Categoria: seconda guerra mondiale

Bussoni Mario

Josef Mengele. L’angelo della morte

Il libro di Mario Bussoni è essenzialmente una ricerca. Meglio, è la ricerca di qualche verità sull'autentico destino di Josef Mengele, il medico di Auschwitz. L'uomo che, dopo una sommaria occhiata ai deportati appena scesi dai treni bestiame, stabiliva chi dovesse sopravvivere e chi dovesse finire immediatamente nelle camere a gas. E' lui, Herr Doktor, il medico dai modi distinti e compassati ad aver deciso della vita e della morte di centinaia di migliaia di esseri umani. Bussoni, in "Josef Mengele. L'angelo della morte" (Mattioli 1885), intraprende la sua indagine storica partendo dalla fine...CONTINUA...

Bianchini Angela

Gli oleandri

"Gli oleandri" risale al 1962. Pubblicato al tempo, faceva parte del primo libro di narrativa di Angela Bianchini, "Lungo equinozio", assieme ad altri due racconti. L'edizione che ho tra le mani, invece, è del 2006. Le vicende autobiografiche della Bianchini fanno da sottofondo a quelle della protagonista ed io narrante del romanzo. "Gli oleandri" non risente affatto del tempo trascorso forse perché la scrittura della Bianchini è così intensa, lieve, essenziale e diretta da non lasciare percepire l'età della sua opera. Ciò che mi sorprende è che di questa scrittrice non ho mai sentito parlare...CONTINUA...

Mingarelli Hubert

Un pasto in inverno

"Un pasto in inverno" somiglia più a una novella che a un romanzo. Si legge in un paio d'ore, a voler essere generosi. E' scritto in una lingua semplice e diretta e, per certi versi, sembra arrivare da un tempo lontano. Un tempo in cui i soldati raccoglievano le loro memorie, scrivevano episodi legati alla loro esperienza di guerra e di morte per non permettere al tempo di consumarla e dissolverla. Lo scenario che accoglie i pochi personaggi della storia è sempre essenziale e scarno, proprio come la scrittura di Mingarelli che, evidentemente, non ha bisogno di troppi dettagli per raccontare ciò...CONTINUA...

Loewenthal Elena

La lenta nevicata dei giorni

Prima di tutto: "La lenta nevicata dei giorni" è un verso di una poesia di Primo Levi ed Elena Loewenthal lo ha eletto a titolo del suo romanzo. La neve, in vari modi e sotto varie spoglie, ricorre costantemente in queste pagine. Spesso è pesante e confusa come i ricordi, a volte è grigia e leggera come cenere di carta, a volte cade in fiocchi larghi e silenziosi e si posa a terra senza lasciare traccia. La neve è la compagna di viaggio di chi è trasportato su carri bestiame da ogni luogo d'Europa fino ai campi di sterminio nazisti. E' la testimone silente di vite tramutate in fumo. Un fumo grigio...CONTINUA...

Loy Rosetta

Ahi, Paloma

"Ahi, una Paloma blanca come la nieve, come la nieve, ahi, m'ha rovinato l'alma, come me duele, come me duele…". E' una vecchia canzone. Si ascoltava da un grammofono a manovella durante l'estate del 1943. L'ascoltavano i ragazzini sfollati a Brusson, in Valle d'Aosta. Rosetta Loy era lì con la sua famiglia, lontana da Roma e da molti altri orrori della Guerra. Una Guerra che, nonostante tutto, viene percepita ugualmente: il Grand Hotel Brusson può offrire solo pasti poveri e sempre uguali, la stoffa per fare un nuovo vestito non si trova e comprare cioccolata alla borsa nera è solo un miraggio...CONTINUA...

Schneider Helga

Io, piccola ospite del Führer

Chi avesse già letto "Il rogo di Berlino", come la sottoscritta, non può aver dimenticato le pagine in cui Helga Schneider racconta il suo incontro con Adolf Hitler. Ed è proprio a questo evento personale, inquietante ed affascinante allo stesso tempo, che è interamente dedicato "Io, piccola ospite del Führer". Un libro breve ma molto denso e sentito. L'incontro con il Führer avvenne nell'inverno del 1945, poco prima della disfatta. Berlino è una città devastata. I berlinesi, compresa la piccola Helga, sopravvivono alla guerra e ai continui bombardamenti rifugiandosi nei sotterranei o nelle cantine...CONTINUA...

Loy Rosetta

La parola ebreo

La parola "ebreo" entra per la prima volta nella vita di Rosetta Loy quando lei è una bimba di pochi anni. Da un appartamento al di là di Via Flaminia numero 21, dove vive, è in corso una festa. Un battesimo? Chiede ad Annemarie, la sua Fräulein. No, in quella casa festeggiano una circoncisione perché sono ebrei. "Anche la signora Della Seta è ebrea. Abita accanto a noi: è vecchia, così almeno sembra a me. Quando sono malata viene a trovarmi, io ho la febbre e il mio corpo scompare nel grande letto matrimoniale in camera della mamma. La signora Della Seta ha i capelli grigi raccolti in una retina...CONTINUA...

Bedeschi Giulio

Il peso dello zaino

Nella quarta di copertina leggiamo: “Questo romanzo è la naturale integrazione e l’indispensabile complemento di Centomila gavette di ghiaccio”. E fin qui tutti d’accordo, soprattutto nel definirlo romanzo. Mentre la più celebre opera di Bedeschi è stata definita anche “testimonianza” e comunque un racconto di vita nel quale, pur con i nomi dei reali protagonisti reinventati dall’autore, prevaleva la tragica esperienza diretta della ritirata di Russia, nel successivo “Peso dello zaino” (prima edizione 1966) le cose non stanno proprio così. E’ vero che la prima stesura di “Centomila gavette di ghiaccio”...CONTINUA...

Nissim Gabriele

Il tribunale del bene

Sottotitolo: "La storia di Moshe Bejski, l'uomo che creò il Giardino dei giusti". Nei pressi di Gerusalemme c'è un luogo molto speciale che si chiama Yad Vashem, noto mausoleo commemorativo della Shoah. Lì si trova anche il Giardino dei Giusti nel quale, dal 1962 (anno della fondazione), si è deciso di piantare un albero di carrubo in ricordo di ogni giusto che ha rischiato la propria vita per aiutare gli ebrei. Il compito di scegliere le persone a cui attribuire tale riconoscimento è affidato...CONTINUA...

Loewenthal Elena

Lo strappo nell’anima

Un giorno potrebbe capitarvi di andare nel Ghetto di Roma. Una volta giunti, camminerete verso il Portico di Ottavia, un luogo che personalmente amo molto. A pochi passi dal Portico di Ottavia, sulla facciata della Biblioteca di Archeologia e Storia dell'Arte, troverete affissa su un muro una targa in marmo bianco che riporta una data: 16 ottobre 1943. Quel giorno, a partire dalle cinque e mezzo del mattino, iniziava...CONTINUA...