lingua portoghese. "In quel luogo, la guerra aveva ucciso la strada. Lungo i sentieri, solo le iene si trascinavano, annusando ceneri e polvere. Il paesaggio si era imbastardito di sgomenti mai visti, con colori che impastavano la bocca. Erano colori sporchi...CONTINUA...

Casadio Nevio

Sergio ti mando il fax! Un reporter romagnolo per Il Mattino di Napoli

Qualcuno di voi ricorderà “Nel silenzio un canto”, dove le tante storie presenti, bagaglio professionale del giornalista Nevio Casadio, a buon titolo erano state definite “romanzo tenero e violento di vita reale”. Veramente un bel libro, scritto con stile appassionato e lirico, caratterizzato da una letterarietà piuttosto inusitata presso la categoria dei giornalisti. Stile che non si è rivelato soltanto in occasione del citato “Nel silenzio un canto”, ma altresì durante la sua normale attività di cronista. Ne è esempio “Sergio ti mando il fax”, libro edito nel 1997, raccolta di articoli pubblicati...CONTINUA...

Travaglio Marco

Colti sul Fatto

Se non ricordo male in una delle sue ultime interviste Giorgio Bocca, ispido da par suo, ha avuto parole tutt’altro che benevole  nei confronti di Marco Travaglio: troppi editoriali non sarebbero stati indice di serietà. Non entro nel merito della maggiore o minore serietà di un giornalista prolifico e onnipresente sulle pagine di un quotidiano, non fosse altro che mi sfugge la logica della diatriba. Più interessante semmai è cogliere, anche grazie a libri come “Colti sul fatto”, il ruolo del tutto peculiare di Travaglio nel panorama giornalistico italiano. Fondatore, insieme a Padellaro, del “Fatto...CONTINUA...

Ovejero José

Un anno nero per Miki

Miki incarna alla perfezione l’uomo senza qualità. Un essere dagli atteggiamenti superficiali e privo di una personalità autentica e degna di nota. E’ indifferente, insofferente e, il più delle volte, ipocrita ed impassibile. Eppure quell’anno, il 2001 per essere esatti, per lui è stato un anno nero, un “mal año”. Un anno in cui, nell’arco di poche settimane, la sua vita viene toccata da due eventi tragici: la morte del figlio Boris e la morte della moglie Verena. “Boris si schiantò alle due e mezzo di notte contro la parete di fondo di un negozio di tessuti, dopo aver attraversato la vetrina...CONTINUA...

De Luca Erri

Le sante dello scandalo

Le Sacre Scritture parlano al maschile. Non è un difetto né un limite, è solo nelle regole dei tempi. I ruoli di uomo e donna sono distinti e separati anche se indissolubilmente fusi qui e altrove: i testi si rivolgono al “maschio” riescono a farlo servendosi di lettere “femmine”. “Le lettere ebraiche sono femminili. Il corpo scritto della Torà, affidato all'albero di trasmissione maschile, è composto di cellule femminili, perciò è vivo e mette fuori getti nuovi a ogni lettura, in ogni generazione. Perfino la scrittura sacra, l'ambito più strettamente maschile, è costituito di vita femminile grazie...CONTINUA...

Paasilinna Arto

I veleni della dolce Linnea

Nella sua postfazione Goffredo Fofi spiega che Arto Paasilinna può essere considerato una sorta di Stefano Benni finlandese. Un parallelismo che mi è sembrato piuttosto calzante. Nel mio piccolo ho pensato la stessa cosa leggendo “I veleni della dolce Linnea”: il mio primo Paasilinna. Una lettura disimpegnata e leggera, un romanzo che non richiede molta concentrazione né prevede sforzi di alcun genere. Esattamente quello che ci vuole quando si ha voglia o bisogno di letture lievi e brillanti. Perché il pregio di Arto Paasilinna è quello di concedere un piccolo svago letterario, una distrazione...CONTINUA...

Seierstad Åsne

Il libraio di Kabul

Il libraio citato nel titolo del libro della Seierstad esiste davvero. Si chiama Sultan Khan ed è un afgano che ha accettato di ospitare nella sua casa la corrispondente e scrittrice norvegese per un periodo di sei settimane. Åsne giunge a Kabul nel novembre del 2001 dopo un periodo trascorso con i comandanti dell'Alleanza del Nord. In una libreria della città conosce Sultan Khan, il proprietario: "Dopo settimane in mezzo alla polvere da sparo e macerie, settimane di conversazioni su tattiche di guerra e avanzate militari, fu per me un grande sollievo sfogliare un libro e parlare di letteratura...CONTINUA...